-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
WopArt – Work on Paper Fair torna in presenza a Lugano fino a domenica 21 novembre, con una grande kermesse dedicata alle opere su carta e al loro mercato. Tre giorni di mostre, incontri e approfondimenti per riscoprire la bellezza di un medium senza tempo – in contrasto con un 2021 sempre più tecnologico, veloce, digitale. Il filo rosso della nuova edizione? La fluidità, tema scelto dal nuovo direttore Robert Phillips come emblema del presente, in continuo movimento. Ed ecco allora uno sguardo alle novità della fiera, inclusa l’esposizione degli acquerelli del premio Nobel per la letteratura Hermann Hesse e di alcuni capolavori della BNP Paribass Swiss Foundation. Le parole di Paolo Manazza, fondatore di WopArt.
Intervista a Paolo Manazza, fondatore di WopArt
Anche nell’ultimo anno il mercato della carta ha registrato ottimi risultati – penso tra i tanti ai grandi record di Leonardo e Van Gogh, segnati di recente. Come è cambiato nel tempo questo tipo di collezionismo?
«Una volta i collezionisti di opere su carta erano persone coltissime, che dovevano intendersi non solo di storia dell’arte, ma anche di tutte le problematiche di conservazione relative a questo materiale. Con il tempo anche la Contemporary Art si è in qualche modo interessata alla carta e così negli ultimi anni abbiamo assistito a casi davvero eclatanti sul mercato. Pensiamo a Banksy: nel 2016-2017 abbiamo venduto diverse sue opere per 10-15mila franchi, gli stessi lavori che oggi valgono 150-180mila franchi – anche se, in effetti, Banksy è sempre un esempio sui generis. In generale si trovano tutti i grandi contemporanei su carta, e poi ci sono i nomi storici come Morandi, Francis, Twombly, Consagra, Afro, Pascali, molto apprezzati dai collezionisti tradizionali. Qui a WopArt le cifre di questi artisti variano dai 10-15mila fino ai 150mila franchi (per dare un’idea, un’opera di Afro vale 4 o 5 volte di più se è dipinta su tela). Questo che cosa significa? Che da una parte si tratta di un’opportunità di mercato interessante in termini di investimento, dall’altra rispecchia un maggiore impegno dei collezionisti nell’ambito della conservazione».
Quella del 2021 è un’edizione speciale per WopArt, sotto forma di festival. Tre aspetti attraverso cui le piacerebbe descriverla?
«Più che un festival è una extra time exhibition, in cui prima di tutto vogliamo sperimentare il ritorno in presenza – questo è il primo punto identificativo. Molte fiere hanno deciso di tornare dal vivo, altre di rinunciare e di proseguire online… Noi di WopArt abbiamo posticipato l’edizione vera e propria all’anno prossimo, ma nel frattempo abbiamo progettato questa iniziativa extra time, che il nuovo direttore Robert Phillips ha incentrato sul tema della fluidità. Altra caratteristica interessante sono due grandi esposizioni che ospitiamo quest’anno, una dedicata a Hermann Hesse come pittore e l’altra resa possibile da BNP Paribass, che ha portato a WopArt alcuni capolavori di solito esposti negli uffici di CEO e top manager, per mostrarli al grande pubblico. Infine abbiamo creato un’area relax costellata di divani – con tanto di pianoforte a coda e di riviste di tutte le testate che vogliano contribuire – dove collezionisti, professionisti e visitatori possono incontrarsi e confrontarsi in un momento così particolare, in bilico tra il metaverso e la fragilità della specie».
Che consiglio darebbe a un collezionista neofita in visita a WopArt? Su quali opere dovrebbe soffermarsi?
«Per dirne una, a Lugano è in corso una mostra su Consagra – bellissima e pubblicizzata in tutta Europa – e proprio qui a WopArt ci sono alcune carte dell’artista che costano tra i 7mila e i 15mila franchi. Un’altra esposizione che non mi lascerei sfuggire è quella di una galleria che arriva da Teheran, le lascio immaginare con quanta fatica siamo riusciti a fare arrivare le opere in questo momento; è un’opportunità rara di scoprire lavori di artisti contemporanei iraniani – con prezzi da 3-5mila franchi. Quale migliore occasione per iniziare a collezionare? Tra 50 anni, la carta diventerà probabilmente un’icona in un mondo digitalizzato; le opere d’arte su carta, quel giorno, saranno un’icona su un’icona».