01 marzo 2023

Musei Civici di Venezia: le novità del programma 2023

di

Mattia Agnetti, Segretario Organizzativo di Fondazione Musei Civici di Venezia (MUVE), ci spiega alcune delle novità del programma 2023 dei Musei Civici, tra innovazione, funzionalità e accoglienza

Palazzo Ducale

Un programma ampio, che spazia tra numerose proposte espositive nelle diverse sedi museali, interventi di restauro, e azioni didattiche ed educative. Alle spalle importanti investimenti, idee innovative e un costante lavoro. Quello delle oltre 500 persone che insieme allo staff di conservatori, curatori, tecnici e professionisti, ogni giorno lavorano nella Fondazione, accogliendo e fornendo assistenza ai visitatori che arrivano dall’Italia e da tutto il mondo.

Una nuova impostazione. Quest’anno la programmazione dei Musei Civici di Venezia, accompagnata da una pubblicazione che guida il lettore alla scoperta delle varie iniziative riguardanti musei, biblioteche e archivi, presenta un gran numero di proposte espositive. Quali sono le novità da segnalare ai nostri lettori?

La caratteristica di questa pubblicazione è di presentare il programma dei Musei Civici di Venezia a 360 gradi, senza voler essere esaustivo perché sarebbe molto difficile. Abbiamo voluto riprendere ciò che viene fatto anche in altre realtà museali nel mondo, ossia presentare le iniziative nelle diverse sedi di MUVE attraverso una pubblicazione. I musei non vivono solo di progetti espositivi, i musei vivono prevalentemente di cura e conservazione delle proprie collezioni. Sappiamo bene che il pubblico è cambiato, non è lo stesso di 20 anni fa, è un pubblico più ampio, più generalista che allo stesso tempo ha nuove esigenze legate ai servizi, in quello che è un approccio moderno alla fruizione del museo. Il programma 2023 presenta gli highlights di ogni singolo museo del nostro sistema, chiaramente mantenendo dei pilastri verticali comuni a tutti. Si parla delle attività di conservazione e studio, delle attività educative, fondamentali nella vita del museo, dei progetti espositivi e ovviamente degli investimenti che facciamo nelle varie sedi.  Il nostro proposito è quello di continuare nei prossimi anni su questa linea, presentando l’attività di ogni Museo nella sua totalità e ricchezza. In questo modo, chi riceve il programma, scaricabile anche dal sito istituzionale MUVE, può avere fin da subito un’idea della programmazione, di ciò che accade e quando.

Vittore Carpaccio-Fuga in Egitto (Washington)

Una rete di collaborazioni, grazie alla quale è stato possibile portare interessanti mostre nel territorio veneziano. Come nel caso di Vittore Carpaccio (1465 ca. – 1525/26 ca), che ritornerà a Palazzo Ducale dopo la prima tappa alla National Gallery of Art di Washington, con dipinti provenienti dai più grandi musei internazionali. Come verrà alimentata questa rete di collaborazioni?

La rete di collaborazione con i musei opera a più livelli, i principali sono tre, il primo è quello degli scambi di opere finalizzati a progetti espositivi, ad esempio nel 2022 sono uscite più di 450 opere dalle nostre collezioni, richieste in prestito da Musei di tutto il mondo. Un altro elemento importante è la condivisione di progettualità in comune, Vittore Carpaccio ne è un esempio, i nostri storici dell’arte e conservatori lavorano con i colleghi del museo partner ed elaborano un progetto in comune. Abbiamo fatto spesso queste attività in passato e continueremo a farle in futuro. Nel mese di giugno verrà una delegazione del PMA, il Philadelphia Museum of Art, dove siamo stati in autunno, e lavoreremo con loro ad un nuovo progetto. Questo è un modus operandi che non può riguardare tutti i progetti espositivi, in quanto molti nascono dalle nostre collezioni o non si prestano ad essere tappe di un percorso che comprende altri musei. L’idea di creare delle collaborazioni rimane comunque una strada sulla quale continueremo a lavorare, sfruttandone la capacità di instaurare fruttuosi collegamenti, sia interni per lo staff, sia come output per il pubblico.

Un ultimo tema importante è quello degli scambi legati ai progetti per attività educative, ad esempio, recentemente abbiano avuto una missione in America che ha portato allo sviluppo di progettualità educative con il Corning Museum of Glass e il Museo del Vetro di Murano. Abbiamo anche collaborato con la Collezione Phillips di Washington, per alcuni progetti nelle scuole su tematiche legate all’immigrazione. In Europa abbiamo un’immigrazione con caratteristiche, sfaccettature e problematiche diverse da quella vissuta negli Stati Uniti, che va però allo stesso modo approfondita e raccontata sotto il profilo della positiva contaminazione delle culture, piuttosto che come contrasto tra le stesse.

Palazzo Ducale – operazioni di monitoraggio e interventi sugli apparati decorativi

Il museo di ieri, oggi e domani. I bisogni dei fruitori dei musei cambiano continuamente, come si adatta MUVE alle diverse esigenze del visitatore?

Partendo da una visione generale, bisogna operare una distinzione tra museo e museo, la collocazione territoriale di un museo caratterizza la fruizione dello stesso. Vivere ed operare in una grande città di destinazione turistica è diverso dal gestire una collezione in una città di provincia, la quale si rivolge non esclusivamente, ma prevalentemente, al pubblico locale. C’è un minimo comune denominatore per tutti i musei ma poi ogni realtà ha le sue specificità. Noi abbiamo una sfida costante molto impegnativa, beneficiamo dal fatto di essere a Venezia, dove sono presenti flussi turistici di milioni di persone e gestiamo collezioni di grande rilevanza e qualità. La varietà di musei presenti all’interno di MUVE comporta anche la presenza di pubblici diversi, questo necessariamente ci fa personalizzare il modo in cui operiamo, dalla promozione, alla comunicazione, ai servizi che vengono offerti.

Marco Petrus – Capriccio n. 3

Una cultura e un’organizzazione trasversale tra i vari musei. Il programma 2023 parte dall’attesa monografica su Carpaccio al Ducale, fino a quella di Chagall al Centro Candiani a Mestre. Nel mezzo la grande mostra di Carla Accardi al Correr e il “Ritratto Veneziano dell’Ottocento” a Ca’ Pesaro, insieme a molte altre. Qual è il filo conduttore che lega la programmazione MUVE 2023?

Il filo conduttore non è tanto tra le iniziative che si propongono nelle diverse sedi, essendo una rete di musei, quanto piuttosto nella singola iniziativa connessa alla sede. Il filo conduttore si trova nel fatto che i progetti ospitati nei singoli musei hanno sempre una spiccata correlazione con la collezione che le ospita. Ma tornando al programma, la novità per noi è il grande impegno a Mestre. Stiamo facendo un grande lavoro su di uno spazio espositivo nuovo, sul quale andremo ad investire, ovvero il Centro Culturale Candiani, che nelle nostre intenzioni, e in quelle dell’Amministrazione Comunale, diventerà la casa della modernità e della contemporaneità.

Palazzo Ducale – operazioni di monitoraggio e interventi sugli apparati decorativi

Una relazione con i musei di tutto il mondo che porta MUVE ad operare anche all’estero, quali sono le mostre “veneziane” in programma tra Stati Uniti e capitali Nord Europee? 

Le mostre che abbiamo inserito nel programma sotto il capitolo ‘MUVE Outdoor’ sono progetti che nascono prevalentemente dalle nostre collezioni. Possono essere proposti in Italia ma allo stesso tempo diventare progetti ambasciatori della città in tutto il mondo. Un esempio è ‘Venice. Queen of the Sea’ che ha inaugurato prima in Danimarca e tra poche settimane a Tallin in Estonia.  Questi progetti oltre a promuovere Venezia e la sua storia, sono anche volano per un turismo di qualità, motivi per cui abbiamo deciso di investire su questa linea. Anche ‘Venice and the Ottoman Empire’ verrà presentato in tre diverse sedi negli Stati Uniti tra il 2024 e il 2025. Infine, stiamo perfezionando alcuni nuovi progetti che saranno presentati in Cina e in America e che partiranno sempre da approfondimenti e ricerche sulle nostre collezioni. Lo sviluppo della mostra avviene partendo dalla costituzione di un team di progetto; quindi, viene selezionato un senior curator e due figure junior che lo assistano nella realizzazione dell’idea.La stessa mostra su Kandinsky, oggi al Centro Culturale Candiani di Mestre, che nasce dalle nostre collezioni, ha già suscitato interesse in alcune realtà museali italiane, le quali hanno richiesto di proporla per il 2024. Per noi questo è motivo di grande soddisfazione, perché è un modo di valorizzare le stesse collezioni del Comune di Venezia che gestiamo.

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