06 dicembre 2025

Le mostre da non perdere a dicembre in tutta Italia

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L’appuntamento mensile dedicato alle mostre e ai progetti espositivi più interessanti di prossima apertura, in tutta Italia: ecco la nostra selezione per il mese di dicembre

Marinella Senatore, Alliance des corps, 2021. Courtesy l’artista e Mazzoleni

Ignazio Gardella. Progettare la città, Sale d’Arte, Alessandria

Chiesa del Sanatorio V.E.III esterno, 1929-1934, Alessandria, ph. Marco Introini

In occasione dei 120 anni dalla nascita di Ignazio Gardella (Milano, 1905 – Oleggio, 1999), la città di Alessandria celebra uno dei più importanti protagonisti dell’architettura italiana del Novecento con la mostra Ignazio Gardella. Progettare la città, in programma dal 18 dicembre al 16 marzo 2026 presso la prestigiosa sede delle Sale d’Arte. L’esposizione, a cura di Emanuele Piccardo, indaga diciassette progetti firmati da Ignazio Gardella tra Alessandria, Milano, Genova e Venezia attraverso documenti originali, fotografie, disegni e schizzi, insieme a una campagna fotografica realizzata appositamente per la mostra da Marco Introini ed Emanuele Piccardo, a cui si affiancano alcune fotografie storiche di Gabriele Basilico.

Fabio Mauri. De Oppressione, Triennale Milano

Fabio Mauri. De Oppressione, Triennale, Milano. Ph. ST

Ha inaugurato il 3 dicembre, e proseguirà fino al 15 febbraio 2026, la mostra Fabio Mauri. De Oppressione, la mostra realizzata da Associazione Genesi in collaborazione con Triennale Milano e Studio Fabio Mauri – Associazione per l’Arte L’Esperimento del Mondo, in occasione del centenario della nascita dell’artista. La mostra è dedicata al tema dell’oppressione nell’opera di Fabio Mauri (Roma, 1926 – 2009), tra i più importanti protagonisti dell’avanguardia italiana del secondo dopoguerra, e avvia le celebrazioni per il centenario della sua nascita che cadrà nel 2026 e che includerà diversi eventi, tra cui grandi mostre retrospettive itineranti, nonché la pubblicazione del catalogo generale delle opere. Tra le storiche opere in mostra, l’installazione Amore mio (1970) sul tema della morte, mai più esposta in Italia dopo la sua presentazione all’omonima rassegna tenutasi a Montepulciano nell’anno della sua realizzazione, Manipolazione di Cultura (1974) ed Europa bombardata (1978) che già dai rispettivi titoli rivelano il tipo di oppressione sottesa; I numeri malefici (1978) presentata alla Biennale di Venezia nel 1978 e ora nella collezione del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, nella quale l’artista rivela come l’errore di calcolo e di giudizio possano essere materia di interpretazione dell’uomo e della Storia.

Ettore Sottsass. Mise en scène, Triennale Milano

Ettore Sottsass e Barbara Radice, Milano, 1977

In programma dal 12 dicembre al 15 febbraio 2026, la mostra riunisce circa 1.200 fotografie in bianco e nero e a colori scattate tra il 1976 e il 2007, periodo che intercorre tra l’anno dell’incontro tra Barbara Radice ed Ettore Sottsass e l’anno della scomparsa di quest’ultimo. Si tratta di un variegato paesaggio della loro vita privata e pubblica a casa e in giro per il mondo, per lavoro e per visite, con poche distinzioni. La vita tra i due ha sempre fatto poche differenze tra il pubblico e il privato. Il titolo della mostra, Mise en scène, si riferisce all’idea di Sottsass che la vita, un poco come per la Commedia dell’Arte, assomigli appunto, alla “messa in scena”, abbastanza improvvisata di un vago canovaccio.

Hito Steyerl. The Island, Fondazione Prada

“The Island” di Hito Steyerl, Osservatorio Fondazione Prada, Milano. Foto Andrea Rossetti, Courtesy Fondazione Prada

In programma fino al 30 ottobre 2026, The Island è il progetto site specific dell’artista Hito Steyerl presentato negli spazi di Osservatorio in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano. L’artista intreccia molteplici narrazioni accomunate dal motivo ricorrente dell’inondazione, evocando temi urgenti come le attuali derive autoritarie alimentate dall’uso dell’intelligenza artificiale, la crisi climatica e le pressioni politiche esercitate sulla comunità scientifica. La mostra presenta un nuovo film di Steyerl, realizzato appositamente per il progetto, che confluisce in un’installazione video e dà origine a una serie di oggetti, strutture e videointerviste. Attraverso questi lavori, tempo e spazio sono riorganizzati prendendo in prestito la logica della fisica quantistica e della fantascienza per esplorarne le dimensioni estetiche e visuali.

Ambrosius. Il Tesoro della Basilica, Basilica di Sant’Ambrogio

Ambrosius. Il Tesoro della Basilica. Capitolino. Ph. Marco Reggi

Ha aperto al pubblico il 3 dicembre Ambrosius. Il Tesoro della Basilica, il nuovo progetto di valorizzazione culturale e spirituale della Basilica di Sant’Ambrogio. Inserendosi nel pieno rispetto della vita liturgica, Ambrosius prevede due interventi principali: il nuovo percorso museale del Tesoro, per valorizzare un patrimonio storico-religioso straordinario, articolato tra l’Aula Ambrosii – l’antica sacrestia dei monaci aperta per la prima volta al pubblico, dove trova definitiva collocazione il letto di Ambrogio – il sacello di San Vittore in Ciel d’oro e il Capitolino, e una nuova area dedicata all’accoglienza dei visitatori e alla didattica: punto di partenza per le visite guidate, luogo di ascolto del racconto multimediale di Ambrogio, ambienti nei quali si svolgeranno i laboratori creativi ispirati ai Tesori e alle tecniche artistiche presenti in Basilica. Due piccoli orti monastici arricchiscono il percorso culturale ed educativo permettendo la conoscenza delle erbe officinali e tintorie.

Riccardo Arena.  GERANOS – Subcultures of the Sun (Movimento III), Casa degli Artisti

Riccardo Arena, The hollow figure Diagram, Courtesy dell’artista e di Casa degli Artisti

Casa degli Artisti opita, dal 9 dicembre al 10 gennaio 2026, la mostra di Riccardo Arena, GERANOS – Subcultures of the Sun (Movimento III), a cura Katia Anguelova, Vittoria Broggini, Giusy Checola, Susanna Ravelli e Giulio Verago, con diversi contributi immaginativi. Il progetto offre un nuovo sviluppo della ricerca di Arena che trasforma il piano terra della Casa in un ambiente processuale in costante evoluzione. La mostra approfondisce un percorso avviato tra Monte Verità e il Museo Elisarion di Locarno, intrecciando mito, archivi, antropologia e pratiche di immaginazione collettiva attraverso materiali di studio, installazioni e interventi performativi.

SATURNALIA, Fabbrica del Vapore

Maura Banfo. Home

In programma dal 5 deicembre al 23 gennaio 2026, la mostra Saturnalia riunisce i lavori di Camilla Alberti, Maura Banfo, Gea Casolaro, Stefania Galegati, Emily Jacir, Ugo La Pietra, Silvia Levenson, Claudia Losi, Marzia Migliora, Margherita Morgantin, Julie Polidoro, Irene Pittatore e Virginia Ruth Cerqua, Marina Sagona, Eugenio Tibaldi, Cosimo Veneziano. Riprendendo l’immaginario dei Saturnali, antica festività romana fondata su condivisione, ospitalità e ribaltamento simbolico dei ruoli, il progetto propone una riflessione contemporanea sul senso comunitario del Natale, inteso come spazio laico di incontro, relazione e responsabilità collettiva. Le opere selezionate affrontano temi etici, politici e civici attraverso linguaggi poetici ed empatici, in dialogo con la dimensione pubblica della Fabbrica del Vapore e con gli archivi verticali Viafarini e DOCVA presenti in sede.

Sibille. Voci oltre il tempo, oltre la pietra, Palazzo Farnese, Piacenza

Domenico Zampieri detto Domenichino, Sibilla cumana, 1617, Galleria Borghese, Roma

La Sibilla cumana del Domenichino arriva a Piacenza, con un prestito eccezionale dalla Galleria Borghese di Roma. Dal 5 aprile al 3 maggio 2023 Palazzo Farnese presenta Sibille. Voci oltre il tempo, oltre la pietra, mostra a cura di Antonio Iommelli, pensata come un’affascinante e complessa esplorazione della figura profetica femminile delle Sibille e concepita per valorizzare il loro ruolo nella storia dell’arte e per sottolineare il loro legame indissolubile con il patrimonio artistico della città. La Sibilla cumana di Domenico Zampieri, capolavoro del Seicento che incarna l’interpretazione classica e vibrante della profetessa, è il cuore dell’allestimento e fulcro di un dialogo temporale serrato con la contemporaneità, grazie alla presenza di otto sculture sibilline dell’artista piacentino Christian Zucconi.

Victoria Mater. L’idolo e l’icona, Parco Archeologico di Brescia Romana 

Victoria Mater. L’idolo e l’icona. Brescia, Parco Archeologico di Brescia Romana. Ph. Alessandra Chemollo. Courtes Fondazione Brescia Musei

Victoria Mater. L’idolo e l’icona, in programma al Parco archeologico di Brescia romana, all’interno del Capitolium, fino al 12 aprile 2026, propone un confronto dialettico tra due bronzi di straordinaria bellezza ed eleganza, ma forse ancor di più di profondo senso e contenuto, che dialogano sullo sfondo creato da uno dei più riconosciuti e apprezzati artisti italiani a livello internazionale. Il progetto segna la collaborazione tra la Fondazione Brescia Musei e il Museo Archeologico Nazionale di Firenze che, dall’11 dicembre 2025 al 9 aprile 2026, ospita un’esposizione gemella, dal titolo Icone di potere e bellezza, con tre teste bronzee di imperatori romani provenienti dalle Collezioni bresciane, in dialogo con materiali delle raccolte medicee.

Marinella Senatore. There is so much we can learn from the sun, Museo Arte Contemporanea Cavalese 

Marinella Senatore, Autoritratto, 2022. Courtesy l’artista e Mazzoleni

Dal 13 dicembre al 6 aprile 2026 il Museo d’Arte Contemporanea di Cavalese presenta There is so much we can learn from the sun, mostra personale di Marinella Senatore, artista italiana contemporanea oggi più riconosciuta a livello internazionale, capace di coinvolgere e muovere l’energia di migliaia di persone senza mai perdere quella dimensione poetica nella quale è possibile ritrovarsi come voci narranti. La mostra, a cura di Elsa Barbieri, si offre come una straordinaria esperienza visiva, di immaginazione e di socializzazione e fa parte del progetto culturale di sistema, Combinazioni_caratteri sportivi, ideato e promosso dall’Assessorato alla Cultura della Provincia autonoma di Trento e si inserisce nell’ambito dell’Olimpiade Culturale di Milano Cortina 2026. 

Luigi Bonazza. Tra secessione e déco, MART

Luigi Bonazza, The Birth of the Day (Allegory of Life) (1921-1932; Bruno Pizzinini Collection)

A quarant’anni dall’ultima grande mostra a lui dedicata, il Mart presenta dal 6 dicembre al 3 maggio 2026 un’ampia monografica sull’artista trentino Luigi Bonazza (Arco, 1877 – Trento, 1965). Formatosi nel clima della Secessione viennese, Bonazza fu uno dei protagonisti del fermento culturale di inizio secolo, in quel Trentino che fu cerniera tra mondi culturali diversi ma profondamente legati tra loro. A cura di Alessandra Tiddia, in un allestimento disegnato da Ruffo Wolf, la retrospettiva  presenta al pubblico 300 opere, tra dipinti, disegni, incisioni, oggetti e documenti d’archivio. Dieci sezioni cronologiche e tematiche (Un trentino a Vienna ai tempi della Secessione; Da Trento a Vienna e ritorno; Il nudo tra incisione e decorazione; I disegni; Orfei moderni: Bonazza e D’Annunzio; Il mito dell’eroe: aviatori e martiri trentini; L’arte pubblica tra sacro e profano; I ritratti; I paesaggi; Artisti “trentini/viennesi”) illustrano il percorso artistico e umano di Bonazza valorizzando al contempo uno dei più preziosi patrimoni trentini, in parte conservato dalla Provincia di Trento, tramite il Mart e la Soprintendenza per i beni culturali, e in parte diffuso tra edifici pubblici, privati, chiese e collezioni.

Vittorio Marella. Sotto il sole, MART

Vittorio Marella, “Under the weight of a heavy sun”, 2025

Fino al 22 marzo il Mart di Rovereto dedica una mostra al giovane pittore veneziano Vittorio Marella. Con un progetto pensato appositamente per gli spazi del museo di Rovereto, l’artista indaga il rapporto tra l’essere umano e l’ambiente, un tema già esplorato attraverso la realizzazione di alcuni cicli pittorici di grande formato, come Verso il mondo nuovo, esposto a Roma, a Palazzo Merulana, nel 2024. Insistendo sulla stessa traiettoria, Marella propone al Mart un nucleo di opere dalla serie Under the weight of a heavy sun (Sotto il peso di un sole opprimente), avviata nel 2024 alla Biennale Arte. Il percorso si apre con quattro tele di formato ridotto che ritraggono alcuni particolari molto ravvicinati e prosegue con otto grandi teleri − vaste tele destinate alla decorazione di pareti o volte come alternativa agli affreschi, usate soprattutto nella tradizione veneziana − che compongono un soffitto dipinto di oltre dieci metri. Il lavoro monumentale ritrae alcuni ragazzi e alcune ragazze sdraiati sotto un sole cocente.

L’INVERNO NELL’ARTE. Paesaggi, allegorie e vita quotidiana, Castello del Buonconsiglio

Jan Wildens, Pattinatori su ghiaccio – gennaio 1615, Genova, Palazzo Rosso

Fino al 15 marzo il museo del Castello del Buonconsiglio di Trento rende omaggio al grande evento con una rassegna dedicata alla rappresentazione dell’inverno nelle arti figurative, in un arco cronologico che va dal Medioevo all’Ottocento. Gli artisti del passato come hanno rappresentato l’inverno e le sue innumerevoli sfaccettature? La mostra vuole rispondere a questa domanda raccontando la stagione invernale, tra realtà e immaginario, attraverso un percorso espositivo che include diverse tipologie di opere d’arte, come dipinti, sculture, incisioni e porcellane. Il progetto espositivo, corredato da un catalogo scientifico edito da Dario Cimorelli Editore, è a cura dei conservatori del museo Dario De Cristofaro, Mirco Longhi e Roberto Pancheri.

Il potere delle macchine. Umanità, ambiente, tecnologia nel Trentino del Cinquecento, Palazzo delle Albere

Il potere delle macchine. Umanità, ambiente, tecnologia nel Trentino del Cinquecento, Palazzo delle Albere. Courtesy MUSE

A partire da conflitti e forme di resistenza del passato, in numerose iniziative si stimola una riflessione sul presente inaugurando spazi di incontro e confronto in un variegato panorama museale nell’Euroregione: Il MUSE, il Museo delle scienze di Trento, apre la sua sede cinquecentesca, il Palazzo delle Albere, per la mostra Il potere delle macchine. Umanità, ambiente, tecnologia nel Trentino del Cinquecento, visitabile fino al 30 maggio 2026. Attraverso l’esposizione di strumenti scientifici, meccanismi e manufatti originali di inizio 1500, concessi in prestito da una quindicina di rinomate istituzioni museali, la mostra spazia dall’astronomia alle prime tecniche di stampa, dalle esplorazioni geografiche all’estrazione mineraria, dalla vita contadina all’evoluzione delle armi da fuoco, fornendo i principali elementi per cogliere la pervasività di tali trasformazioni e suggerendo una riflessione sul futuro che stiamo costruendo.

Sven Sachsalber. Mappare una pratica artistica: un progetto di ricerca di Museion, Museion

Sven Sachsalber / Raymond Pettibon, Max und Moritz, 2019, Artist’s estate. Photo: Hannes Ochsenreiter

Dal 5 dicembre Museion presenta Sven Sachsalber. Mappare una pratica artistica: un progetto di ricerca di Museion, una mostra che restituisce al pubblico il processo di creazione dell’archivio dell’artista altoatesino Sven Sachsalber (1987–2020). Il progetto nasce da una ricerca pluriennale promossa da Museion e finanziata dalla Ripartizione Cultura tedesca della Provincia autonoma di Bolzano, sviluppata in collaborazione con BAU – Istituto per l’arte contemporanea e l’ecologia, e con la famiglia dell’artista. La mostra mette in dialogo materiali d’archivio, documenti, interviste e opere digitalizzate. Il percorso espositivo si articola attorno a sei filoni tematici emersi da oltre trenta colloqui con amici, colleghe e colleghi, collaboratrici e collaboratori dell’artista: art, body, time, books, home, friendship. Questi nuclei offrono nuove chiavi di lettura del suo modo di pensare e creare, e sono accompagnati da citazioni, pubblicazioni e riproduzioni di lavori sviluppati durante la sua intensa attività artistica.

It Takes Two. Opere video dalla Collezione Antonio Dalle Nogare, Fondazione dalle Nogare

It Takes Two. Opere video dalla Collezione Antonio Dalle Nogare, Fondazione dalle Nogare, Bolzano

Fino al prossimo 6 aprile la Fondazione Antonio Dalle Nogare ospita It Takes Two. Opere video dalla Collezione Antonio Dalle Nogare. Il titolo della mostra è un ironico richiamo al fatto che la creazione di un’opera d’arte richiede non solo lo sforzo dell’artista, ma anche la partecipazione dello spettatore, che completa il processo creativo attraverso la percezione. Nell’oscurità di una sala video, il rapporto artista-spettatore diventa ancora più intimo. Come in un confessionale della mente, lo sguardo si abbandona alle immagini, perdendo i riferimenti spaziali e temporali e accogliendo la possibilità di una trasmissione multisensoriale e di un’illuminazione imprevedibile.

L’effimero architettonico. Due allestimenti di Valeriano Pastor e Michelina Michelotto, Fondazione Querini Stampalia 

L’effimero architettonico. Due allestimenti di Valeriano Pastor e Michelina Michelotto, Fondazione Querini Stampalia, Venezia

Fondazione Querini Stampalia presenta L’effimero architettonico. Due allestimenti di Valeriano Pastor e Michelina Michelotto, primo appuntamento di un progetto espositivo più ampio dedicato agli architetti contemporanei che hanno contribuito a modellare identità e trasformazioni di Palazzo Querini Stampalia in una stagione di interventi che ha segnato profondamente la sua storia recente. In programma fino all’8 febbraio e a cura di Armando Cattaneo, Maura Manzelle e Barbara Pastor, la mostra propone in Area Scarpa i progetti dei due allestimenti che Valeriano Pastor e Michelina Michelotto realizzarono nel 1987 per la Querini Stampalia a seguito di importanti progetti e interventi sul Palazzo e in occasione delle esposizioni: I Querini Stampalia. Un ritratto di famiglia nel Settecento veneziano e Cento vetri. Opere in vetro dal 1951 al 1987.

Dolomiti. Un paesaggio tutelato, Stanze della Fotografia

Ristoro durante l’ascesa al Piccolo Lagazuoi; alle spalle, la Tofana di Rozes © Manuel Cicchetti

Con la mostra Dolomiti. Un paesaggio tutelato, le Stanze della Fotografia ospitano un intenso viaggio visivo e narrativo dedicato a uno dei paesaggi di montagna più straordinari al mondo, ammirabile al primo piano fino al 6 gennaio 2026. La 45 opere di Manuel Cicchetti rappresentano il cuore visivo di questo racconto. Il suo sguardo, attento e rispettoso, coglie non solo la grandiosità dei panorami dolomitici, ma anche i segni della presenza umana: un sentiero scavato nella roccia, un’abitazione incastonata nella valle, una strada di alta montagna. Le sue fotografie, realizzate con cura e sensibilità, rivelano la delicata armonia tra l’opera del tempo e quella dell’uomo, tra persistenza e trasformazione, nel ritmo lento delle stagioni e nel respiro delle altitudini. La mostra invita a sostare, osservare e riscoprire la bellezza del limite e la meraviglia della misura.

Il kimono maschile. Trame di vita, racconti di storia, Museo di Palazzo Mocenigo

Il kimono maschile. Trame di vita, racconti di storia, Museo di Palazzo Mocenigo, Venezia

Fino al 4 aprile il Museo di Palazzo Mocenigo ospita Il kimono maschile. Trame di vita, racconti di storia, mostra a cura di Lydia Manavello Silvia Vesco In collaborazione con Museo d’Arte Orientale Venezia. La mostra rappresenta un contributo significativo nell’ambito delle proposte aventi come protagonista l’arte dell’Estremo Oriente, dando risalto tanto alla bellezza del singolo abito quanto al valore dell’insieme; il percorso espositivo che ne scaturisce, articolato in nove sezioni tematiche, da un ampio settore dedicato alle tecniche decorative e tessili, nonché da proposte didattiche formulate ad hoc, mira ad interessare e a coinvolgere tanto gli esperti quanto un vasto pubblico di appassionati e cultori, rappresentando quindi un’importante opportunità di conoscenza e di indagine accademica.

La trattoria della cultura. Dino Boscarato e l’Amelia, M9

La trattoria della cultura. Dino Boscarato e l’Amelia, M9, Mestre

Fino al 6 gennaio, M9 – Museo del ’900 dedica un’esposizione alla Trattoria dall’Amelia e al suo patron Dino Boscarato: un omaggio a una stagione decisiva per Mestre e alla forza di un’idea capace di unire impresa, alta cucina e vita culturale. Ideata da Marco Boscarato la mostra ricostruisce, attraverso fotografie, opere, voci, libri e oggetti di famiglia, l’avventura di un’osteria di campagna che diventa riferimento nazionale e internazionale. Dall’attenzione alla qualità al rapporto con artisti, sportivi, intellettuali e istituzioni, fino ai servizi per la riunione del G7 a Venezia, per il Presidente Sandro Pertini e per Papa Giovanni Paolo II: il percorso racconta un modello di ospitalità che ha dato prestigio alla città e al suo territorio.

Qui e Ora. Due collezioni nello spirito del tempo, Fondazione Alberto Peruzzo

Qui e Ora. Due collezioni nello spirito del tempo, Fondazione Alberto Peruzzo. Ph. Ugo Carmeni

Fino al 12 aprile 2026 negli spazi della chiesa sconsacrata di Sant’Agnese a Padova, prende vita la mostra Qui e Ora, che proprio dalla sacralità del luogo prende spunto, per dialogare con il presente e la contemporaneità.  Opere della Collezione AGIVERONA e una selezione di opere della Collezione della Fondazione Alberto Peruzzo si specchiano idealmente attorno ai nuclei tematici della spiritualità, percezione del tempo e del modo in cui il contemporaneo abita lo spazio della memoria, gettando un ponte tra il Novecento e il terzo millennio e mostrando come il concetto di “sacro” continui a trasformarsi nella sensibilità artistica attuale: un sacro non più confinato all’ambito religioso, ma inteso come attenzione all’essenziale, al passaggio, all’esperienza incarnata del presente.

Nazzarena Poli Maramotti. Jardin Planétaire, Palazzo da Mosto 

Nazzarena Poli Maramotti, Meltemi (2025; olio su carta, 27,5 x 18,5 cm) Foto: Carlo Favero

Tele, ceramiche, carte e objets trouvés danno forma a Jardin Planétaire, la mostra, o meglio il viaggio coinvolgente nell’universo artistico di Nazzarena Poli Maramotti. Il percorso espositivo, visitabile fino al 6 gennaio, propone una panoramica sul lavoro dell’artista reggiana, da sempre focalizzato sul tema del paesaggio, genere che dialoga con la storia dell’arte moderna ma che si rigenera attraverso un archivio personale fatto di fotografie, ritagli, carte e materiali visivi trasformati dal tempo. Come un giardiniere attento, l’artista quindi accetta la necessità di lasciar fare, di riconoscere nell’imperfezione e nel disordine la condizione più autentica del mondo vivente. Le opere in mostra, in gran parte inedite, testimoniano la libertà di espressione con cui l’artista affronta la pittura, anche muovendosi tra supporti diversi: tela, tavola, carta, ceramica, in un dialogo continuo tra materia e colore.

Collezione d’arte. Da Signorelli a Burri, Palazzo Montani Leoni, Terni

Alberto Burri, Combustione

La Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni svela la propria collezione con la mostra Collezione d’arte. Da Signorelli a Burri, aperta al pubblico fino al prossimo 1 marzo negli spazi di Palazzo Montani Leoni a Terni. La mostra Collezione d’arte. Da Signorelli a Burri, curata da Anna Ciccarelli direttore della Fondazione, testimonia un viaggio lungo otto secoli di creatività artistica, dalle radici Medievali, al Rinascimento fino alle avanguardie del Novecento. Attraverso quarantacinque opere viene presentato al pubblico un piccolo “Museo della memoria artistica”, un ponte ideale tra la grande tradizione rinascimentale e la ricerca contemporanea.

Steve McCurry Umbria. Complesso Museale San Francesco, 4 dicembre – 3 maggio 2026

Federico Tosi. Tips and Thuder, Karussell

Federico Tosi. Tips and Thuder, Karussell

Karussell presenta Tips and Thunders, mostra personale di Federico Tosi in programma dal 7 dicembre al 15 gennaio 2026, ideata e realizzata appositamente per gli spazi di Palazzo dei Priori di Fermo che custodiscono i resti della chiesa di San Martino. In questo luogo Tosi ha pensato una serie di interventi che occupano lo spazio per mezzo di una forza generativa, al contempo fisica ed emotiva. Le opere entrano in risonanza tra loro e con lo spazio architettonico, espandendosi oltre misura come una forza tellurica, che smuove per propagazione ricordi arcaici e immagini possibili. Come in un percorso da sogno lucido, in cui la scena è illuminata solo da isolati coni di luce, il riverbero del reale genera scritture fantastiche e surreali.

Riapertura della Pinacoteca civica di Ancona

Carlo Crivelli

Dopo due anni di chiusura la Pinacoteca Civica “Francesco Podesti” di Ancona riapre al pubblico con un nuovo allestimento delle sale espositive permanenti. Un ritorno molto atteso, che restituisce alla città la sua principale sede museale e uno dei più importanti luoghi di cultura delle Marche. La Pinacoteca rappresenta un forte elemento identitario per la città e per questo la sua apertura si inserisce nel percorso di candidatura di Ancona a Capitale italiana della Cultura 2028, e si lega anche al Premio Marche, che dopo vent’anni torna oggi con una mostra dal titolo “Erratica” nella città dorica dove è nato, e che ha contribuito a creare con le opere dei suoi vincitori la collezione d’arte contemporanea della Pinacoteca.

UNAROMA, MACRO

MACRO, Roma

La nuova stagione espositiva del MACRO si apre con UNAROMA, grande mostra collettiva a cura di Luca Lo Pinto e Cristiana Perrella in programma dall’11 dicembre al 6 aprile 2026, che restituisce l’immagine di un panorama artistico romano ibrido, diversificato e generativo. Attraverso linguaggi trasversali – dalle arti visive alla musica, dal cinema alla performance – e uno sguardo intergenerazionale, UNAROMA propone una visione della città costruita come un piano sequenza girato attraverso un ideale green screen: un racconto continuo che attraversa il suo tessuto culturale, fatto di incontri tra realtà eterogenee e comunità in costante fermento. L’allestimento della mostra, progettato dallo studio Parasite 2.0, occupa le due grandi sale dell’edificio ideato da Odile Decq e come in un film che alterna momenti di stasi e di azione, la mostra si articola in tre tempi: UNAROMA SET, UNAROMA LIVE e UNAROMA OFF.

Jonathas de Andrade. Sorelle senza nome, MACRO 

Jonathas de Andrade. Sorelle senza nome, MACRO

In programma dall’11 dicembre al 6 aprile 2026, Jonathas de Andrade. Sorelle senza nome inaugura la nuova programmazione della sala video del MACRO. Fulcro della mostra curata da Cristiana Perrella  è il nuovo video realizzato per Conciliazione 5, progetto promosso dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione del Vaticano, curato da Cristiana Perrella e prodotto dalla Fondazione In Between Art Film, e inaugura la nuova programmazione della sala video del MACRO. L’opera è una nuova produzione nata da una ricerca condotta presso la Fondazione Lelio e Lisli Basso e dedicata ad una comunità di suore che, negli anni Sessanta in Brasile, intrecciò spiritualità, impegno politico e pedagogia sociale per trasferirsi – lasciati i voti – a Roma, perché minacciate dalla dittatura militare, continuando come laiche la loro azione a favore degli oppressi. Tra le voci più significative dell’attuale scena artistica brasiliana, Jonathas de Andrade indaga da sempre le tensioni tra memoria, identità e società, alternando performance, collaborazioni con comunità locali e installazioni che intrecciano documentarismo e finzione.

Abitare le rovine del presente, MACRO

 

La mostra Abitare le rovine del presente – in programma dall’11 dicembre al 22 marzo e declinata appositamente per gli spazi del MACRO – prende avvio dal progetto Agency for Better Living, presentato al Padiglione Austria della Biennale di Architettura 2025, a cura di Lorenzo Romito, Sabine Pollak, Michael Obrist. Curata da Giulia Fiocca e Lorenzo Romito (Stalker), al MACRO la mostra invita gli spettatori a interrogarsi su tematiche di stretta attualità a partire dalle esperienze abitative che connotano Roma: cosa rende uno spazio abitativo di qualità e garantisce buone condizioni di vita? Quali politiche sono necessarie per realizzarle? Come possiamo progettare alloggi equi e accessibili? E quali strategie portano ai risultati migliori? Attraverso installazioni, materiali d’archivio e narrazioni visive, Abitare le rovine del presente restituisce un ritratto inedito della città come laboratorio di convivenza e coevoluzione, dove le esperienze di vita quotidiana si intrecciano con la progettualità istituzionale. Un dialogo fertile che apre a una nuova prospettiva di rigenerazione urbana, di cui Roma si fa portavoce e modello. Completa il progetto espositivo uno “Spazio di negoziazione”, elemento già centrale nel padiglione veneziano: un luogo assembleare costruito come una piattaforma aperta dove le persone sono invitate a sedere insieme in una forma circolare senza gerarchie , discutendo e negoziando le strategie per un abitare migliore e consapevole.

One day you’ll understand, MACRO

A venticinque anni da Dissonanze, uno dei festival più visionari e influenti della scena italiana di musica elettronica e arte digitale attivo a Roma dal 2000 al 2010,  dall’11 dicembre e fino al 22 marzo 2026, con One Day You’ll Understand il MACRO ripercorre la storia del festival per raccontarne la visione anticipatrice e la capacità di connettere linguaggi, architetture e pubblici differenti. La narrazione prende forma grazie all’archivio visivo — composto di materiale fotografico, video e grafico — e l’archivio sonoro, restituendo lo spirito di una stagione che ha segnato la cultura elettronica e visiva a Roma e non solo. Allestita nelle due sale storiche del secondo piano del museo – di cui una dedicata all’ascolto – la mostra sarà accompagnata da una giornata di studi, a cura di Carlo Antonelli e Valerio Mannucci, che intende rileggere con lo sguardo di oggi il potenziale generativo e lo spirito anticipatore avuto dal festival nelle sue dieci edizioni.  Sul crinale tra convegno e assemblea aperta, l’evento coinvolgerà addetti ai lavori, studiosi, artisti e operatori che appartengono alla memoria del festival e persone che da quell’eredità hanno preso le mosse.

Robert Wilson. Mother, MAXXI, Roma 

Lucie Jansch by SIAE 2025

Dal 12 dicembre al 18 gennaio 2026 il MAXXI ospita Mother, l’ultimo lavoro che il regista e artista americano Robert Wilson ha realizzato prima della scomparsa nel luglio 2025, è un’opera che coinvolge il pubblico in un’esperienza emozionale e immersiva, che trascende ogni connotazione religiosa per evocare il mistero universale ed eterno della Pietà: il dolore e la misericordia di ogni madre che tiene tra le braccia un figlio senza vita. Il progetto – di Change Performing Arts e a cura di Franco Laera – entra nella galleria più spettacolare del Museo, oscurandola completamente, ricostruendo in maniera scenografica e astratta la sala dell’ex Ospedale Spagnolo nel Castello Sforzesco di Milano dove la Pietà Rondanini è ora collocata, e focalizza l’attenzione dei partecipanti su un’esperienza da vivere a cavallo tra performance, installazione visiva e concertazione sonora.

Luigi Pellegrin. Prefigurazioni per Roma, MAXXI, Roma 

Luigi Pellegrin, Masterplan Aree FS, Programma di intervento per la riqualificazione e il riuso del patrimonio ferroviario, Roma 1993. Sezione. Courtesy Fondazione MAXXI, Roma, Collezione MAXXI Architettura e Design contemporaneo, Archivio Luigi Pellegrin

Curata da Sergio Bianchi Angela Parente, Luigi Pellegrin. Prefigurazioni per Roma apre il 17 dicembre, e prosegue fino al 6 aprile 2026. La mostra si muove tra visionari disegni di fantasia e la concreta possibilità di applicare queste visioni alla città di Roma: si tratta di una retrospettiva sintetica sull’attività professionale dell’architetto e sul suo parallelo percorso artistico, che presenta al pubblico i due nuclei prevalenti del corpus di materiali conservati al MAXXI, attraverso suggestioni oniriche e surreali e progetti di macrostrutture da sviluppare sul territorio. In particolare, un focus sui suoi lavori per Roma negli anni Novanta con gli interventi immaginati per il Giubileo del 2000 e la ricerca svolta sulle aree delle Ferrovie che prefigura connessioni e sviluppi infrastrutturali ancora attuali e, per molti aspetti, futuribili.

Roma nel Mondo, MAXXI Roma

Iwan Baan, MAXXI, novembre 2009, Courtesy Collezione Fotografia MAXXI Architettura e Design contemporaneo.

Ecosistema urbano contraddittorio e complesso e, al tempo stesso, unicum storico-architettonico senza eguali nel mondo, Roma rappresenta un riferimento nell’evoluzione delle città a livello globale. La mostra Roma nel Mondo, in programma dal 17 dicembre al 6 aprile 2026, con la curatela di Ricky Burdett, ricalibra lo spazio che Roma occupa in relazione alle città di tutto il mondo, attraverso la comparazione di dati e parametri legati alla vita delle città e di chi le abita, ma anche all’idea stessa della Città eterna nell’immaginario collettivo di artisti, letterati, viaggiatori che l’hanno frequentata nei secoli scorsi e di turisti, migranti, studiosi che vivono e leggono la città oggi. Attraverso proiezioni e infografiche, un modello su larga scala di Roma illustra ciò che si cela sotto le dinamiche spaziali, ambientali, sociali ed economiche di una città unica.

Silvia Giambrone. Sub Rosa, Palazzo Doria Pamphili

Silvia Giambrone. Sub Rosa, Palazzo Doria Pamphili, Roma

Fino al 29 marzo 2026 apre al pubblico Sub Rosa mostra di Silvia Giambrone negli Appartamenti Segreti di Palazzo Doria Pamphilj Roma, terza personale dell’artista prodotta da Studio Stefania Miscetti. L’esposizione, realizzata con il supporto della Principessa Gesine Pogson Doria Pamphilj e di Don Massimiliano Floridi, nasce dalla riflessione sull’intrecciarsi di storie personali e Storia, tra stratificazioni di tradizioni e convenzioni sociali, indagando così la costruzione dell’immaginario collettivo domestico e mettendo in dialogo i lavori dell’artista con la natura, la storia, la ricchezza del luogo ospitante.

Capolavori dal Detroit Institute of Arts. Degas – Matisse – Picasso – Renoir – Van Gogh, Museo dell’Ara Pacis

Capolavori dal Detroit Institute of Arts. Degas – Matisse – Picasso – Renoir – Van Gogh, Museo dell’Ara Pacis

Una selezione straordinaria di cinquantadue capolavori, dei grandi maestri dell’arte europea dal XIX al XX secolo, dà forma a IMPRESSIONISMO e oltre. Capolavori dal Detroit Institute of Arts. Degas – Matisse – Picasso – Renoir – Van Gogh. La mostra comprende un insieme di capolavori europei realizzati tra gli anni Quaranta dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, alcuni dei quali entrati nelle collezioni del museo statunitense già poco dopo la loro esecuzione e oggi finalmente in Italia, che documentano una fase cruciale della storia dell’arte, attraversata da trasformazioni profonde che contribuirono a ridefinire il linguaggio pittorico moderno. Attraverso il dialogo tra luce e colore, natura e città, realtà e astrazione, la mostra ripercorre un arco temporale in cui la pittura europea mette in discussione i modelli accademici e, sperimentando nuove modalità di osservazione, apre la strada alle rivoluzioni artistiche del Novecento.

Andrea Pazienza. La matematica del segno, MAXXI L’Aquila

Andrea Pazienza, Senza Titolo, 1974. Collezione privata. MAXXI L’Aquila

Fino all’8 marzo 2026 il MAXXI L’Aquila ospita Andrea Pazienza. La matematica del segno, mostra a cura di Giulia Ferracci Oscar Glioti che celebra l’artista e ci guida nel cuore del suo processo creativo, rivelando come il suo segno abbia trasformato il fumetto in una nuova forma d’arte. Il progetto espositivo riunisce oltre 300 lavori, molti dei quali inediti: disegni infantili, tavole a china, acquerelli, composizioni a pennarello. Opere che raccontano la sua capacità di coniugare precisione e spontaneità, controllo e slancio, misura e improvvisazione. Una produzione in cui convivono pittura e fumetto, fra tradizione e freschezza di un linguaggio contemporaneo e popolare. Organizzata per nuclei cronologici e tematici, la mostra attraversa le tappe fondamentali della parabola creativa dell’artista, restituendo al pubblico non solo la sua energia innovativa, ma anche il legame profondo con l’Abruzzo, terra dove ha mosso i primi passi da artista. Un approfondimento è dedicato a Convergenze, la galleria d’arte pescarese che nel 1973 ha ospitato la prima mostra personale di Pazienza, punto di riferimento per tanti autori di quella stagione artistica.

Albrecht Durer – Maria Lai. Il respiro di un viaggio, Museo CaMuC

Albrecht Durer – Maria Lai. Il respiro di un viaggio, Museo CaMuC

Dal 13 dicembre 2025 al 15 marzo 2026, la Stazione dell’Arte e il CaMuC di Ulassai ospitano Il respiro di un viaggio, una mostra di rara intensità nel panorama culturale italiano che mette a confronto due figure emblematiche della storia dell’arte: Albrecht Dürer e Maria Lai. Attraverso linguaggi distanti cinque secoli ma uniti da una sensibilità condivisa per il valore evocativo del segno e per la ricerca di significato, la mostra invita a riscoprire il potere dello sguardo e dell’immaginazione. L’incontro tra i due artisti trova la sua sintesi nei temi che danno il titolo alla mostra: il respiro, inteso come soffio vitale e ritmo interiore; e il viaggio, come dimensione fisica e spirituale, apertura alla scoperta e spazio privilegiato di trasformazione e rivelazione. Attraverso questo percorso, la mostra fa emergere corrispondenze inattese e restituisce la continuità delle grandi questioni dell’arte: il mistero, la spiritualità, il rapporto con il tempo e con l’immaginazione.

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