29 giugno 2011

Maestà Regia. Quando l’Arte entra a Palazzo

 
Una sorta di palinsesto scritto più volte e periodicamente rinnovato. Dalla residenza reale a Museo, da un centro politico e amministrativo dei Borboni per eccellenza a “luogo e macchina di cultura”. All’inizio questa residenza non era stata pensata come luogo destinato a ospitare…

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Aria di primavera e soprattutto voglia di rinnovamento si respira da qualche mese  alla  mitica Reggia di Caserta con un nuovo e inaspettato riallestimento delle sale e degli appartamenti storici. Una sorta di palinsesto scritto più volte e rinnovato. Dalla residenza reale e centro politico e amministrativo dei Borboni  a Museo,  a “luogo  e macchina di cultura”.  All’inizio  questa residenza  non era stata  pensata come spazio destinato ad ospitare una collezione artistica, per  tale scopo   Carlo di Borbone aveva fatto costruire il Palazzo di Capodimonte  a Napoli con il fine  di accogliere la grande raccolta della Collezione Farnese. Quindi, non un museo d’arte ma  la residenza politica  di una  nuova capitale europea. Per realizzare tale costruzione era stato chiamato il grande Luigi Vanvitelli, figlio di Gaspar van Wittel a  progettare  il complesso architettonico  con ardite soluzione tecniche e scenografie da fare invidia persino alla più conosciuta  residenza  francese di Versailles.  Con l’unificazione dell’Italia si ebbe  per vari motivi  una dispersione del patrimonio artistico mobile, tuttavia, c’è da annotare anche le nuove acquisizioni, come per esempio, la magnifica  Collezione “Terrae Motus” di Lucio Amelio.  L’attuale riallestimento  della Reggia ha provveduto alla definizione di nuovi spazi e percorsi espositivi, il riordino delle collezioni,  il riallestimento degli Appartamenti Storici e  il riorganizzazione anche della Pinacoteca  che è stata l’operazione più impegnativa e difficile svolta in questi ultimi tempi.   Inoltre, si  sono  utilizzate alcune sale situate al piano terra del secondo cortile dove è stata collocata la “Quadreria, dipinti inediti dei depositi” utilizzando  complessivamente nove sale di nuova apertura che da semplici depositi sono stati trasformati a spazio museale pienamente fruibile. Oggi, la tradizionale visita nella Reggia di Caserta  risulta assai interessante comprendendo diversi percorsi che offrono al visitatore la possibilità di scegliere le modalità i tempi e le tematiche più congeniali ai propri interessi culturali.
veduta della Reggia di Caserta

Il Percorso A comprende la visita agli Appartamenti Storici  con le tre prime Anticamere destinate alle funzioni di rappresentanza. Segue il lato dell’Ottocento e  quello del Settecento detto anche “Appartamento Vecchio” nelle cui retrostanze è esposta una parte della Collezione Terrae Motus. Per quando riguarda la visita alla Pinacoteca sono state approntate due ali completamente riallestite; nell’ala sud sono esposte le pitture di paesaggio mentre  nell’ala nord  è collocata la ritrattistica reale a partire dai Fasti Farnesiani per complessivi 260 opere presenti.  Nella Pinacoteca  bisogna segnalare  le opere di qualità di Girolamo Pompeo BatoniJacob Philipp Hachert e i dipinti di Antonio Joli con diverse vedute e capricci di grande interesse artistico. Il Percorso B  si snoda  attorno la “Quadreria. Dipinti inediti dai depositi”, allestita al piano terra del secondo cortile. Infine, vi è il percorso che prevede su prenotazione la visita alla volta ellittica  e agli spazi dei sottotetti.  Anche il Percorso D, cosiddetto “Arti Decorative a Palazzo” situato nel secondo piano del palazzo è visitabile dopo aver fatto il Percorso C o direttamente dal Vestibolo Superiore. 

Interni della Reggia di CasertaIl Museo della Reggia di Caserta è frutto di una lunga serie di allestimenti che iniziarono nei primi decenni del Novecento (1919), da quando il Reale Palazzo venne dismesso dal patrimonio della Corona di Casa Reale Savoia  per divenire parte del patrimonio dello Stato d’Italia. La Reggia cessò in quel momento  di essere “Casa del Re” per divenire “Museo Storico” a tutti gli effetti. Nel successivo passaggio dallo Stato Unitario d’Italia  del regno di Monarchia a quello di Repubblica, nel 1946,  il patrimonio mobile subì una imprevedibile dismissione. Il nuovo Stato Repubblicano aveva urgente bisogno di arredi per le diverse sedi ministeriali e di rappresentanza sia in Italia che all’estero con la conseguente  dislocazione e dispersione  degli “oggetti di arredo” della Collezione Regia. Praticamente, una  tragica e beffarda disfatta. Nonostante gli sforzi  e le buone intenzioni di alcuni solerti dirigenti della Soprintendenza,   la Reggia di Caserta ha un urgente  problema ancora non  pienamente risolto:  mancano gli spazi per esporre  la collezione Regia al completo assieme alla Collezione  “Terrae Motus” di Lucio Amelio. La  Reggia  di Caserta  comprende in tutto 1200  stanze, tuttavia, una parte consistente e  ancora destinata ad ospitare, non sappiamo a quale titolo, la Scuola Specialisti Aeronautica Militare di Caserta  che occupa una buona parte del Complesso Monumentale Vanvitelliano. Permane l’impossibilità di esporre tutte le opere e gli oggetti  in archivio della collezione con un’area museale decisamente insufficiente, basta pensare che delle 71 opere della Collezione Lucio Amelio sono visibili circa una metà dei lavori che periodicamente vengono fatti  ruotare, come stabilito dal lascito del gallerista e mecenate  napoletano, con una continua e sofferta movimentazione delle rispettive opere. Inoltre, una parte delle opere in deposito si è deciso di esporle all’interno delle sale destinate alla Soprintendenza casertana. Tutto ciòOpera di Michelangelo Pistoletto (Collezione Terrae Motus) non giova affatto a  dare lustro a questa magnifica  raccolta d’arte contemporanea. Si dovrebbe liberare gran parte delle sale date in  concessione e più volte richieste  per avere  spazi indispensabili per  completare  nel modo più degno il museo della Reggia di Caserta. Nonostante l’annoso problema degli spazi, dei pochi finanziamenti destinati a  far funzionare tale  importante complesso, vi sono funzionari della Soprintendenza, come  Ferdinando Creta, che nonostante gli impedimenti e le difficoltà, con amore e completa dedizione seguono il corso degli eventi  manifestando però un certo rammarico per i  problemi che attanagliano  il sistema gestionale della Reggia di Caserta. Infine, non possiamo dimenticare di annotare le grandi qualità di Luigi Vanvitelli artista ricercato che operò  tra il 1752 alla morte (1773), dedicandosi a tempo pieno a tale  monumentale e faraonica costruzione.  Da subito si era pensato di creare una capitale amministrativa del Regno con un nuovo palazzo, La Reggia appunto, prevedendo tutti gli edifici necessari per il  governo  spostando  di colpo la capitale del Regno di Napoli nella pianura casertana. Il progetto fu  così audace e grandioso da sfidare persino la residenza  di Versailles e  quella bavarese di Wirzburg conosciuta e ingentilita anche per i  grandi affreschi di Paolo Veronese. Tutto l’impianto compositivo della Reggia è  pensato alla grande includendo l’immenso parco, le sculture  e i giochi d’acqua. Tutto è magnificamente monumentale e nel contempo geniale che da sola motiva e giustifica  una  piacevole  escursione  a Caserta, almeno per qualche ora,  a rivivere i fasti gentilizi e la vita ricercata e straordinaria della nobile casata dei Borboni.

a cura di sandro bongiani


fino al 31 dicembre 2011

Maestà Regia. Arte a Palazzo dai Farnese ai Borbone. Il riallestimento delle Collezioni Reggia di Caserta

REGGIA DI CASERTA

Via Douhet 22 (81100)

+39 0823448084, +39 0823220847 (fax)

reggiacaserta@tin.it

www.reggiadicaserta.org

orario: Feriali 9.15-12.45, domenica 9.30-12 e su appuntamento
(possono variare, verificare sempre via telefono)

Martedì chiuso

biglietti: 7 euro

vernissage: 24 marzo 2011. ore 10.30 per la stampa

genere: arte antica, collettiva

2 Commenti

  1. Solo un appunto: a Würzburg ci sono gli affreschi di Giambattista Tiepolo, non mi risulta che Paolo Veronese abbia mai lavorato oltre gli attuali confini italiani…

  2. E’ UN LAPSUS FROIDIANO !!!
    ————————
    Mario perdonami, hai perfettamente ragione, mi era proprio sfuggito, è Giovan Battista Tiepolo (Venezia, 1696 – Madrid, 1770). Leggo solo ora del tuo messaggio. Di certo è un lapsus froidiano, non a caso la visione di Tiepolo e strettamente connessa alla ricerca di Paolo Veronese.

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