21 novembre 2025

Per Andrea Ferrero la memoria ha il sapore della cioccolata e dell’acciaio

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L’artista peruviana Andrea Ferrero ci invita a toccare, leccare e assaggiare le sue opere di acciaio e cioccolato in mostra da Chezplinio, space-project di Milano, per riflettere sulla natura profonda e oggettuale della memoria

Detail, Nunca Supe Si Estaba Sognando, Andrea Ferrero, Chezplinio, Milano, 2025, ph. Sara Davide

Siamo da Chezplinio, nel quartiere industriale di Corvetto a Milano, in uno spazio espositivo dove coraggio e stravaganza non mancano mai. I fondatori amano definirsi ironicamente «Un progetto fallimentare, nato senza soldi e destinato a fallire presto». Il nome, ispirato all’iconico film Brutti, sporchi e cattivi (1976) di Ettore Scola, suggerisce fin da subito il loro approccio provocatorio.

Nel loro ultimo progetto, Nunca supe si estaba sognando, l’artista Andrea Ferrero (Lima, 1991) — per la prima volta in mostra Italia — costruisce un universo onirico sospeso tra forme ludiche e grottesche, in cui il piacere fisico si incontra e si scontra con la rigidità e l’inquietudine di forme architettoniche e sistemi di controllo.

Nunca Supe Si Estaba Sognando, Andrea Ferrero, Chezplinio, Milano, 2025, ph. Sara Davide

A un primo sguardo, l’installazione sembra evocare un playground infantile, con tanto di altalena, scivolo e un’atmosfera da parco giochi, ma l’impressione ingenua si incrina immediatamente. La monumentale struttura in acciaio è, in realtà, fredda e inquietante, punteggiata di spuntoni, con uno scivolo ripidissimo e catene che reggono l’altalena evocando uno scenario quasi minaccioso.

L’artista introduce elementi decorativi che tentano di addolcire la rigidità formale della struttura, pur lasciando affiorare un’inquietudine di fondo. L’insieme rimanda a un luogo di potere, una chiesa o un castello medievale, con doccioni che richiamano i gargoyle e decorazioni floreali, tutto realizzato in cioccolato marmorizzato, profumato di pepe nero, cannella, paprika e cacao.

Detail, Nunca Supe Si Estaba Sognando, Andrea Ferrero, Chezplinio, Milano, 2025, ph. Sara Davide

L’incontro tra questi materiali genera un cortocircuito sensoriale e concettuale: la durezza del metallo si oppone alla dolcezza del cioccolato, l’artificiale si intreccia con il naturale, l’inscalfibile con il deperibile. Il cacao richiama, inoltre, l’origine sudamericana dell’artista e i luoghi in cui la storia racconta traffici, esotizzazioni e trasformazioni di questo alimento, che diviene così simbolo delle dinamiche coloniali e degli scambi globali. Il metallo fa da controaltare e, allo stesso tempo, rimanda a un’idea di industria, modernità e controllo.

Detail, Nunca Supe Si Estaba Sognando, Andrea Ferrero, Chezplinio, Milano, 2025, ph. Sara Davide

L’installazione ricorda l’estetica surreale alla David Lynch, fatta di immagini oniriche, narrazioni non lineari, simbolismi complessi che creano atmosfere misteriose, affascinanti e lievemente maliziose. Le opere di Ferrero sfumano i confini tra sogno e realtà, esplorando l’inconscio e rievocando un “giardino segreto” di bellezza velenosa, custodita e proibita, che invita a vivere l’arte come esperienza sensoriale totalizzante.

L’opera invita infatti il pubblico a toccare, giocare, leccare, assaggiare e attraversare lo spazio, rievocando le pratiche relazionali degli anni Novanta, in cui l’arte era concepita come partecipazione, condivisione di un evento e co-costruzione di significati. Anche il momento inaugurale è diventato una vera e propria festa collettiva che si è estesa sotto il porticato, oltre lo spazio espositivo, con un barbecue a disposizione di tutti.

Detail, Nunca Supe Si Estaba Sognando, Andrea Ferrero, Chezplinio, Milano, 2025, ph. Sara Davide

Rimane da chiedersi che cosa resti dopo l’esperienza. Il giorno successivo all’inaugurazione, i ragazzi di Chezplinio mi hanno detto semplicemente: «Si sono mangiati tutto». Letteralmente.

Detail, Nunca Supe Si Estaba Sognando, Andrea Ferrero, Chezplinio, Milano, 2025, ph. Sara Davide

In questo gesto di consumo e sparizione, l’operazione di Ferrero si arricchisce di un ulteriore livello di senso, le rovine di quello che resta dell’installazione diventano un’indagine sul nostro rapporto con la memoria personale e collettiva, con i luoghi che abitiamo e quelli che percepiamo come lontani, con le forme di potere e i simboli delle nostre culture.

Detail, Nunca Supe Si Estaba Sognando, Andrea Ferrero, Chezplinio, Milano, 2025, ph. Sara Davide

È proprio questa trasformazione continua, questo oscillare tra ciò che resta e ciò che scompare, che richiama il pensiero di Andrea Pinotti nel suo saggio Nonumento del 2023. Secondo il filosofo, infatti, nessun ricordo e nessun monumento restituisce una verità oggettiva, poiché ogni forma di memoria è sempre una costruzione culturale. Conservare significa selezionare, interpretare, deformare. Tramandare implica inevitabilmente un tradimento, ciò che sopravvive lo fa perché è stato ricreato e riorganizzato. In questa prospettiva, l’opera di Ferrero, che si lascia letteralmente mangiare, toccare, consumare, rende visibile quanto ogni memoria sia un processo vivo, fragile e continuamente ricostruito.

Detail, Nunca Supe Si Estaba Sognando, Andrea Ferrero, Chezplinio, Milano, 2025, ph. Sara Davide

Nunca supe si estaba sognando mette in scena un’architettura frammentata come un promemoria rassicurante del fatto che tutti gli imperi, prima o poi, crollano.

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