10 novembre 2003

fino al 30.XI.2003 Achille Perilli Salerno, Galleria Paola Verrengia

 
Due giorni con Achille Perilli. L’inaugurazione della mostra e una conferenza sempre a Salerno. Due giorni in cui l’artista racconta se stesso e facendolo rivela aneddoti della storia dell’arte. Una mostra-omaggio per una personalità che ha segnato il secolo…

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Non solo una mostra di opere d’arte, ma un omaggio ad un artista, ad uomo, ad un teorico, un “attivista dell’arte” pronto a salvaguardare le proprie idee, la propria storia. Che per intensità e ricchezza è divenuta la storia di molti. L’esperienza di Achille Perilli ha attraversato il secolo e lo ha anche forgiato in molti degli aspetti culturali, a partire dal 1947 con il manifesto Forma 1 fino alle esperienze più recenti, non solo espositive. La mostra ripercorre tutto il viaggio artistico dal 1958 fino ai nostri giorni. Un viaggio intenso e caratterizzato da una spiccata coerenza di contenuti formali.
Il percorso si apre con Gli amici poeti (1958), un’opera in cui il rigoroso geometrismo è soppiantato dalla pura matericità e prosegue con l’Affare della Slot Machine (1962), in cui il titolo tradisce una mondanità ed un intrigo che sono espressi attraverso sagome informi e linee spezzate. Sono presenti in mostra due dei lavori che furono esposti alla Biennale del 1962: Misteri della Sproporzione e La Pelle del Computer; qui il segno accompagnato da tinte tenui è rafforzato da sezioni di colore Achille Perilli verde, che si configurano come “richiami sonori” rivolti a sostenere il discorso astratto. Da una superficie nera emerge una figura spaziale, che Perilli suggerisce come Allucinazione teorica. Una forma che resa con più dinamismo ritroviamo similare in lavoro più recente, Gioco Stregonesco. Nelle opere degli anni Novanta il linguaggio di Perilli si rafforza ulteriormente di un cromatismo acceso, ilare, vivace. Sono queste le caratteristiche che ritroviamo in Feu Follet, una scultura che fa parte della serie degli Alberi (2002), in cui la configurazione tridimensionale della geometria non è più un’illusione, ma realtà tangibile che si esprime attraverso la resa molata del legno che si espande nello spazio per seguire diverse traiettorie divergenti, ma con un’origine comune, un vertice in cui sono incastonate due figure poligonali virate da colori brillanti. Le forme si sviluppano in condizione bidimensionale, espandendosi nello spazio della tela e acquistando strutture di grande eleganza e movimento. Le opere di Perilli si qualificano in direzione assolutamente astratta, ma al contempo si articolano cromaticamente, lasciando che il colore possa argomentare e aiutare l’emergere e l’esprimersi delle forme.
L’inaugurazione della mostra è stata affiancata da una conferenza con interventi di Simonetta Lux, Angelo Trimarco, Pina De Luca, Giuseppe Appella e soprattutto lui, Achille Perilli. È stata quindi raccontata la storia legata alla pubblicazione del volume Achille Perilli. Gli anni di Civiltà delle macchine, ma questo è diventato solo pretesto per raccontare aneddoti e Perilli anche in questo è maestro. Il suo intervento è stato lucido, ironico e commovente, in bilico tra storia personale e storia dell’arte.

tiziana di caro
mostra vista il 25 ottobre


Achille Perilli
Opere 1958 – 2003
Galleria Paola Verrengia, via Fieravecchia, 34 84121 Salerno
Tel. e Fax. +39 089 241 925
galleriaverrengia@tin.it
Catalogo della mostra disponibile in galleria


[exibart]

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