27 dicembre 2022

Tra venti di guerra e Terzo Paradiso: il programma 2023 del Castello di Rivoli

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Presentato il programma espositivo del 2023 del Castello di Rivoli: in calendario, una collettiva dedicata all’arte in tempi di guerra e un progetto speciale di Michelangelo Pistoletto

Michelangelo Pistoletto, Venere degli stracci, 1967. Foto Renato Ghiazza Courtesy Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli-Torino

Tra deflagrazioni belliche e silenzi sottomarini, il 2023 del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea sarà decisamente polifonico. Il museo diretto da Carolyn Christov-Bakargiev ha annunciato il programma del nuovo anno e, tra progetti speciali e mostre collettive, mette in calendario, come appuntamento clou per l’autunno prossimo, anche una personale dedicata al grande Michelangelo Pistoletto e un riallestimento della sempre suggestiva collezione permanente, costantemente arricchita nel corso degli anni, con tanto di pubblicazione della nuova edizione del catalogo.

Castello di Rivoli, le mostre principali del 2023

«Programmare un museo nell’anno 2023 significa pensare all’arte come esperienza sensoriale corporea, come luogo di svago e di felicità reale, ma anche pensare all’arte come presa di coscienza dei traumi storici in corso, dall’Afghanistan dei Talebani, alle bombe che cadono in Ucraina, fino alle proteste e alla repressione in Iran», ha dichiarato Christov-Bakargiev, facendo riferimento alla responsabilità del museo d’arte contemporanea non solo come luogo di memoria storica ma anche come spazio in cui dare “forma” alle criticità dell’attualità. «Quasi un ossimoro, l’arte cura attraverso l’estetica ma anche attraverso l’intelligenza degli artisti e il pensiero critico che genera nei visitatori. Da un lato vedremo l’ambiente immersivo e psichedelico di Olafur Eliasson e il CONCERTINO per il mare di Renato Leotta, dall’altro le opere di artisti in guerra: questa compresenza di piacere e di dolore, questa contemporaneità tra la promessa di un mondo digitale, metaverso che ci salverà, e la percezione del freddo, del buio e della morte, sono i due opposti che potranno essere composti nelle riflessioni del pubblico», ha continuato la direttrice.

Proseguirà dunque fino al 2 luglio 2023, negli spazi della Manica Lunga, “Orizzonti tremanti”, mostra di Olafur Eliasson che, inaugurata a novembre 2022, presenta una serie di opere d’arte sul tema della percezione visiva e del pensiero ecologico. Tra le nuove mostre che inaugureranno nel 2023, il 15 marzo aprirà la grande mostra “Esplosioni. Artisti in guerra”, con opere storiche e nuovi progetti di importanti artisti contemporanei quali l’ucraino Nikita Kadan e l’afghano Rahraw Omarzad, artisti che vivono in condizioni di guerra e particolarmente sensibili al ruolo che l’arte può svolgere per la pace. Tra le opere storiche, si segnala un importante nucleo di quadri realizzati dall’artista sloveno Zoran Mušič, internato a Dachau nel 1945. Oltre a un cospicuo numero di opere della serie “Noi non siamo gli ultimi” (1970-1976), saranno esposti i primissimi disegni dell’artista realizzati nel campo di Dachau e mai esposti prima. In primavera sarà quindi presentato il progetto di Renato Leotta, “CONCERTINO per il mare”, incentrato sull’osservazione dell’ecosistema dei fondali del Mediterraneo e mostrato in anteprima alla 17ma Biennale di Istanbul del 2022.

«A fine anno, in occasione del suo novantesimo compleanno, allestiremo la grande mostra di Michelangelo Pistoletto, protagonista dell’Arte povera», ha anticipato Christov-Bakargiev. «Con il suo concetto di Terzo Paradiso (di compresenza tra g li opposti e la loro sintesi), l’artista immagina una società trinamica e un mondo rigenerato. Per condividere questa visione, l’impegno del Dipartimento Educazione sarà importante. Per questa mostra, Pistoletto, tra gli artisti più rappresentativi dell’Arte Povera, ha concepito un’opera-installazione immersiva inedita di grande impatto visivo, che invaderà gli spazi della Manica Lunga.

L’attività del Centro di Ricerca e i progetti paralleli

«La diffusione della conoscenza dell’arte e della cultura contemporanea si esprimerà sia al Museo – con le innumerevoli attività per il pubblico, per gli insegnanti, per le famiglie e per le scuole – sia nei territori esterni al museo», ha spiegato la direttrice.

L’attività espositiva del CRRI – Centro di Ricerca Castello di Rivoli, prenderà avvio a maggio 2023 con la mostra dedicata a Paolo Pellion di Persano, uno dei più importanti fotografi italiani contemporanei che ha lavorato in stretta collaborazione con gli artisti, in particolare quelli dell’Arte povera. Pellion di Persano ha documentato l’attività espositiva del Castello di Rivoli dalla mostra inaugurale “Ouverture” (1984), fino al 2012. Successivamente, in primavera, il CRRI presenterà una mostra dedicata alle opere su carta di Giuseppe Penone che prende le mosse dalla donazione, avvenuta nel 2021, di 219 opere su carta e preziosi materiali d’archivio, oltre che della versione espositiva di “Svolgere la propria pelle – finestra” (1970-2019). La donazione al Castello di Rivoli, unico museo italiano a ricevere un dono di tale importanza, integra e completa quelle effettuate da Penone nel giugno 2020 a due fra i più importanti musei internazionali: il Philadelphia Museum of Art e il Centre Pompidou di Parigi. In autunno il CRRI organizzerà una mostra dedicata ai quaderni e alle opere su carta di Fabio Mauri, tra i Maestri dell’Avanguardia italiana del secondo dopoguerra.

Tra le attività collaterali, nell’estate 2023, nell’ambito del programma pluriennale COMP(H)OST, sarà presentata un’azione performativa di Tabita Rezaire, nonché la quinta edizione di Supercondominio, l’assemblea annuale dei nuovi spazi per l’arte in Italia che sarà caratterizzata da un programma di live musicali e progetti digitali speciali.

Proseguirà anche nel 2023 la collaborazione con la Fondazione CRC nell’ambito delle attività espositive collaterali in sedi esterne al Museo. Tra queste, il 24 gennaio 2023 sarà presentata a Pollenzo (Bra) la nuova installazione “Of Grounds, Guts and Stones / Sulle terre, le trippe e le pietre”, 2022, di Otobong Nkanga. Questa opera conclude “A CIELO APERTO”, il programma diffuso di opere commissionate dalla Fondazione CRC nel trentennale dell’attività.

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