26 ottobre 2021

Emilio Villa per la prima volta in mostra a Macerata alla Biblioteca Mozzi-Borgetti

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Progetto a più mani intorno alla figura ed eredità di Villa, che riscopre la leggendaria avventura della casa editrice di Pollenza Foglio OG e si estende al catalogo edito in cento copie numerate

Una mostra in una biblioteca, una ricca mostra su Emilio Villa (1914-2003) in una importante biblioteca, la Mozzi-Borgetti di Macerata, attiva da quasi 250 anni e dotata di circa 400.000 volumi, con anche una raccolta musicale e teatrale, una collezione risorgimentale e una ricca fototeca di oltre 20.000 immagini.

Un progetto importante, in primis editoriale ed espositivo, che ha visto coinvolti studiosi, artisti, grafici, poeti e tipografi tra Macerata, Roma, Ancona e altre parti d’Italia, intorno alla figura e la produzione del grande Villa. Un lavoro finemente concertato che illumina specialmente quella tranche-de-vie in cui contribuì ad una delle più sorprendenti e avanguardistiche esperienze editoriali marchigiane, quando divenne parte attiva nella casa editrice di Pollenza, Foglio OG poi La Nuova Foglio, e che più diffusamente testimonia la sua posizione d’«avanguardia permanente» – per dirla nei termini di Stelio Maria Martini.

Sconfinando dall’ambito documentaristico a quello estetico e verso il letterario, il percorso di “Crepita la carta. Libri e vertigini di Emilio Villa” porta all’attenzione l’esuberante e speciale produzione dell’autore, tra i più brillanti ma obliati del Novecento, produzione che lui stesso aveva consapevolmente disperso, e che si riscopre attraverso testimonianze dagli anni Sessanta ad oggi.

Villa fu scrittore, poeta, filologo e critico d’arte, traduttore e biblista, saggista e curatore editoriale… in assoluto cultore della parola, con ricerche e sperimentazioni plurilinguistiche e multisettoriali. E mentre si dedicava alla traduzione di testi antichi – come per l’intera Bibbia – e alla scrittura poetica, era animato da un profondo interesse per l’arte visiva come interprete prolifico.

Animatore intellettuale dell’ambiente artistico romano degli anni Quaranta e Cinquanta, contribuì nel tempo alla valorizzazione e allo slancio nazionale e internazionale di diversi artisti visivi.

Per quanto da oltre due decenni gli siano tributate pubblicazioni postume e mostre, studi critici e nuove restituzioni, è ancora possibile trovare suoi testi inediti ed esibire “libri d’artista unici e perlopiù introvabili, e rare carte manoscritte sparse”. Nonché i suoi “curiosi oggetti poetici”, opere materiche di poesia che iniziò a produrre nei primi anni Settanta.

Questa operazione marchigiana è stata ideata dall’artista romano Fabio Orecchini e curata dal libraio Andrea Balietti con l’aiuto di Virgilio Gobbi della Libreria Catap di Macerata. Orecchini è membro dell’impresa creativa non-profit Nie Wiem di Ancona che con il proprio marchio editoriale Argolibri ha pubblicato nel 2020 il prezioso volume per la cura di B.Battilocchi “Rovesciare lo sguardo. I Tarocchi di Emilio Villa”.

 

La mostra ha ospitato infatti una performance inedita del poeta Giovanni Fontana sui “Tarocchi” di Villa, e proprio su quel taccuino altrettanto inedito pubblicato l’anno scorso da Argolibri. Chiuderà il 7 novembre con il Talk di Nunzio Giustozzi, curatore invece della recente altra mostra romana dal titolo “Un atlante di arte nuova. Emilio Villa e l’Appia Antica” e con un intervento poetico dell’attrice Francesca Rossi Brunori.

Ma “Crepita la carta” principia e si estende anche nel catalogo, confezionato artigianalmente in 100 copie numerate, progettato da Lucamatteo Rossi e curato da Giorgiomaria Cornelio e Andrea Balietti, che accoglie i contributi di Bianca Battilocchi, Gabriella Cinti e Marco Giovenale. Un libro-oggetto pregiato, immancabilmente, visto il suo contenuto, realizzato con carte differenti per ogni pagina dalle storiche Grafiche Fioroni, in cui alle copertine dei libri d’arte esposti in mostra (dalle “Idrologie” a “brunt H”, da “L’homme qui descend quelque: Roman Metamytique” a “Green”) si alternano lacerti, appunti sparsi, pagine manoscritte e labirinti verbovisivi dell’autore e a cui aggiungono cartoline ad opera di Francesca Torelli.

Così che “attraversando a ritroso l’attività febbrile dell’autore di ‘Affori’, e le miriadi di costellazioni e arcipelaghi editoriali da lui fondati e affondati, creati dal nulla per esplosioni magmatiche e intuizioni geniali…” – come scrive Valerio Cuccaroni, presidente dell’Associazione Nie Wiem – si rivalorizza quello che fu il suo sodalizio artistico e tipografico, tra gli altri, con Silvio Craia e Giorgio Cegna alla Nuova Foglio, e al contempo l’anima colta e avanguardista di Macerata.

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