27 luglio 2020

Il Governo tedesco smantella la Prussian Cultural Heritage Foundation

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La Prussian Cultural Heritage Foundation, l'ente che sovrintende le più importanti collezioni pubbliche, dal Museo di Pergamo alla Neue Nationalgalerie, verrà smantellata. Anche in Germania i musei autonomi?

Altare di Zeus, Pergamonmuseum di Berlino

La Prussian Cultural Heritage Foundation, SPK – Stiftung Preußischer Kulturbesitz, l’ente statale tedesco che sovrintende a 15 collezioni, tra cui quelle di alcuni dei musei più famosi della Germania, come Hamburger Bahnhof, Museo di Pergamo e Neue Nationalgalerie, sarà sciolta dal Governo.

La Fondazione, con sede a Berlino, è stata istituita nel 1957, con la missione di acquisire e preservare l’eredità culturale dell’ex Stato della Prussia e, attualmente, è una delle maggiori organizzazioni culturali d’Europa. Nel 2019, ha operato con un budget di circa 356 milioni di euro e attualmente conta circa 2mila collaboratori. Le collezioni sotto la sua supervisione comprendono un patrimonio di 4,7 milioni di opere d’arte e oggetti. La decisione, annunciata lo scorso 13 luglio, arriva a seguito di un’approfondita indagine durata due anni.

Prussian Cultural Heritage Foundation
Busto di Nefertiti parte della collezione della Prussian Cultural Heritage Foundation

I risultati dell’indagine sulla Prussian Cultural Heritage Foundation

Gli esiti dell’osservazione hanno reputato la grandezza della fondazione eccessiva e questo andrebbe a scapito della sua efficienza. Il rapporto, dall’estensione di 278 pagine, ha dunque raccomandato la riorganizzazione della Prussian Cultural Heritage Foundation in più settori autonomi: uno per i musei statali, tra cui l’Istituto per la ricerca musicale, uno per la Biblioteca di stato, uno per gli Archivi di Stato segreti e una per l’Istituto Ibero-americano. Le istituzioni sarebbero così gestite in modo autonomo e, diversamente dall’attuale sistema, potendo così disporre liberamente del personale e del proprio budget. Una misura per certi versi assimilabile alla Riforma con la quale il ministro Dario Franceschini, nel 2014, introdusse i Poli museali autonomi, come le Gallerie degli Uffizi e il Museo di Capodimonte, svincolandoli dalle Soprintendenze.

Il ministro della cultura tedesco, Monika Grütters, e il presidente della Fondazione, Herman Parzinger, hanno espresso il loro appoggio sulla riorganizzazione in più settori autonomi. La Fondazione, all’attivo da 60 anni, soffre di un «sovraccarico strutturale», afferma Marina Münkler, a capo del team che ha condotto lo studio.

L’obiettivo è quello di far funzionare i musei e le biblioteche in modo più efficiente e anche di allineare la Germania ai tempi, soprattutto per quanto riguarda i dibattiti sul patrimonio coloniale e la digitalizzazione. «I musei all’interno della Prussian Cultural Heritage Foundation sono solo parzialmente in grado di soddisfare le richieste di un pubblico internazionale» si legge dal rapporto.

Parzinger, che andrà in pensione tra cinque anni, ha definito le proposte per la riforma sulla gestione dei musei una «grande opportunità» per le singole istituzioni di avere «maggiore autonomia». Tuttavia Grütters ha riconosciuto che l’attuazione dei cambiamenti desiderati richiederà tempo, osservando che questa manovra «Non è uno sprint, ma una maratona».

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