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Gent omaggia Jan Van Eyck con una straordinaria mostra (e non solo)
Arte antica
Il cuore delle Fiandre, la città senza tempo, Manhattan medievale, la piccola Venezia del Nord,.. sono tanti i soprannomi attribuiti a Gent (o Gand che dir si voglia). Basta una passeggiata nel centro città per capire le ragioni dietro ognuno di questi. Nel 2020, inoltre, la città belga può fregiarsi di un ulteriore appellativo che le è sempre spettato, ma che ora è più appropriato che mai: la città di Van Eyck. Jan Van Eyck lavorò a lungo a Gent, presso la corte del duca di Borgogna Filippo il Buono e per le ricche famiglie locali. Soprattutto, lasciò alla città il suo più grande e noto capolavoro: il Polittico dell’Agnello Mistico (1426-1432).
Nel 2012 sono iniziati i lavori del monumentale restauro per il capolavoro di Jan e Hubert Van Eyck e soltanto di recente è stato riportato a casa il pezzo più importante: il brano con l’Adorazione dell’Agnello Mistico, svelato nella Cattedrale di San Bavone. Ne parlavamo già qui. A partire da questo evento tanto atteso, un calendario di iniziative tutte pensate per celebrare Jan Van Eyck e la sua importante eredità nella città di Gent. Prima tra tutte, la grande mostra al Museo di Belle Arti.
A Gent la più grande mostra dedicata a Jan Van Eyck
È stato proprio il grandioso lavoro dei restauratori a suggerire l’idea di organizzare una mostra dedicata al maestro dell’arte fiamminga.Van Eyck, an optical revolution ha aperto le porte il 1 febbraio e sarà visitabile fino al 30 aprile 2020 al MSK di Gent.
Esistono una ventina di opere attualmente attribuite a Jan Van Eyck. Il Museo ne accoglie circa la metà, provenienti dai musei e dalle collezioni più prestigiose. Qualche esempio? Il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Metropolitan Museum of Art di New York, la National Gallery di Washington, il Philadelphia Museum of Art e i Musei Vaticani figurano tra i grandi prestatori internazionali. Il risultato è l’esposizione più grande mai organizzata per l’artista, assolutamente unica nel suo genere, che presenta i temi sacri, ma anche i ritratti dei suoi facoltosi committenti e straordinari brani di paesaggio oltre le finestre che fanno da sfondo alle sue opere.
Accanto ai lavori di Van Eyck, oltre 100 opere per situare la sua rivoluzione ottica in una prospettiva più ampia, attraversando le discipline: pittura, scultura, disegno, miniatura. Ci sono copie di alcune delle sue opere perdute, lavori dei colleghi fiamminghi, eredi della tradizione di Van Eyck, ma anche tanti capolavori di pittori italiani come Paolo Uccello, Beato Angelico, Pisanello. Un’occasione che permette un dialogo tra maestri italiani e fiamminghi, tra tempera e pittura a olio.
Il lavoro di restauro del Polittico dell’Agnello Mistico
Punta di diamante della mostra, gli otto pannelli del Polittico dell’Agnello Mistico, visibili per la prima volta dopo il restauro. Sono stati rimossi vecchi strati di ridipintura, che hanno riportato il capolavoro al suo antico splendore, così come lo avevano pensato Jan e Hubert Van Eyck. Qui in via unica ed eccezionale, i pannelli restaurati e quelli di Adamo ed Eva, vengono esposti come singoli lavori, al di fuori della cattedrale di San Bavone, per la prima volta in dialogo con le altre opere dell’artista. Sono tutti sistemati all’altezza
dello sguardo, permettendo ai visitatori di ammirarne la bellezza da vicino, come mai prima d’ora.
In autunno, tutti i pannelli troveranno casa nel nuovo centro turistico pensato ad hoc per il Polittico ricostruito, nella cattedrale di San Bavone. Tesori originali della chiesa e nuove tecniche di presentazione, utilizzando la realtà aumentata, permetteranno di raccontare le vicende incredibili legate al capolavoro di Van Eyck.
Altre tre opere di Van Eyck sono state restaurate, per prepararle al viaggio belga: Ritratto di Uomo, proveniente dalla National Gallery di Londra, Ritratto di Baudouin de Lannoy, dalla Gemaldegalerie di Berlino e il Libro d’ore Torino-Milano, dal Museo Civico di Arte Antica / Palazzo Madama di Torino, che contiene le uniche due miniature ancora esistenti realizzate da Van Eyck. La mostra è stata quindi occasione internazionale per lavorare sul maestro fiammingo.
Qual è stata la rivoluzione ottica di Van Eyck?
La rivoluzione ottica di Van Eyck si basa su tre principi fondamentali. Anzitutto il perfezionamento della tecnica della pittura a olio, come mai prima di allora. La padroneggiava al punto che Giorgio Vasari scrisse che era stato proprio lui, Van Eyck, a inventarla. Vasari consacrò così un mito intorno al pittore fiammingo – destinato a essere sconfessato solo nel Settecento, quando venne riconosciuto che si trattava di una
tecnica già nota nell’antichità. In ogni caso, fu Van Eyck a sfruttare la pittura a olio in modo impareggiabile.
Altro aspetto fondamentale per capire la natura straordinaria della rivoluzione di Van Eyck, il suo spirito d’osservazione del reale, di cui ci restituisce anche i più piccoli, insignificanti dettagli. Ma lo sguardo diretto non è sufficiente per spiegare il suo genio. Va infatti riconosciuta a Van Eyck una grande conoscenza scientifica. L’artista aveva sicuramente studiato il principio dell’azione della luce sulle cose, la proiezione delle ombre, e altri fenomeni luminosi complessi, come la riflessione e la distorsione. Gli studi portati avanti
per la mostra confermano che Van Eyck disponeva sicuramente di strumenti e conoscenze per restituirci in modo così puntuale gli effetti luminosi illusionistici che oggi possiamo ammirare.
La vera essenza della sua arte, della sua optical revolution, risiede nel connotato metafisico, spirituale, che Van Eyck è stato in grado di attribuire alla sua scienza. Un’osservazione del reale precisa e puntuale che ci restituisce uno sguardo adorante al Creato, indiretta emanazione di Dio.
Tutte le iniziative a Gent per l’anno di Van Eyck
Van Eyck, an optical revolution è solo il primo dei tantissimi tasselli che compongono l’annata fitta di appuntamenti dedicati all’artista. Va sottolineato che non c’è nessuna ricorrenza da festeggiare, nessun centenario o anniversario. Non serve, per organizzare una festa intorno al grande maestro fiammingo. Un’occasione unica e straordinaria per conoscere Van Eyck, ma anche per riscoprire tutta la città di Gent. Sia per i turisti alla prima visita, che per i residenti storici, che avranno l’opportunità di compiere un
incredibile viaggio nel passato.
L’intero progetto porta il nome di OMG! Van Eyck was here – ammiccando simpaticamente a Johannes de Eyck fuit hic, la firma che il pittore mise sotto lo specchio nella celebre stanza dei Coniugi Arnolfini, risultando tra i primi artisti a uscire orgogliosamente dall’anonimato. Il termine si riferisce anche all’importanza della presenza di Van Eyck nella città di Gent. D’altronde Gent divenne uno dei centri culturali più importanti d’Europa, anche grazie alla presenza di Van Eyck e del suo straordinario polittico, meta obbligatoria per tutti gli amanti dell’arte.
Tutta la città rende così omaggio a Van Eyck e la mostra esce dai confini del museo e prende vita. Street art, teatro, danza, design, moda, gastronomia, musica, shopping e tanto altro. Tantissimi professionisti sono stati convocati per dedicare un omaggio al grande pittore. Ecco composizioni per coro e organo ispirate ai cantori del polittico, tour guidati per la città, mostre tematiche e laboratori per bambini, ma anche gioielli a tema, cappelli, ceramiche, persino un set di cioccolatini straordinari – pensati con gli ingredienti che Van Eyck avrebbe potuto assaggiare.
A tal proposito, ho acquistato un tè composto con le erbe riconoscibili all’interno del Polittico di Gent. Mi sembra una dignitosa conclusione a questo resoconto, andare a sorseggiarne una tazza.
(Per tutte le informazioni, visitate il sito ufficiale a questo link )