28 luglio 2023

‘Lino Tagliapietra. L’origine del viaggio’: Il ponte tra tradizione e innovazione del vetro veneziano

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Il Museo di Ca' Rezzonico di Venezia rende omaggio a Lino Tagliapietra, uno degli artisti più influenti della moderna scultura in vetro, in una mostra visitabile fino al 25 settembre 2023

Courtesy Fondazione Musei Civici di Venezia. Photo Elisa Chesini

Un viaggio unico e affascinante, tra tradizione e innovazione, che trasporta i visitatori in un mondo di creatività, colori e abilità tecnica, grazie alla collaborazione tra la Fondazione Lino Tagliapietra e la Fondazione Musei Civici di Venezia.

Nato a Venezia nel 1934, Lino Tagliapietra iniziò la sua avventura con il vetro sin da giovane, diventando un apprendista a soli undici anni. Un talento che lo porta presto a guadagnarsi il titolo di maestro a Murano, padroneggiando l’arte del vetro soffiato all’età di ventun anni. L’inizio di un viaggio che lo condusse a viaggiare molto e a scoprire nuove ispirazioni in tutto il mondo.

È nel 1979, durante un viaggio in America, che l’artista ebbe un impatto senza precedenti sulla tradizione della soffiatura del vetro negli Stati Uniti. Introdusse gli studenti della Pilchuck School alle tecniche muranesi, stabilendo così un ponte tra la nobiltà della storia veneziana del vetro e le evoluzioni del moderno movimento dello Studio Glass. Il suo insegnamento cambiò radicalmente l’uso del vetro in America, combinando la tradizione italiana con una nuova energia creativa.

Lino Tagliapietra – Niomea – ph. Roberta Orio – detail

«Probabilmente non ci sono due parole più rispettate ed onorate nella storia della moderna scultura in vetro di Lino Tagliapietra; egli costituisce il ponte vivente, la congiunzione cruciale tra l’augusta storia del vetro veneziano e le continue meraviglie di quello che oggi noi chiamiamo il moderno movimento dello Studio Glass» scrive James Yood.

Le 21 opere esposte a Ca’ Rezzonico offrono uno sguardo sulla vasta produzione degli ultimi trent’anni di carriera di Tagliapietra, in dialogo con i capolavori settecenteschi che circondano il percorso espositivo. Tra le opere iconiche, troviamo Dinosaur dal collo longilineo, Fuji, Asola, Niomea, Oca, Africa, Hopi e molte altre. Ognuna di queste opere racconta l’uso di tecniche tradizionali muranesi, come la filigrana, le murrine, l’incalmo, la doppia soffiatura, e processi tipici della seconda lavorazione come la battitura e la molatura.

Uno degli aspetti più affascinanti dell’esposizione è la selezione di pannelli realizzati tra il 1999 e il 2012, in vetro fuso sovrapposto con tecniche e colori diversi. I titoli delle opere, come Finestra sul campiello, Ponticello e Rio Grande, rivelano le ispirazioni del maestro, che spaziano dalle emozioni suscitate dalla natura alle grandi passioni, come la pittura di Rothko. In contrasto con la sua pratica di quasi mai realizzare disegni preparatori, questi pannelli si rivelano opere pittoriche più che scultoree.

Courtesy Fondazione Musei Civici di Venezia. Photo Elisa Chesini

Ma è Giuditta a chiudere l’esposizione al secondo piano, un pannello di vetro installato come una pala tra due pale d’altare. L’opera è un omaggio ai colori accesi e al profilo stilizzato, una preghiera e un ringraziamento per una vita dedicata al colore e all’arte del vetro.

«Dopo la retrospettiva del 2012 e la mostra a Murano del 2019, questa sarà la prima mostra istituzionale nella mia città dopo tanto tempo» spiega l’artista durante la conferenza stampa, «e ritengo che Ca’ Rezzonico sia la collocazione migliore. La grandiosità delle decorazioni del palazzo mi ha ispirato una selezione di opere apparentemente inusuale: grandi pannelli che ricordano dipinti e altre opere realizzate tutte con tecniche tipicamente veneziane, ma di ispirazione internazionale, tra tradizione e arte moderna. Spero vivamente che questa mia mostra incontri il favore dei visitatori, mostrando loro ancora una volta la meravigliosa versatilità del materiale che mi ha accompagnato per tutta la vita: il vetro.»

Recentemente, lo scultore, all’età di ottantotto anni, ha rielaborato l’antica tecnica del vetro colorato, inserendo la filigrana soffiata a mano all’interno della tradizionale rete di una struttura in piombo.  Questa mostra rivela quindi l’essenza dell’arte del vetro. Diventando il ponte tra passato e presente, tradizione e innovazione. Il suo viaggio, fatto di creatività, colore e abilità, lascia un’impronta indelebile nel mondo dell’arte, influenzando nuove generazioni di artisti e continuando a tracciare il percorso verso un futuro luminoso e affascinante.

Courtesy Fondazione Musei Civici di Venezia. Photo Elisa Chesini
Courtesy Fondazione Musei Civici di Venezia. Photo Roberta Orio

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