26 luglio 2010

fino al 29.VII.2010 Ming Wong Napoli, Studio Trisorio

 
Ambientato nella città lagunare, un remake di Morte a Venezia. L’ossessione della mente sul corpo, fra arte, identità e bellezza. A conferma che i pensieri più belli sono già stati pensati...

di

In occasione del Napoli Teatro
Festival Italia
,
che è copromotore dell’evento, lo studio napoletano Trisorio presenta la
videoinstallazione Vita e morte a Venezia di Ming Wong (Singapore, 1971; vive a Berlino).

Rifacendosi già nel titolo alla
celebre opera di Luchino Visconti, a sua volta tratta dall’omonimo romanzo dello scrittore
tedesco Thomas Mann, l’artista ripropone la storia ambigua e lacerante di un
uomo (il compositore cinquantenne Gustav von Aschenbach, divenuto qui un
artista contemporaneo alla Biennale di Venezia) che perde la testa di fronte
all’acerba bellezza di Tadzio, un imberbe ragazzino polacco in viaggio anche
lui a Venezia con la famiglia.

Il tutto è giocato a carte
scoperte, come si evince già all’ingresso, alle cui pareti sono affisse
locandine che pubblicizzano insieme l’opera di ieri e quella di oggi, dentro le
note di un video proiettato sulla parete centrale, in cui l’artista è intento a
eseguire al pianoforte l’Adagietto in fa maggiore dalla quinta sinfonia di
Gustav Mahler, che è la colonna sonora del film.

Procedendo poi oltre la tenda, si
resta immersi per una quindicina di minuti nel film, letteralmente risucchiati
da due schermi speculari che circondano lo spettatore, infilandolo nella vita
dei due personaggi, incarnati entrambi dall’artista.

A rapirci, oltre alla bellezza
mozzafiato dei canali e dei ponti, alla solitudine poetica delle calli,
all’eleganza delle sale dell’Hotel des Bains al lido, lo stesso del film di
Visconti che qui appare in un ultimo sguardo prima del recente restyling, è un
sentimento piacevole di angoscia.

Wong, infatti, con un linguaggio
attento e dettagliato, solletica le sicurezze cementate e comode dietro cui ci
nascondiamo, spingendo a una riflessione imprevista sulla fragilità dei
pensieri disposti e stereotipati.

Il film maker asiatico, scoperto
per caso all’Art Film Festival di Singapore, si muove con sensibilità verso la realtà
dei luoghi con cui viene in contatto, lasciandosi catturare dal genius loci e dalla forte identità trasmessa dallo
spazio che accoglie.

Attenzione che risulta ancor più
palpabile nell’altro lavoro, esposto in contemporanea al Pan di Napoli, Devo
partire. Domani
,
con cui reinterpreta in chiave napoletana Teorema di Pasolini, ambientandolo tra le Vele di
Scampia, il deserto industriale di Bagnoli, l’Archeologico e il Vesuvio.

Una sorta di allucinata e
visionaria poetica che, ripercorrendo strade tortuose, scava l’anima e tradisce
un’urgenza di dolore e disagio celati. Un urlo liberatorio per spogliarsi di
tutte le divise cucite addosso, spingendosi oltre questa società vuota e piena
di convenzioni, che lo stesso Pasolini all’epoca non esitò a definire di una
profonda bruttezza morale.

Un filo reciso e riannodato, “per
riflettere sul senso di vergogna ed esclusione che accompagna l’imposizione
degli stereotipi razziali e sessuali
”, come motiva la menzione speciale ricevuta da Wong
all’ultima Biennale di Venezia.

La prova provata che sulle buone
letture e sul buon cinema la pialla del tempo scivola come sull’olio.

ivana porcini

mostra visitata il 14 luglio 2010


dal 5 giugno al 29
luglio 2010

Ming
Wong – Vita e Morte a Venezia

Studio Trisorio

Riviera di
Chiaia, 215 (zona Chiaia) – 80121 Napoli

Orario: da
lunedì a venerdì ore 10-13.30 e 16-19.30; sabato ore 10-13.30

Ingresso
libero

Info: tel./fax
+39 081414306;
info@studiotrisorio.com; www.studiotrisorio.com

[exibart]

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