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I mondi esoterici di Leonora Carrington a Palazzo Reale di Milano
Mostre
A cura di Tere Arcq e Carlon Martín, la grande mostra Leonora Carrington testimonia la straordinaria vicenda artistica e personale di questa grande artista che, partendo dalla natia Lancashire, con le sue radici celtiche, visse a Firenze, Parigi, nel sud della Francia, in Spagna e a New York, infine in Messico, dove si stabilì definitivamente. Leonora Carrington (Inghilterra, 1917 – Messico, 2011) è stata pittrice, scultrice, scrittrice e drammaturga: una figura poliedrica che ha saputo esplorare e creare mondi. Instancabile ricercatrice, Carrington sviluppa fin da subito una forte personalità intellettuale in grado di tramutare le sue riflessioni sulla coscienza, alchimia, fiabe, spiritualità, in viaggi sospesi tra realtà e sogno. Il percorso espositivo accompagna lo spettatore in mondi introspettivi, abitati da esseri ibridi e stravaganti, maghi e creature celesti; suddivisa in macrosezioni, la mostra sviscera le tematiche essenziali affrontate da Carrington durante la sua lunga e caleidoscopica carriera artistica.

Dalla prima sezione Grand Tour dentro la vita risale la serie Sisters of the Moon (1932-1933), realizzata tra i 15 e i 16 anni, opere che hanno come protagoniste donne immaginarie e potenti, dotate di conoscenze enigmatiche e accompagnate da creature fantastiche. Durante gli anni in cui Carrington si associa al Surrealismo viene soprannominata Sposa del Vento, titolo della seconda sezione in mostra: le opere prendono sempre più coscienza e abitano gli spazi e gli arredi nella casa condivisa con Max Ernst a Saint-Martin d’Ardèche nel sud della Francia; in mostra è presente un’antina di credenza con una pittura raffigurante una creatura magica.
Nel corso dell’infanzia di Leonora Carrington, e per tutta la sua vita, le fiabe e il genere della fantasia e dell’avventura avrebbero acceso la sua immaginazione. Nelle sezioni Spaesamento. Memoria delle origini, nostalgia delle sponde e in Il viaggio dell’Eroina, sono presenti opere mature, tecnicamente impeccabili. In Las tentaciones de san Antonio (1945) l’artista dialoga apertamente con la tradizione della pittura rinascimentale italiana e fiamminga oltre che con le iconografie religiose, anche in The Magus Zoroaster Meeting his Own Image in the Garden (1960) raffigura la doppia immagine del Profeta Zarathustra.

André Breton, poeta e teorico del Surrealismo, descrisse Leonora Carrington come “un’incantatrice dallo sguardo limpido e beffardo”, una definizione calzante che allude al suo interesse e alla sua fascinazione per l’occulto. Nella quinta sezione intitolata Oscurità luminosa, il focus si sviluppa attorno alle pratiche che furono riscoperte dai surrealisti come fonti di conoscenza, ovvero l’alchimia, spiritismo, magia, astrologia ed esoterismo antico. Leonora Carrington utilizza la pittura come compenetrazione di mondi spirituali, esoterici e magici; illumina zone d’ombra e crea narrazioni attingendo sapientemente da mondi apparentemente lontani. È una narrazione complessa, fatta di simbologie nascoste, proprio come da tradizione esoterica. Il percorso espositivo si chiude con La cucina alchemica, luogo simbolico delle operazioni ermetiche e private. La cucina, tradizionalmente legata alle fatiche femminili, diventa luogo di riscatto e di creazione intesa come forza primigenia e alchemica. Le donne si trasformano in maghe e streghe, utilizzando poteri tramandati e ingredienti segreti. In Grandmother Moorhead’s Aromatic Kitchen (1974) un gruppo di personaggi misteriosi cucinano tortillas e macinano mais intorno ad un tavolo posizionato all’interno di un cerchio di incantesimi magici, osservati da una strega e da un’oca gigante.

La grande mostra antologica svela uno dei profili più interessanti dell’arte del Novecento, un’artista in grado di spaziare tra le diverse forme d’arte in maniera assolutamente contemporanea. Leonora Carrington è una figura sfaccettata, in grado di portare per mano in modi fiabeschi tanto luminosi quanto occulti. È una pittura ricca di messaggi e simbologie, che si svelano a chi le sa cogliere. I personaggi incappucciati, gli animali bipedi, creature ibride e arcaiche sono traccia di altri-mondi o mondi paralleli, e Leonora Carrington – proprio come una medium – è in grado di catturarli nei propri quadri, vividi più che mai.

La mostra è promossa dal Comune di Milano-Cultura, prodotta da Palazzo Reale, MondoMostre, Civita Mostre e Musei ed Electa, Gruppo Unipol main partner e Pirola Pennuto Zei & Associati premium partner, e rientra nel programma dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026. Il percorso espositivo offre un corpus di sessanta opere provenienti da importanti istituzioni internazionali e collezioni private tra cui il Dallas Museum of Art, l’Art Institute of Chicago, il Goddards Charles B. Center negli Stati Uniti, il Banco National de Mexico, il FAMM in Francia, la Galleria Nazionale d’arte Moderna e Contemporanea di Roma, la Peggy Guggenheim Colletion di Venezia e il Frahm & Frahm, oltre a numerosi collezionisti privati provenienti da tutto il mondo.














