25 gennaio 2011

fino al 30.I.2011 Mirabilia coralii Torre del Greco (na), Palazzo Vallelonga

 
Passaporto rosso del Mediterraneo: il corallo. Utile stavolta per muoversi nel “triangolo d’oro” tra Genova, Livorno e Torre del Greco. Con tanto di maometti e paternostri...

di

Aux
armes, citoyens!
Ma come diavolo faceva Napoleone a combattere con
quello spadino tutto intarsiato di cammei? Ça va sans dire, la pugna era impossibile. L’arma che, 200 anni
dopo, fa bella mostra di sé in mezzo alla sala espositiva di Palazzo Vallelonga
era infatti un accessorio da parata, dono di Carolina Bonaparte Murat, regina
di Napoli, al suo illustre fratello. La sovrana, del resto, si compiaceva di
far spesucce per sé e per la famiglia presso la Real Fabbrica de’ Coralli che
proprio un suo connazionale, il marsigliese Paul
Barthélemy Martin, aveva fondato a Torre del Greco col placet di Ferdinando di Borbone.

È nella città vesuviana che si congiungono ancora
una volta le vie dell’”oro rosso”, con la seconda tappa di un ciclo avviato nel
2008, ma in realtà partito con una prima tranche di appuntamenti che dal ’92,
dopo aver tirato fuori dai forzieri i preziosi pompeiani, hanno battuto piste etniche
ed esotiche, dalla Mongolia a Samarcanda. Coerentemente il percorso continua a
evidenziare gli scambi tra culture che, seppur per motivi commerciali,
dialogavano anche oltre il Mediterraneo, tra ebrei della diaspora, mercanti
levantini e clienti asiatici. Manifattura napoletana - Spilla amuleto a forma di mano con pendenti apotropaici in corallo mediterraneo ed argento - 1850-60 - coll. De Simone Fratelli, Torre del Greco (NA)Una riprova di questo sincretismo? Basti pensare
a nomi come maometti e paternostri,
indicanti due diverse lavorazioni del corallo (la prima in tronchetti, la
seconda in grani).

Genova e Livorno le città stavolta “gemellate” con
Torre del Greco, per una parata che va dall’amuleto alla parure più elaborata, dal tagliacarte alla catena d’orologio, fino
alle mattonelle realizzate con le spuntature della varietà Sciacca. Un connubio
tra perizia artigianale e arte, specie nella glittica ispirata all’antico (del
resto, con Pompei ed Ercolano a due passi, era inevitabile): testine dalle
fattezze classiche, pendenti a forma di piccole anfore, amorini; e gentili
bouquet di fiori e frutti, con foglie e petali miracolosamente sottili.

Cambiarono i sovrani, poi i vecchi tornarono sul
trono, ne vennero altri ancora (a proposito, in perfetto clima di celebrazioni
unitarie, c’è pure la lussuosa culla di Vittorio Emanuele di Savoia, figlio del
“re di maggio” Umberto II), ma il made in
Torre del Greco
continuò per tutto l’Ottocento a furoreggiare alle Esposizioni
Universali, e non c’era – narrava un cronista del tempo – forestiero che non tornasse
a casa senza il suo gingillo. Poi sopravvennero, a ondate, crisi, saturazione,
svalutazione, una pesante riduzione lavorativa.

Ma tutto questo, per non turbare il sonno della
bellezza, resta fuori dal portone settecentesco di Vallelonga.

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dal 12 dicembre
2010 al 30 gennaio 2011

Mirabilia
coralii. Manifatture in corallo a Genova, Livorno e Napoli tra XVII e XIX
secolo

a cura
di Cristina Del Mare

Palazzo Vallelonga

Corso Vittorio Emanuele, 92 – 80059 Torre del Greco (NA)

Orario: da lunedì a sabato ore 10-13 e 16-19; domenica ore 10-13

Ingresso libero

Catalogo Arte’m

Info: tel. +39 0813581562; infomostra@bcp.it;
www.bcp.it

[exibart]

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