22 gennaio 2020

Ricalcolo: a Gorizia, una mostra sul miraggio della perfezione tecnologica

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Troppa fiducia nei dispositivi super intelligenti? A Gorizia, tre artisti ci svelano le possibilità dell'errore tecnologico e del Ricalcolo, con una mostra

Ricalcolo, veduta della mostra a Gorizia
Emilio Vavarella, Report a problem, 2012

Sembra tutto perfetto. Le immagini e i video che scorrono sullo schermo dello smartphone sono esattamente ciò che è la realtà. Il percorso indicato da Google Maps è senza dubbio quello giusto per la meta prefissata. Va tutto bene. E invece no. La perfezione è un miraggio, cioè una costruzione mentale, a maggior ragione quando si tratta di applicarla all’ambito della tecnica e della tecnologia. Insomma, l’errore è dietro l’angolo e dietro lo schermo. E allora, meglio fare un “Ricalcolo”, come titola laconicamente la mostra a cura di Davide Bevilacqua visitabile a Gorizia fino al 9 febbraio, nell’ambito della terza edizione di MIND THE _GAP, progetto d’arte contemporanea promosso da Altreforme Udine con il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e nato dalla collaborazione con il Parco Basaglia – ASS2 Bassa Friulana-Isontina. “Di territori computanti e dei loro attuatori analogici”, continua nel sottotitolo, che nel linguaggio nasconde l’ironia: cosa sono, chi sono questi attuatori analogici? Forse le persone? A loro volta dispositivi analogici, appunto, che interagiscono con questi territori super intelligenti, iper connessi.

In mostra le opere di Sofia Braga, Emilio Vavarella e del collettivo KairUs, media artist che, con le loro opere, indagano il controverso rapporto tra individui, società e tecnologia, evidenziando come l’impiego pervasivo dei dispositivi digitali abbia trasformato il nostro rapporto con il quotidiano.

Sofia Braga va sulla superficie aptica delle cose, tra le interfacce delle piattaforme social e lo scrolling compulsivo/meditativo. Nella performance-installazione Welcome to my channel (2020), Braga riflette sulla consuetudine contemporanea del confidarsi in rete senza filtri, attraverso la fluidità delle immagini e dei video registrati dai social network. Nell’opera You Are Running Out of Battery (2018), protagonista è il pollice – o l’indice, per qualcuno – cioè la reiterazione ad libitum sfumando dello scorrimento delle home.

Emilio Vavarella mostra il lato risibile del popolare servizio di mappatura Google Street View, piattaforma che processa incessantemente miliardi di immagini panoramiche scattate da collaboratori volontari e per restituire una rappresentazione virtuale della superficie terrestre. Vavarella ricerca e colleziona maniacalmente i glitch, errori digitali prodotti dagli algoritmi nella fase di creazione della mappa virtuale e poi costantemente corretti ma che possono rivelare aspetti di solito nascosti all’utente, come l’identità degli anonimi cartografi delle Google Cars in The driver and the camera (2012) o i paesaggi sbagliati di Report a problem (2012).

KairUs, collettivo costituito dalla finlandese Linda Kronman e dall’austriaco Andreas Zingerle, esplora temi quali la vulnerabilità dei dispositivi dell’IOT – Internet Of Things, l’Internet delle Cose, e la contraddittoria aziendalizzazione della governance cittadina delle Smart Cities. Nella video-installazione Future past still in the making (2019) il duo ci mostra come i piani urbanistici delle città intelligenti siano ricalcati sugli artifici retorici e ideologici delle grandi aziende del digitale, mentre in Panopticities (2019) sistemi di videosorveglianza pubblici e privati sono rappresentati da un punto di vista critico.

«Con i loro lavori, Sofia Braga, Emilio Vavarella e KairUs, mettono in luce le retoriche e le contraddizioni tra i mondi smart e dumb, cercando di smontare criticamente le illusioni e le false speranze nella tecnologia contemporanea» e ha precisato «Ciò che viene proposto in questa mostra è un mondo costituito non da tecnologie perfette e infallibili, ma una realtà fatta di 404, di errori di pianificazione, e di progetti digitali che si infrangono contro la complessità del mondo analogico. L’accettazione di questo questa imperfettibilità, potrebbe essere un primo passo per ri-bilanciare la relazione tra uomo e tecnologia», ha spiegato ì Davide Bevilacqua, curatore della mostra e media-artista lui stesso.

La mostra “Ricalcolo”, visitabile a Gorizia nelle sedi di KB 1909/BELO 189 e della Biblioteca Statale Isontina, rientra nel più ampio progetto d’arte contemporanea MIND THE GAP, avviato da Altreforme Udine con le mostre degli artisti Maria Rebecca Ballestra nel 2017 e di Christian Fogarolli nel 2018.

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