30 agosto 2025

La pittura tra passato e presente, Wang Pei e Nieves González alla T293

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Alla Galleria T293 di Roma una doppia personale unisce le opere di Wang Pei e Nieves González: due ricerche che dialogano con la tradizione pittorica, ridefinendone la contemporaneità

Pei Wang The Passing Light, 2025 oil on canvas / olio su tela 100 × 100 × 3 cm

La Galleria T293 di Roma presenta in una doppia personale dedicata a Wang Pei e Nieves González, visitabile fino al 12 settembre 2025: due approcci distinti alla pittura contemporanea, entrambi capaci di dialogare con la tradizione artistica del passato.

Wang Pei: la ricerca della temporalità stratificata

L’opera di Wang Pei (nato nel 1989 in Cina) rappresenta un dialogo tra temporalità, identità culturale e memoria attraverso una pittura che unisce tecniche tradizionali e sensibilità contemporanee. Formatosi in scultura e pittura in Cina, poi specializzatosi in studi medievali a Barcellona, Wang Pei incarna una figura artistica ibrida, sospesa tra culture e epoche differenti.

Il processo creativo di Wang Pei nasce dall’osservazione attenta del quotidiano. Come spiega l’artista, «Le mie opere di solito germogliano da qualche momento quotidiano. Un’impressione visiva rimane a lungo nella mia mente». La mostra romana The Deluge ha infatti origine dalla spiaggia vicino al suo studio barcellonese: «Bambini che si arrampicavano su una struttura di corda… visitatori radunati in piccoli gruppi sulla sabbia», scene osservate «Attraverso un velo sottile, come se appartenessero a un altro mondo». Questo senso di estraniamento non viene respinto dall’artista ma accolto «Come un modo di guardare».

Wang Pei, Installation view “The Deluge” at T293, Rome, July 18 - September 12, 2025. Photo by Eleonora Cerri Pecorella
Wang Pei, Installation view “The Deluge” at T293, Rome, July 18 – September 12, 2025. Photo by Eleonora Cerri Pecorella

Le opere in mostra esplorano la tensione tra transitorietà e apocalisse. Wang attinge a miti universali – dal diluvio biblico ai concetti aristotelici – fondendoli con esperienze personali. Le sue opere, come confessa, «Sembrano il mio autoritratto. Tracciano la temperatura dei miei giorni e il paesaggio della mia mente». Le figure non raccontano storie compiute ma esistono in una condizione di sospensione: «Non stanno annegando, né fuggendo», ma semplicemente resistendo.

L’approccio tecnico di Wang Pei non è mera citazione storica, ma un tentativo di rendere tangibile il passaggio del tempo sulla tela. Attraverso smalti, metilcellulosa e emulsione uovo-olio, l’artista evoca una sensazione di tempo accumulato, dove gli strati rimandano sia alla tradizione antica sia a un’esperienza contemporanea di incertezza. «Spesso uso tecniche materiche che mi fanno sentire ‘in difficoltà’», spiega Wang, «Sebbene questo aumenti il rischio nella pratica effettiva, mi permettono di rallentare il processo».

Wang Pei, Installation view “The Deluge” at T293, Rome, July 18 – September 12, 2025. Photo by Eleonora Cerri Pecorella

Wang Pei cita tra i suoi riferimenti Théodore Géricault per «La forza spirituale nella pittura che trascende la natura», Vilhelm Hammershøi per «La sua austera distanza e qualità poetica», Michaël Borremans per il suo «Senso narrativo assurdo e satirico» e Gerhard Richter per «La sua abitudine di tutta una vita a sfidare se stesso». Questi artisti «Insieme formano il DNA dei miei valori artistici».

L’arte di Wang Pei occupa uno spazio liminale tra passato e presente, Oriente e Occidente. Non nostalgica ma propositiva, cerca nuove forme espressive tra le rovine della storia. Il richiamo alla lentezza costituisce una “resistenza silenziosa” in un’epoca digitale, costruendo un’arte contemporanea che offre domande sulla natura del tempo e il posto dell’uomo nel mondo. Come afferma l’artista, preferisce “la crescita lenta dal nulla a qualcosa”, creando opere che sembrano aver assorbito secoli di storia e cultura.

Nieves González: tra tradizione barocca e contemporaneità

Nel panorama artistico contemporaneo spagnolo, emerge la figura di Nieves González, pittrice nata a Huelva nel 1996, che rappresenta una delle voci più interessanti della nuova generazione. La sua opera coniuga la tradizione pittorica occidentale con il linguaggio contemporaneo, creando un ponte temporale che attraversa secoli di storia dell’arte.

La vocazione di González si manifesta precocemente: a sette anni inizia il percorso in una scuola d’arte di quartiere, iniziazione che segna l’inizio di un cammino culminato nella laurea e master in Belle Arti presso l’Università di Siviglia.

Nieves González, Installation view at T293, Rome, July 18 – September 12, 2025 Photo by Eleonora Cerri Pecorella Courtesy of the artist and T293, Rome

Il linguaggio pittorico si radica nella tradizione barocca spagnola, trovando in Ribera e Zurbarán i riferimenti principali. Come confessa l’artista: «Mi ispira moltissimo il barocco, soprattutto l’arte occidentale dei secoli XVI e XVII». Tuttavia, ciò che rende significativa la sua opera è la capacità di reinterpretare elementi storici attraverso sensibilità contemporanea. «Nel processo di creazione, mi interessa instaurare un dialogo con il presente: incorporare elementi della moda attuale, gesti di emancipazione femminile e dettagli che colleghino il classico al contemporaneo», spiega González. Non si tratta di imitazione nostalgica, ma di reinvenzione che costruisce nuove narrazioni visive.

González opera una sintesi creativa che parla alle complessità del nostro tempo. I canoni classici subiscono metamorfosi deliberata, trasformando il familiare in qualcosa di inquietante e provocatorio. Le opere diventano palinsesti visivi dove i riferimenti storici dialogano con elementi contemporanei.

Riguardo ai soggetti rappresentati, l’artista rivela: «Finora, sono per lo più donne, suppongo per una questione di identità. Desidero che emerga da loro il fatto che siano esseri potenti e forti».

Nieves González, Installation view at T293, Rome, July 18 – September 12, 2025 Photo by Eleonora Cerri Pecorella Courtesy of the artist and T293, Rome

In un’epoca caratterizzata dalla ricerca dell’originalità e dalla rottura con la tradizione, l’opera di González propone un modello alternativo di contemporaneità. La sua arte dimostra che il dialogo con il passato può diventare fonte di ricchezza espressiva, fungendo da terreno di convergenza tra sacro e profano.

González rappresenta una generazione che non teme di confrontarsi con la tradizione europea, reinterpretandola per il presente. La sua opera assume valore culturale ampio, mantenendo vivo il filo di continuità che lega l’arte contemporanea alle radici storiche, suggerendo come l’arte possa nutrirsi della tradizione senza rinunciare alla propria identità temporale.

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