22 febbraio 2011

fino al 28.II.2011 Raffaela Mariniello Napoli, Studio Trisorio

 
Un viaggio sulle Dolomiti: è l’occasione per l’ennesima dissertazione sul turismo di massa. Ma anche, inconsapevolmente, sul ruolo della fotografia...

di

Cosa c’è di più
rigenerante che sostare sulle Dolomiti per trascorrere qualche giorno
all’insegna del relax e dello svago, per ritemprarsi dalla vita cittadina
super-impegnata, per respirare finalmente a pieni polmoni aria pulita e
ritrovare quel contatto ormai andato perduto con la natura? Lo sa bene Raffaela Mariniello (Napoli, 1961), che
decide di presentare in due tempi l’ultimo progetto della serie Souvenirs d’Italie iniziata nel 2006,
dal sarcastico titolo Bellevue.

A metà strada fra
un reportage e una riflessione concettuale, a risaltare è proprio il contrasto
tra ciò che dovrebbe essere naturale, pulito e incontaminato, con ciò che
invece risulta fasullo, dannatamente finto e inquinato dalla presenza umana. Il
lightbox della fotografia dell’albergo di Cortina con la sua allucinata insegna
luminosa e i suoi artefatti davanzali fioriti certamente ben rende il senso di
artificiale e di kitsch, tanto da far apparire pletorica l’installazione di un
vaso decorato con cuori naïf e con tanto di fiori dipinti, nel tentativo di
isolare e decontestualizzare un oggetto simbolo e riconoscibilissimo di quei
luoghi. L’invasione dello spazio naturale è ben riassunto anche dall’eloquente
fotografia del parcheggio, che fa risultare decisamente pleonastica la scelta
di esporre il salatissimo biglietto acquistato alle Tre Cime di Lavaredo a mo’
di cimelio.

Raffaela Mariniello - Bellevue - 2010 - c-print su diasec - cm 170x200 - ed. di 3
E finalmente eccoli
quegli invadenti turisti, scaricati dalla seggiovia, come anime che arrivano in
Paradiso, circondate solo dal bianco e dalla luce, nell’ironico video
riproposto senza sosta e dal vago sapore metafisico. Le loro colorate tute
macchiano il candore e l’opacità dello sfondo innevato, quasi a rappresentare
il perpetuo e ottuso imbrattamento di luoghi celestiali da parte della presenza
umana.

Insomma, se
l’intento appare indubbiamente nobilissimo, così come apprezzabile è l’ironia
di fondo, non si può tuttavia dirsi soddisfatti dall’operazione. Dal punto di
vista del significato, va detto che non vi è assolutamente nulla di originale
nella riproposizione del solito discorso sul turismo di massa che ha
mortificato luoghi naturalistici e d’arte, sulla presenza invasiva di
visitatori spesso ignoranti e incivili, e sul cattivo gusto che regna in molte
di queste località. Dal punto di vista invece del significante, c’è da
chiedersi la ragione per la quale spesso si tenta di emanciparsi dalla
fotografia quando questa da sola può raccontare efficacemente più di mille
microinstallazioni.

Raffaela Mariniello - Bellevue - 2010 - lightbox - cm 135x165x12,5 - ed. di 3
Alla fine si ha
l’impressione di trovarsi dinanzi all’ennesima riflessione artistica permeata
da facile sociologismo e venata da un certo ipocrita snobismo di fondo. Tipico
di quelli che vanno in giro, fanno i turisti ma criticano gli altri turisti,
documentano né più né meno di un fotoamatore il proprio viaggio e hanno poi la
presunzione di far divenire tutto ciò un oggetto artistico, adoperando diversi
mezzi espressivi.

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febbraio 2011


dal 16 dicembre 2010 al 28 febbraio 2011

Raffaela Mariniello – Bellevue

Studio Trisorio

Riviera di Chiaia,
215 (zona Chiaia) – 80121 Napoli

Orario: da lunedì a
venerdì ore 10-13.30 e 16-19.30; sabato ore 10-13.30

Ingresso libero

Info: tel./fax +39
081414306; info@studiotrisorio.com; www.studiotrisorio.com

[exibart]

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