02 dicembre 2002

fino al 18.XII.2002 Bianco-Valente – unità minima di senso Pozzuoli (na), Galleria Alfonso Artiaco

 
Un lungo nastro di carta carico di storie, una serie di disegni infantili, un viaggio onirico in un’aula abbandonata, un flusso cerebrale pulsante. Protagonista assoluta è la memoria, naturalmente scomposta in “unità minime di senso”…

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Ogni essere umano è il risultato di un continuo, ininterrotto, processo di stratificazione. Durante la vita accumula immagini, storie e sensazioni: una serie di frammenti che vanno gradualmente a formare la sua individuale complessità. Ma anche la storia più complessa, la visione più articolata, non sono altro che il frutto della combinazione di tante nozioni elementari, quelle “unità minime di senso” raccontate da Bianco-Valente (Giovanna Bianco e Pino Valente) nella loro recente personale.
Scandagliando nel pozzo profondo della memoria, i due riportano a galla immagini e ricordi che provengono dall’infanzia come dal passato recente, e li ripropongono allo spettatore sotto forme diverse. Sul pavimento della Bianco-Valente Unità Minima di Sensogalleria, nello spazio liminale segnato da un arco, si spande un informe groviglio di carta. E’ un nastro lungo un chilometro sul quale gli artisti hanno descritto, nell’arco di tre mesi, alcuni tra gli eventi più significativi della propria storia personale. L’opera porta con sé l’energia della narrazione, la fatica dell’autoanalisi, la natura inevitabilmente ingarbugliata dei ricordi . Proprio come accade nella nostra mente, il nastro sovrappone e mescola gli attimi vissuti, le frasi dette e quelle ascoltate, i momenti solenni e quelli ordinari.
Alla logorroica abbondanza di parole della scultura-nastro si contrappongono le tracce minimali dei disegni, realizzati con il computer, ma carichi di manualità.Unità Minima di Senso Una serie di cinque quadretti racconta con pochi tratti scarni e incerti visioni legate all’infanzia: un palazzo e un albero spoglio, un triciclo in una stanza vuota, un banco e una lavagna, un piccolo registratore a bobine. Con una potenza iconica sorprendente quanto elementare, queste immagini riescono a raccontare intere storie perché connettono la memoria dello spettatore con la propria, lavorando su un terreno di ricordi potenzialmente condiviso.
Sulla parete opposta un monitor rimanda, in un loop infinito, una pulsante lama di luce iridata. Un’opera ipnotica che sembra scandire il fluire della memoria e dei pensieri, quasi fosse la fonte generatrice delle altre “unità minime di senso” che popolano la galleria.Unità Minima di Senso
Il percorso si chiude con il video Deep Blue Ocean of Emptiness, proiettato e accompagnato da un suggestivo brano musicale composto per l’occasione dai Mou Lips. Il filmato, girato in una scuola abbandonata di Siracusa, è un allucinato viaggio tra i banchi di un’aula diroccata e vuota, una visione che assume sin da subito i contorni inquietanti dell’incubo. Le immagini, distorte e virate in un verde fluorescente e intenso, sembrano una diretta emanazione della mente, ma sono anche le tappe di un viaggio nell’infanzia stessa, che giace, lontana ma presente, in fondo ai ricordi di ciascuno.

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valentina tanni
mostra vista l’8.XI.2002


Bianco-Valente – Unità minima di senso, fino al 18 dicembre 2002. Galleria Alfonso Artiaco, c.so N. Terraciano 56, Pozzuoli (Na).Dal lunedì al sabato, ore 10.30-13 e 16.30-20, Tel. 0815267988; fax 0815264682; e-mail: alfonso.artiaco@libero.it

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