13 giugno 2022

‘Oltre’: Innocenzo Odescalchi all’Antica Fornace del Canova, Roma

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Nel bicentenario della morte di Antonio Canova l’associazione culturale CANOVA22 dedica allo scultore un omaggio con la personale di Innocenzo Odescalchi. Fino al 30 giugno

Innocenzo Odescalchi, Oltre, Fornace del Canova, 2022. Courtesy Fornace del Canova

Nell’anno del bicentenario della morte di Antonio Canova a Roma alla Fornace del Canova, fino al 30 giugno, l’associazione culturale CANOVA22 presenta la personale di Innocenzo Odescalchi “OLTRE”, a cura di Fiorenza d’Alessandro e accompagnata da un testo di Claudio Damiani.

«Innocenzo Odescalchi approda alla Fornace del Canova con un progetto dedicato al tema ricorrente dell’opera canoviana: il “rito di passaggio”. “OLTRE”, l’installazione site-specific, si svolge nei due principali ambienti dello spazio in Via Antonio Canova, l’antifornace dove s’incontra il mostro arcaico che pietrifica con lo sguardo: il “ritratto di Medusa”, la prima ad apparire in una sorta di anti-inferno, mentre vicino a lei si socchiude la porta di “entrata”, un chiaro riferimento a Canova, qui padrone di casa (impossibile non omaggiarlo), e alla famosa tomba della Basilica dei Frari a Venezia dove è sepolto il suo cuore, quell’anta da cui trapela il nero dell’”OLTRE”, il passaggio per entrare nell’Ade per incontrare “il battesimo di Lucifero”», ha spiegato CANOVA22. 

Abbiamo parlato del progetto espositivo con Fiorenza d’Alessandro, curatrice, e con l’artista nell’intervista qui sotto.

Innocenzo Odescalchi, Oltre, Fornace del Canova, 2022. Courtesy Fornace del Canova
Come è nato il progetto espositivo “OLTRE”?

Fiorenza d’Alessandro: «L’associazione CANOVA22 sita nell’antica fornace dove Antonio Canova fondeva i suoi bozzetti, ha una consolidata attività multidisciplinare con una particolare attenzione al coinvolgimento di artisti che interpretano l’avvolgente spazialità del luogo con opere specifiche.
Del resto se si riflette sulla necessità di far emergere le espressioni degli artisti contemporanei che aiutano a decifrare la mutevole realtà del presente, il senso più profondo della lezione canoviana, le scelte privilegiate dell’associazione vanno in quella direzione. In questo filone che ha visto opere di Felice Levini, Luigi Ontani, Franz Prati, Giuseppe Salvatori, s’inserisce la creatività di Innocenzo Odescalchi che dedica la sua opera in occasione del bicentenario dalla morte di Antonio Canova, al tema del “rito di passaggio” fortemente presente nell’opera canoviana, mentre con il Battesimo di Lucifero abita lo spazio avvolgente della fornace con un’opera dalla forte componente emotiva».

L’installazione è ricca di riferimenti letterari, mitologici, religiosi. Che ruolo hanno, in generale, questi elementi nella ricerca di Innocenzo Odescalchi?

Innocenzo Odescalchi: «La relazione fra la mia opera e i legami letterari, mitologici e religiosi sono come dice Claudio Damiani “un incontro fra i due mondi dell’occidente: paganesimo e cristianesimo”. I simboli sono tre da una Medusa che pietrifica, la Porta ispirata a Canova per l’entrata degli Inferi, Lucifero e la sua irrevocabile condizione voluta dal destino. La Medusa, la Porta e il Diavolo sono uniti dallo stesso processo distruzione-creazione indispensabili per la riuscita dell’opera, rispettano i compiti a loro assegnati non avendo un ruolo etico ma solo estetico. L’arte ferma il tempo con il solo sguardo della Medusa e pratica un processo alchemico rendendola materica quindi scultorea».

Innocenzo Odescalchi, Oltre, Fornace del Canova, 2022. Courtesy Fornace del Canova

Potete raccontarci, in estrema sintesi, la poetica dell’artista?

Fiorenza d’Alessandro: «La ribellione di Lucifero a Dio è la causa della sua continua sofferenza, una sofferenza senza fine della quale Lui si vuole liberare. Con la sua mano capovolta in cerca della luce mentre il corpo si ostina a trovare una fonte di redenzione ma trova solo liquido combustibile. Vani sono i tentativi di riscattarsi, con il suo “urlo sordo” e il suo idioma astruso (alfabeto estinto) raffigurato sul petto, rimane confinato nell’Ade.
La poetica di Odescalchi è quella di ricreare con i suoi lavori un orientamento, le opere spesso assomigliano a delle mappe dove l’immagine affiora tra mondi sensibili, in questo caso il processo è inverso: la fornace ha permesso all’artista di produrre un’opera immersiva».

Quali saranno i prossimi progetti di CANOVA22?

Fiorenza d’Alessandro: «A seguito dell’opera di Odescalchi, in settembre, è prevista un’installazione site-specific di Fiorenzo Zaffina, che si è inspirato al gruppo di Amore e Psiche con l’opera Crisalide. Inoltre uscendo dalla fornace e allargando il punto di vista verso il paesaggio romano, ritroviamo lungo l’Appia Antica le tracce del lavoro di Canova nel ruolo di sovrintendente ai beni archeologici. D’altro lato, considerando il rapporto speciale del Canova con la danza, l’associazione è in procinto di realizzare un progetto di un Festival con artisti nazionali e internazionali che realizzeranno coreografie riferite alle opere canoviane nella cornice del Ninfeo della Villa dei Quintili».

E i prossimi progetti espositivi dell’artista?

Fiorenza d’Alessandro: «Per quanto riguarda Innocenzo Odescalchi risponde che non parla mai del futuro».

Fornace del Canova. Foto: Marco Benvenuto (2015)

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