20 giugno 2023

The Art of Mixology. Il filo rosso tra Art Basel e Campari

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Lo storico brand milanese ha incontrato la regina delle fiere in una lounge sofisticata al secondo piano della Hall 2. Ne abbiamo parlato con Cristina Ferro, Global Brand Director di Campari

campari art Basel
Ph Benedetta Chialà. Courtesy Campari

Tutti a Basilea, accalcati tra i 285 stand della regina delle fiere. Tutti nell’epicentro caldissimo dell’art-system internazionale, fermi ad ammirare i capolavori dal Novecento al presente – come David Hockney immobile, di spalle, davanti ai fiori in cornice esposti da Annely Juda (asking price: $ 350.000). C’erano proprio tutti: super collezionisti, galleristi, mercanti, rappresentanti delle maggiori istituzioni; sono tornati anche quest’anno per testare con mano la temperatura – bollente – del mercato dell’arte globale. Che ben si accorda, come sempre, con i 28 gradi sotto il sole cocente di Basilea (qui il nostro report conclusivo, alla fine della fiera). Ed eccoli i risultati dei booth, da un ragno di Louise Bourgeois da Hauser&Wirth (andato subito per $ 22.5 milioni) a un trittico di Joan Mitchell da Pace Gallery (passato di mano per $ 14 milioni). È finito invenduto quel Rothko a tinte gialle di Acquavella, attendeva un’offerta impossibile di $ 60 milioni. E l’Italia? Decisamente ben rappresentata, a partire da un Fontana di 2 metri e 24 ferite verticali esposto da Tornabuoni, ispirato al Deserto Rosso di Michelangelo Antonioni (asking price: intorno ai € 20 milioni). Non solo. C’era uno di quei nomi, nella Hall 2, che è tra i marchi assoluti dell’eccellenza nostrana. È la Davide Campari Lounge, vale a dire la prima collaborazione tra Campari e Art Basel, tra le bandiere svolazzanti di Basilea.

Sofisticata, riconoscibile, iconica. Color rosso fiammante, s’intende, fa il paio con il pavimento a specchio, con la torre di bottiglie Campari. Fino a domenica 18 giugno, il nuovo spazio del brand milanese ha accolto il pubblico tra le gallerie fameliche di Messe Basel – con tanto di appuntamenti speciali a partire, ogni giorno, dalle ore 17.00. Non è mancato ovviamente il link stretto con l’arte, come la maison meneghina ci ha abituati da oltre un secolo, con quelle collaborazioni con artisti come Fortunato Depero, Guido Crepax, Bruno Munari e un archivio storico che comprende oltre 4mila esemplari. Ed ecco quindi The Art of Mixology, il nuovo progetto in diretta dalla lounge: ad Art Basel, 3 famosi bartender hanno creato un’esperienza di gusto esclusiva, ispirandosi ad artisti contemporanei che hanno lavorato con il rosso, colore così caro alla maison.

Maria Kontorravdis. Art & Mixology @ART BASEL

Maria Kontorravdis, Sven Riebel e poi ovviamente Tommaso Cecca, Head Bartender del Camparino in Galleria: sono stati loro, per una settimana, a Basilea, gli artefici di queste creazioni rosso Campari. La domanda è quasi d’obbligo, per un brand che conosce la risposta fin dalla sua fondazione: in che modo l’arte può influire sulle imprese d’avanguardia? Come avviene l’incontro, la fusione? «Campari», racconta a exibart Cristina Ferro, Global Brand Director Campari, «ha una storia di oltre 160 anni fatta di intuizioni – così come la stessa nascita della ricetta da parte di Gaspare Campari – collaborazioni e dialoghi stimolanti con creativi di ogni sorta. Da Davide Campari alla Galleria Campari, si estende un racconto che inizia con l’elaborazione di campagne di comunicazioni d’avanguardia, continua nel confronto con le arti contemporanee e prosegue oggi con una spinta innovativa che non si è mai conclusa, giungendo sino a questa partnership con Art Basel. L’imprenditorialità è creatività e, a sua volta, l’arte è intraprendere con coraggio una visione della realtà, lontana dagli schemi precostituiti e dalla banalità».

A beneficiarne, un pubblico quanto mai eterogeneo, giunto a Basilea per investimenti, per moda, per passione. Ma in che modo il target della fiera e quello di Campari coincidono tra loro? «Il pubblico di appassionati dell’arte, di amanti della bellezza, della poesia e della sperimentazione, è il medesimo che sa apprezzare il gusto e l’eleganza di un buon aperitivo, frutto di un lavoro attento e sapiente di mixologia», risponde ancora Cristina Ferro, nel corso del nostro scambio. «L’estetica sofisticata e la profonda sensibilità artistica di Campari sono alla base di un’intensità sensoriale ed emotiva, che vuole invitare alla sperimentazione della bellezza in tutte le sue forme».

Campari art Basel
Art & Mixology @ART BASEL

Ed ecco il risultato: arte e impresa a stretto contatto, due realtà ben amalgamate, tutt’altro che antitetiche, lontane. «Il bartender, un po’ come l’artista, lascia che sia l’emozione legata al sapore a guidare le sue scelte all’interno del ricco bagaglio di conoscenze specifiche degli ingredienti da trattare», conferma Ferro. «Ogni cocktail è un viaggio di gusto, ma soprattutto un’esperienza sensoriale unica e irripetibile che riattiva ambiti specifici dell’universo emotivo. Campari crede profondamente che i bartender siano maestri di creatività e abilità artistica e che la passione guidi ogni loro creazione. Ad Art Basel, Tommaso Cecca, Global Head of Camparino Licensing & Mixology, Maria Kontorravdis, attiva presso A Bar with Shapes for a Name di Londra, e il tedesco Sven Riebel dal The Tiny Cup di Francoforte hanno fatto proprio questo, a partire da cocktail iconici come il Negroni o il Garibaldi – che hanno sapientemente reinterpretato offrendo la loro personale visione dell’atmosfera culturale del proprio Paese di origine». Arte e impresa senza limiti, ad Art Basel 2023.

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