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Per Luca Ceccherini, il paesaggio è un frammento interiore che riaffiora
Mostre
Per Il coltello nel noce, prima personale negli spazi di Casa Di Marino, a Napoli, l’artista Luca Ceccherini presenta una serie di nuove tele che confermano l’asse centrale della sua ricerca: un paesaggio rurale toscano osservato da vicino, ridotto ai suoi materiali minimi e poi ricomposto come scena mentale più che come luogo reale. Le opere più grandi dialogano con lavori su carta e cartonlegno recuperato. La scelta dei supporti non è un vezzo: Ceccherini lavora con superfici già segnate dal tempo e queste tracce diventano parte dell’immagine. La pittura si appoggia alla materia, la segue, la lascia emergere. Il paesaggio non compare mai nella sua forma panoramica ma attraverso frammenti – radici, fusti, foglie – che capovolgono l’ordine abituale dello sguardo. Tutto viene dal basso, come se l’artista costruisse la scena da un punto cieco.

In questo contesto appaiono figure appartenenti all’immaginario rurale dell’Aretino e del Casentino: contrabbandieri, cacciatori, agricoltori. Non sono personaggi da illustrazione ma presenze sobrie, quasi trattenute, che si inseriscono nella pittura con lo stesso statuto dei tronchi o delle zolle di terra. Ceccherini non lavora sulla nostalgia né sul folklore ma su una continuità culturale che resta silenziosa e ancora operativa, tra gesti, usanze, modi di leggere il bosco e il terreno.
Dal punto di vista formale, la mostra insiste su una gamma scura e terrosa, interrotta da lampi fluorescenti che definiscono traiettorie interne. La superficie è densa, talvolta nebulosa, e tende a fondere figura e ambiente in un’unica massa atmosferica. Il riferimento al “medioevo” non è citazionista, né didattico, piuttosto è un codice visuale che riaffiora naturalmente, come parte di un immaginario sedimentato, condiviso.


L’assenza di apparati esplicativi, scelta non frequente ma coerente, lascia come unica guida al visitatore soltanto un testo estratto da una descrizione ottocentesca di un piccolo borgo montano del Casentino, Carda. È un indizio più che una guida, serve a posizionare la mostra in un territorio, non a spiegarla.


Il coltello nel noce funziona proprio per questa essenzialità. Ceccherini non cerca allegorie, non costruisce narrazioni retoriche e non ricorre all’aggancio facile con l’attualità. Mostra invece come un certo modo di guardare la campagna, ravvicinato, parziale, concreto, possa ancora produrre immagini contemporanee senza bisogno di attualizzazioni forzate. Il tempo, nelle sue opere, non è tema, è il materiale di fondo.

La mosta di Luca Ceccherini sarà visitabile da Casa Di Marino, a Napoli, fino al 29 novembre 2025.

















