07 febbraio 2024

Zona Maco 2024: la fiera di Città del Messico compie 20 anni

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Apre oggi i battenti la fiera di arte contemporanea più importante dell'America Latina. Ecco che cosa vedremo tra gli oltre 200 stand (incluse le proposte delle gallerie italiane)

zona maco 2024
Arturo Kameya, Terreno en litigio, 2024. Acrylic and clay powder on wood panel, diptych (160 x 240 cm). Courtesy of GRIMM. Photo credit: Jonathan de Waart

È una ricorrenza speciale, il 2024, per Zona Maco. La fiera d’arte contemporanea più importante dell’America Latina si fa bella per i festeggiamenti dell’anniversario numero venti – nasceva nel 2002, a dire il vero, ma nel 2020 e nel 2021 si è fermata a causa della pandemia. Ed eccoci dunque a Città del Messico per l’apertura della XX edizione (7-11 febbraio), con Direlia Lazo per la prima volta nel ruolo di direttrice artistica. I protagonisti: 212 espositori da 25 Paesi internazionali, i riflettori puntati sul contemporaneo, ma anche su arte moderna, antiquariato e design. Una fotografia a 360 gradi, da ricostruire attraverso la main section e le sezioni ZONAMACO Ejes, ZONAMACO Sur, ZONAMACO Modern Art. Ci sono anche alcuni (pochi, rispetto al passato) giganti tra gli stand in fiera, come Galleria Continua e Pace Gallery. Quest’ultima – che torna per la prima volta dopo lo stop della pandemia – dà spazio, tra gli altri, a Joel Shapiro con una grande scultura senza titolo, proprio in concomitanza con la sua mostra al Meridiano di Puerto Escondido. Ma anche a Trans-for-Men 7 (2023), una scultura tecnica mista dell’artista polacca Alicja Kwade che indaga i processi naturali delle cose, il rapporto tra uomo e natura.

Diverse le gallerie italiane e con sede in Italia, da Secci Gallery Galleria Michela Rizzo, e ancora Galleria Anna Marra, Boccanera Gallery, LUPO – Lorenzelli Projects, sparpagliate tra le sezioni della fiera. La già citata Galleria Continua espone tra gli altri l’artista cubano José Yaque, ad attirare l’attenzione c’è Lepidolita con Impurezas II (2022), una rielaborazione in chiave multicolor, psichedelica, di una roccia naturale. Mentre Cadogan Gallery, galleria londinese che nel 2023 ha aperto il suo avamposto a Milano, mette in dialogo opere di artisti che vivono e lavorano a Città del Messico, come Perla Krauze e Andreas Diaz Andersson, con Lawrence Calver, Sam Lock, Deborah Tarr e Richard Zinon (tutti britannici), Edoardo Dionea Cicconi (Italia), Terrell James (Texas), Mimi Jung (Corea del Sud) ed Emanuel Seitz (Germania). Il filo rosso: il superamento dei confini, l’accoglienza, una prospettiva sempre internazionale. Un approccio locale e globale insieme, come da migliore tradizione.

Terrell James, Year End, 2023. Oil on linen, 97×122 cm (38 x 48). Courtesy Cadogan Gallery

«Siamo felici di partecipare per il secondo anno consecutivo a questa edizione di Zona Maco», rivelano a exibart Benedetta Spalletti e Lodovica Busiri Vici, galleriste di Vistamare. «Lo scorso anno abbiamo ricevuto una risposta positiva per i nostri artisti e abbiamo avuto il piacere di incontrare collezionisti nuovi che hanno dimostrato grande interesse per le opere da noi proposte e per il programma della galleria. Siamo fiduciose per una nuova edizione altrettanto stimolante». Nel loro booth, il C109, gli artisti Charles Avery, Rosa Barba, Asli Cavusoglu, Claudia Comte, Joana Escoval, Maria Loboda, Polys Peslikas, Lorenzo Scotto di Luzio ed Ettore Spalletti.

Altri stand a zigzag tra i corridoi, ci focalizziamo sul contemporaneo. MAIA Contemporary, al B100, presenta tra la sua selezione anche le opere dell’artista messicano Marcos Castro, che lavora con diversi media – disegni, ceramiche, dipinti, installazioni – collegandosi all’idea di arte come sfera sacra. La sua sfida è quella di catturare elementi simbolici nei miti, nelle storie locali e nella storia nazionale o negli ambienti naturali, per «sfruttare il loro potenziale» e «generare nuove identità da vecchie immagini». Restiamo entro i confini messicani con Galerìa RGR, sempre focalizzata sugli sviluppi dell’arte astratta. Nell’edizione numero venti di Zona Maco, il suo stand ospita tra gli altri i lavori di Matthias Bitzer, che combina pittura figurativa con astrazione e geometrie ornamentali, personaggi metamorfici che si mescolano enigmatici con uno spazio indefinito.

Andrés Orjuela. Espejo. Stock photography copy in cotton paper, iluminated with Marshall’s Oils, 110 x 152 cm, 2024. Courtesy of La Balsa Arte

Ancora un paio di pit-stop: la newyorkese Grimm Gallery offre una presentazione congiunta delle nuove opere degli artisti peruviani Martínez Garay e Arturo Kameya, che indagano la complessità socio-politica del loro Paese d’origine, collegando storie e tradizioni con gli eventi attuali. Come il recentissimo dipinto Terreno en litigio (2024) di Kameya, a tratti sbiadito, scolorito, che restituisce un senso di nostalgia per la terra natale. Tre, per finire, tre gli artisti su cui si sofferma La Balsa Arte di Bogotà, Radenko Milak, Andrés Felipe Orjuela e Luis Fernando Peláez. «Condividono un approccio tematico che gioca tra lo spettacolare e l’enigmatico, il nascosto o il clandestino», spiega la direttrice Ana Patricia Gómez. «Mentre alludono a rappresentazioni dall’aspetto realistico e storico, le associazioni che evocano oscillano tra l’onirico e in qualche modo il spettrale, giocando con ciò che si rivela in ogni immagine e ciò che si nasconde dietro di essa».

Tutto pronto per l’apertura ufficiale, buona Zona Maco 2024.

Claudia Martínez Garay, La Nueva Cosecha / The New Harvest, 2023-2024. Acrylic and clay on canvas, diptych, 180 x 360 cm. Courtesy of GRIMM. Photo credit: Saúl Granados
Rosa Barba, Color Rhymes, 2023. Tecnica: Acciaio, vetro, motori, pellicola 35mm, alluminio. Dimensioni: cm 100 x 100 x 12. Courtesy: Vistamare | Milano, Pescara & Rosa Barba. Ph: Andrea Rossetti

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