20 giugno 2012

fino al 28.VII.2012 Gilbert & George Napoli, Galleria Alfonso Artiaco

 
Tra Dickens e i Sex Pistols, tra Blow up e Fumo di Londra, la cronaca di Londra congeda l’artista e si trasforma in arte ma sostituendo, al diorama magico e casuale delle immagini di città, la raccolta per soggetto di manifesti di giornali -

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God save the Queen era il provocatorio inno dei Sex Pistols gridato nella foga anarchica della breve ma intensa stagione punk: anno del Signore 1977. Ad un quarto di secolo di distanza, in periodo di giubileo di diamante (sigh!), il profilo  della regina Elisabetta, ritratto dal taglio medaglistico, come nella migliore tradizione italiana figlia della lezione di Pisanello, suggella o ( timbra) come un’icona del “made in England” gli ultimi lavori di Gilbert & George.
London Pictures, questo è il titolo della serie dei trecentonovantadue lavori realizzata in sei anni; dallo storico sodalizio dell’arte britannica segue un immaginario di chiara ascendenza dickensiana, riproponendo in modo speculare un’attualizzazione visiva del Perdersi a Londra (1853), ma sostituendo al diorama magico e casuale delle immagini di città, la raccolta per soggetto di manifesti di giornali. Nel tentativo (vano) di liberare l’opera dall’artista, Gilbert & George trasformano la cronaca in arte; i “persuasori occulti”  segnano come un sismografo, perennemente in funzione, gli umori e gli amori della società urbana. Si susseguono in un “flusso senza coscienza”, Life e Death, Youth e Babies, Murder Straight e Knifed to Death; i titoli sostituiscono le immagini, anzi diventano essi stessi immagini. Come in un almanacco 
Una veduta delle opere in mostra

iconologico, i temi vengono rappresentati mediante la loro esecuzione, prova di un continuo scambio dialettico tra pratica e teoria, tra concetto ed oggetto. Si tratta di evidenziare all’interno della propria poetica il principio metodologico che la regola, nella ricerca di far coincidere il metodo con l’opera; così come l’artista si congeda dall’opera, l’opera cerca nell’exemplum la sua ragione d’essere. Insomma per dirla con Blanchot  «l’artista si rimette all’opera… [l’opera] alla fine, lo ignora, si richiude sulla sua assenza, nell’affermazione impersonale, anonima che essa è – e niente di più» . Quest’affermazione avviene mediante la realizzazione di esempi concreti e reali del tema prescelto, e mai come in questo caso si presenta ai nostri occhi con la forza dell’impersonalità e dell’anonimato d’autore.

Gilbert & George dominano ieraticamente il fondo di tutte le composizioni, assorti in pose meditative; i dettagli iperrealisti  (strade, tendaggi, immagini filtrate dai finestrini di automobili) di una scena metropolitana in continuo divenire completano la rappresentazione, consegnandola ad un universo poetico che spazia dalla visione fotografica della Swinging London di David Hemmings, occhio di Antonioni in Blow up, all’atmosfera del coevo Fumo di Londra di Alberto Sordi, troppo “all’inglese” per esserlo realmente. Ed allora lo sguardo di Gilbert & George, proprio come quello di un anonimo osservatore del “fumo londinese”, stereotipo dell’english style, si chiede «Dove andrà a finire la nostra Inghilterra?».
massimo maiorino
mostra visitata il 30 maggio 2012



dal 24 maggio al 28 luglio 2012
Gilbert&George – London Pictures
Galleria Alfonso Artiaco
Piazza dei Martiri 58 (80121) Napoli
Orario: lun – sab 10.00-13.30/16.00-20.00. Da giugno a settembre: lun – ven 10.00-13.30/16.00-20.00
Info: tel. +390814976072 – info@alfonsoartiaco.com – www.alfonsoartiaco.com

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