09 ottobre 2023

Tutti a Londra, inizia la settimana di Frieze!

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20 anni di Frieze London, 11 edizioni di Frieze Masters. Tra le novità di Regent’s Park anche Artist-To-Artist, dove gli artisti superstar vestono i panni di curatori

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Tony Matelli, Sleepwalker, 2014, Maruani Mercier. Frieze Sculpture 2023, Photo by Linda Nylind. Courtesy of Linda Nylind/ Frieze.

Prosegue – e arriva al suo epicentro – la maratona delle fiere d’arte 2023. È (quasi) il momento di Frieze London e Frieze Masters, già anticipate dalla tradizionale Frieze Sculpture che aveva aperto le danze a fine settembre sotto la nuovissima direzione di Fatoş Üstek (ve ne parlavamo qui). Quando? Dall’11 al 15 ottobre. Dove? Ancora una volta, negli spazi di Regent’s Park. Ecco che cosa incrocerà lo sguardo di collezionisti, appassionati e addetti ai lavori durante la settimana più calda dell’art market londinese.

Frieze London, festeggia i 20 anni la super fiera di arte contemporanea

Non sarà un’edizione come le altre, lo ripetono come un mantra i suoi organizzatori: Frieze London, in particolare, festeggia quest’anno il 20esimo anniversario e si appresta a celebrarlo con una sfilza di iniziative. «Siamo lieti di celebrare l’occasione con l’edizione più internazionale della fiera, con espositori provenienti da sei continenti», dichiara la direttrice Eva Langret. «Mentre il mondo dell’arte internazionale scende a Londra, ci auguriamo che lo spirito di collaborazione si diffonda in tutta la città e che tutti vedano brillare la nostra capitale culturale». Le protagoniste assolute: 160 gallerie giunte da 40 Paesi (59 dalla Gran Bretagna, in nome di una visione sempre glocal), insieme a una serie di progetti paralleli ospitati in occasione dei 20 anni della kermesse.

Menzione speciale per Artist-To-Artist, un nuovo spazio firmato Frieze London dedicato alla collaborazione tra artisti. Ci sono i nomi superstar, come Olafur EliassonTracey Emin e Simone Leigh, stavolta vestono i panni di curatori; e ci sono gli artisti emergenti, sostenuti dai giganti del sistema, pronti a dare nuove voci, inedite, alla fiera. Ed ecco: Deborah Anzinger proposta da Simone Leigh (Nicola Vassell); Mark Barker proposto da Wolfgang Tillmans (Shahin Zarinbal); Ayoung Kim proposto da Haegue Yang (Gallery Hyundai); Fabian Knecht proposto da Olafur Eliasson (alexander levy). Ci soffermiamo su Vanessa Raw, classe 1984, proposta da Tracey Emin (Carl Freedman Gallery). Rivela Emin: «Mi piace il lavoro di Vanessa perché è libero e liberatorio, quando l’ho visto per la prima volta sono rimasta scioccata. Ho trovato il soggetto intenso, ma anche i dipinti incredibilmente belli. Erano come un luogo felice, uno Shangri-La, ultraterreno, sembravano enfatizzare l’amore. Non sono apologetici e sono piuttosto radicali. Vanessa è una donna che crea immagini sulle donne. Questo fatto ha un posizionamento davvero forte e importante per la nostra società. Non leggo nessuno di questi dipinti in chiave politica, li vedo da una prospettiva emotiva, i suoi paesaggi reali e immaginari con momenti reali e immaginari. Un mondo nel mondo».

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Vanessa Raw and Tracey Emin. Photo by Elissa Cray

Non solo. Troviamo Focus tra gli appuntamenti tradizionali di Frieze London, la sezione acclamata dalla critica per le gallerie costituite a partire dal 2011. Quest’anno includerà presentazioni di Larry Achiampong (Copperfield), Josèfa Ntjam (Nicoletti), Jack O’Brien (Ginny on Frederick) e Jordan Strafer (Heidi and Hot Wheels). E per finire Editions, una raccolta di grandi maestri ma «affordable, rendendo il mondo del collezionismo accessibile a un pubblico nuovo». Le gallerie italiane (o con sede in Italia)? Presenti, sparpagliate tra le varie sezioni. Da MASSIMODECARLO a Peres Projects a Lia Rumma, passando attraverso Gagosian, Galleria Lorcan O’Neill, P420, Victoria Miro, Franco Noero – solo per citare alcuni nomi.

Frieze Masters, con due belle novità: Modern Woman e Studio 

20 anni di Frieze London, ma anche 11 edizioni della controparte dedicata all’antico, Frieze Masters torna in scena con oltre 130 gallerie guidate da Nathan Clements-Gillespie. Un viaggio senza confini dal Paleolitico al presente: «Riunisce sei millenni di arte», specificano dalla fiera, «da rare antichità a dipinti dei vecchi maestri, dritti fino a capolavori del XX secolo, creando una destinazione dove i visitatori possono scoprire la storia dell’arte in modo nuovo». Piuttosto fornita, anche stavolta, la lista di gallerie italiane, incluse Tommaso Calabro Gallery, Cardi, Ciaccia Levi, M77, Robilant+Voena, Tornabuoni Arte, Mazzoleni, Galleria Continua. Ovviamente presenti i grandi nomi internazionali (ci sono anche le superstar blue-chip), da De Jonckheere a Colnaghi a Moretti Fine Art, passando per Gagosian, Pace Gallery, Skarstedt, Hauser & Wirth. 

Tante zone di comfort, in generale, artisti storicizzati, senza dubbio, ma in ottima compagnia con le novità assolute della nuovissima edizione. Come Modern Women, una sezione tematica diretta da Camille Morineau (co-fondatrice dell’organizzazione no-profit AWARE – Archive of Women Artists, Research and Exhibitions) e dedicata alle mostre personali di donne artiste. Qualche esempio? Menzioniamo senz’altro un focus tutto italiano, quello sugli scatti di Lisetta Carmi – tra l’altro in mostra fino a dicembre alla Estorick Collection, primissima mostra museale della fotografa nel Regno Unito – presentate da Ciaccia Levi (Parigi e Milano) e Galleria Martini & Ronchetti (Genova). Nella serie I travestiti (1965-71), Carmi immortala la comunità di travestiti e transessuali che vive a Genova. Prima artista a documentare la comunità LGBTQIA+ nell’Italia conservatrice degli anni ’60, «i suoi ritratti nascono da un profondo impegno con i suoi soggetti e rivelano le vite di coloro che lottano per essere riconosciuti». Ancora una proposta di una galleria italiana, la milanese M77, che punta i riflettori sull’artista sarda Maria Lai con A Dinner Invitation, l’installazione della sua Enciclopedia di Pane.

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Lisetta Carmi, Pasquale, 1965–71, from the ‘I travestiti’ series, 1965–71, gelatin-silver print on Baryta Ilford paper, 40 × 30 cm. Courtesy of Frieze

Anche Studio è una new entry di Frieze Masters 2023, tutta incentrata sul luogo di creazione dell’artista, dove la scintilla dell’invenzione si manifesta sotto forma di oggetto. Il concept – e il suo punto di partenza – lo spiega chiaramente la sua curatrice, Sheena Wagstaff, top curator di arte moderna e contemporanea del Metropolitan Museum fino al 2022«Sin dalla sua fondazione, 11 anni fa, gli artisti hanno sempre amato visitare Frieze Masters. Come curatrice di un museo, nel corso degli anni ho incontrato amici artisti di tutte le generazioni mentre esploravano la fiera. Nonostante le differenze sostanziali tra una art fair e un museo, ho capito che gli artisti visitano Frieze Masters per lo stesso motivo per cui visitano il British Museum, il Met o il V&A: per appagare la loro curiosità e rinfrescare le loro idee». Ed ecco dunque l’idea di Studio, un vero e proprio condensato di carriere, dagli albori alle sperimentazioni più recenti di 5 artisti selezionati dalla curatrice. St tratta di Maggi Hambling, Mona Hatoum, Lucia Laguna, Arlene Shechet e Hyun-Sook Song.

Proseguiamo. Presente Spotlight, con presentazioni personali di artisti del XX secolo, curata per la prima volta da Valerie Cassel Oliver (Sydney and Frances Lewis Family Curator of Modern and Contemporary Art del Virginia Museum of Fine Arts). L’obiettivo: valorizzare le opere di alcuni artisti che, tra gli anni ’50 e ’60, non sono stati esposti a dovere. Ultimo pit-stop Stand Out, dove le opere d’arte un tempo liquidate come “decorative” vengono riesaminate e recuperate in modo significativo. Tutti a Londra, si apre il sipario sul nuovo spettacolo di Frieze.

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