25 aprile 2021

Benni Bosetto, 00 0 00 – ADA

di

Attribuire all’origine una nuova formula: 00 0 00, la mostra di Benni Bosetto da ADA, espressione di una materia incorporea sospesa in uno spazio senza tempo

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Benni Bosetto, 00000 000 0 0000 000 X, 2021, ADA

00 0 00: questa è la formula e anche il titolo della mostra di Benni Bosetto in corso alla galleria ADA a Roma fino all’8 maggio.

Zero è un numero che viene prima di tutti ed è l’unico che non possiede valore specifico, simbolo dell’assenza di qualsiasi unità e quantità. Lo zero che Bosetto ci propone non è il solito punto di avvio di una successione di numeri, ma di un ritmo ripetuto e ripetibile all’infinito.

Ad accogliere questo concetto è il suolo della galleria, ricoperto da tappeti, detriti e organismi indistinti. In questo spazio l’artista traccia la sua formula attraverso una serie di sculture in ceramica. Elementi dalla conformazione indefinita e dal ruolo inconsistente si fondono e si snodano aggrovigliandosi sul pavimento o pendendo dalle pareti.
Cosa sono non è la domanda giusta, meglio domandarsi “Cosa possono diventare”?

Benni Bosetto 00 0 00, Installation view, ADA

Da Hilma Af Klint alla teoria della Metempsicosi

La formula 00 0 00 è frutto di un’ispirazione.
Bosetto ha ritrovato questo simbolo nelle pagine degli appunti della celebre artista svedese Hilma Af Klint. Attratta da questo codice, Benni ha scelto di utilizzarlo come stimolo creativo per le sue sculture. Lo zero ripetuto infinitamente, infatti, ha un valore simbolico tale da richiamare una pratica che da anni affascina la giovane artista: la reincarnazione.

Dopo un viaggio in India nel 2013, Benni ha iniziato una lunga ricerca spirituale. L’artista si è rivolta a diversi medium chiedendo loro di raccontarle le sue vite passate e future, decidendo, infine, di rielaborare queste profezie attraverso la propria pratica artistica.

La sua è un’investigazione della metempsicosi, quindi non è corretto domandarsi cosa rappresentino le sculture in mostra da ADA, ma cosa sono state e cosa possono essere.
Se volessimo attribuire loro un significato più concreto potremmo chiamarle “sostanze” in cerca di un nuovo corpo. Di statuario, hanno solo l’attributo, perché non sono immobili, ma in continuo divenire, pronte a decomporsi e ricomporsi.

 

Benni Bosetto, 00 00 00 000 0 0 00 000 X, 2021

 

Le sculture di Benni Bosetto, abitanti di vari spazi museali

In questo momento le sculture in ceramica di Bosetto non sono solo abitanti dello spazio espositivo di ADA, ma occupano altri luoghi della città. 00 0 00 è la continuazione di un dialogo che inizia al Palazzo delle Esposizioni. Benni Bosetto è infatti già da mesi in mostra alla Quadriennale di Roma Fuori, con l’opera Anima.
Si tratta di un lavoro ambientale, anch’esso sul tema della rincarnazione, in cui sculture amorfe in ceramica sguisciano su un suolo rosso ricoperto da detriti. Lo spazio è concepito in modo analogo a quello di ADA ma a far la differenza è l’elemento sonoro: rumori e voci indistinguibili si propagano in sottofondo. L’effetto acustico consegna allo spettatore un viaggio sensoriale completo, permettendo di percepire le figure come corporeità transitanti di un tempo sospeso. Ulteriore dettaglio: la carta da parati strappata e disegnata in alcuni punti, rivelazione di un secondo livello narrativo.

Benni Bosetto, Anima, 2020, Installazione presso la Quadriennale d’arte 2020, Palazzo delle Esposizioni, Roma. Photo Studio DSL

Quella di Benni è una forte necessità di indagare la conoscenza del sé, motivo per il quale la troviamo esposta anche alla mostra Io dico Io, I say I in corso alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna.

Scelta come artista delle ultime generazioni, Bosetto si inserisce nel museo all’interno di un dialogo di soggettività femminili.  L’opera Stimolander d.f (To stimulate endorphins), 2019, scultura in terracotta, e catene, si accosta a Fross, un immenso murale a matita. Qui i corpi umani riprodotti superano il binarismo dei sessi e rientrano in un’identità fluida e instabile.

Benni Bosetto, Stimolander, 2019, ADA

Quello che Benni ci offre è una profonda riflessione: l’uomo non è più protagonista del suo corpo ma fa parte di un nuovo ecosistema. Visitare le sue installazioni vuol dire immergersi in un compost in cui riecheggia il significato etimologico della parola: “essere con gli altri”.

Il ritmo 00 0 00 ci dimostra la ciclicità infinita di un racconto interminabile narrato attraverso sculture irriconoscibili. Con queste immagini Bosetto traduce in formula uno stato indefinibile: quello dell’essere forma in potenza ma non in atto.

 

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00 0 00 , Benni Bosetto, Installation view, ADA

 

 

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