12 ottobre 2017

L’apparente quiete dell’idillio mediterraneo

 
Luca Massimo Barbero ci racconta la mostra “Picasso. Sulla Spiaggia” e che cosa abbiano in comune il “Mare Nostrum”, il Picasso del ’37 e la contemporaneità

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Getrude Stein disse che “nel 1937 Pablo Picasso cominciò ad essere di nuovo se stesso”. Luca Massimo Barbero, curatore della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, presenta una mostra-dossier che offre una particolare visione di quell’anno peculiare per la vita dell’artista spagnolo e per il resto dell’Europa, partendo da uno dei quadri più iconici del museo: Sulla Spiaggia. L’esposizione rientra nel progetto triennale “Picasso-Méditerranée”, promosso dal Musée national Picasso-Paris.
Nei nuovi spazi della Project Room, questa raffinata capsule-show presenta tre dipinti e dieci disegni, realizzati da Picasso tra febbraio e dicembre del 1937, e una scultura. 
Dopo quasi 80 anni, Sulla Spiaggia, che appartiene ad un trittico di opere realizzate nell’arco di 8 giorni, viene riunita alle sue tele-sorelle: Donna seduta sulla spiaggia (10 febbraio 1937) proveniente dal Musee de Beaux-Arts de Lyon e Grande bagnante con libro (18 febbraio 1937) del Musee national Picasso, Parigi. 
Oltre il tema dell’idillio e il Mediterraneo, la mostra rivela un’indagine accorta sulla situazione di crescente inquietudine che travolse la vita dell’artista e l’Europa intera, dovuta allo scoppio della guerra civile spagnola, le atrocità del fascismo e la ferocia nazista. Barbero propone un focus curatoriale su un capolavoro che, per mano di uno degli artisti moderni più consacrati dello scorso secolo, rivista un tema classico. Cosí facendo, ci parla della storia dietro a questo quadro ma anche di attualità, facendola emergere direttamente dalla storia dell’arte. In questa intervista scopriremo come. 
Sulla Spiaggia di Picasso: una pietra miliare della Collezione Peggy Guggenheim. Si dice essere stato uno dei quadri preferiti di Peggy…
«Questo quadro é un’ icona della collezione. Ci sono molte fotografie che ricordano il quadro con Peggy nell’atrio del suo palazzo. Sulla Spiaggia é sempre stato una sorta di “prima impressione” che Peggy voleva dare della sua casa. Inoltre, è un quadro raro. Sappiamo che fa parte di un trittico, eseguito da Picasso nell’arco di 8 giorni. É un quadro dalla personalità e dalla storia molto forte. Peggy lo acquistò da un’altra donna dell’arte, meno conosciuta, Mary Callery, scultrice americana che dal 1930 ha vissuto in Francia. Callery fu un’amica sodale di Matisse e Picasso, una grande collezionista. Insomma, dopo Picasso, Sulla Spiaggia é sempre passato nelle mani di personalità volitive».
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Pablo Picasso, Grande bagnante con libro (Grande baigneuse au livre), 18 febbraio 1937, olio, carboncino e pastello su tela, 130 x 97,5 cm, Musee national Picasso, Parigi, Donazione Pablo Picasso MP160 © Succession Picasso, by SIAE 2017

Come é nato il progetto di questa mostra-dossier?
«L’idea nasce dal desiderio di approfondire alcune opere iconiche della collezione. Questa si prestava molto bene anche per una peculiarità: la cronologia. L’idea é stata quella di aprire la mostra con le incisioni di Sogno e Menzogna di Franco che appartenevano a Peggy e sono datate 8 gennaio 1937 e inserire poi le bagnanti, di febbraio. Vediamo quindi dieci disegni che, dal 6 di gennaio al 30 dicembre del ’37, dialogano tra loro. In realtà é come entrare otto giorni e un anno nello studio dell’artista spagnolo. L’idea era anche quella di riunire Sulla Spiaggia, Donna seduta sulla spiaggia, Grande bagnante con libro e mostrarle nuovamente al pubblico come trittico».
Che cosa emerge del rapporto tra Picasso ed il Mediterraneo?
«Emerge il legame con un Mediterraneo inteso come “sud”, come classicità. Questi quadri sono stati dipinti nel febbraio del 1937, in un momento drammatico per la storia d’Europa, per la Spagna, usurpata e devastata dalla guerra civile. Picasso ne era oppresso e angosciato. Come poteva uscire da questo inverno tristissimo? Ne uscì dipingendo la spiaggia. Per Picasso sognare la spiaggia ed il Mediterraneo era sognare l’idillio, la pace, la sensualità. Questi tre quadri sono come una fuga di Picasso dalla realtà, ma anche una richiesta di pace, di calma e un po’ di voluttà».
Le bagnanti e il nudo. Come reinterpreta Picasso quest’iconografia classica?
«Picasso discendeva dalla grande tradizione classica. É un tema dal quale non poteva esimersi, ma che ha sradicato e reinventato, con una peculiarità. Picasso rende il corpo femminile in modo scultoreo, in modo plastico, tridimensionale. Proprio in questi primi anni ’30 Picasso é tornato alla scultura. Quello che il pubblico qui scopre é un grande disegno di una scultura sulla spiaggia. Queste bagnanti non sono solo dei corpi ma sono anche dei grandi volumi primordiali, degli esseri quasi mostruosi, metamorfizzati. Un esercizio straordinario di nuova anatomia».
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Pablo Picasso, Studio per Sulla Spiaggia, 1937
1937. Cosa succede per Picasso in quest’anno?
«Questi tre quadri sono la risposta ad un Picasso segreto, intimo, e sono la risposta al 1937. Un tentativo di ricerca di serenità, in un anno molto pesante. Penso all’occupazione di Malaga, il bombardamento in aprile di Guernica, Franco e Mussolini, Hitler, il vicino scoppio della Seconda Guerra Mondiale. È anche l’anno di composizione di Guernica, opera che segna una maturazione straordinaria per Picasso. Da un punto di vista personale, l’artista stava terminando il suo rapporto con Olga, la moglie; il trasferimento con Marie-Thérèse Walter, che alcuni vedono rappresentata nei corpi di queste bagnanti, a Le Tremblay-sur-Mauldre, dove Picasso eseguí questi dipinti. E poi ci fu l’inizio di Dora Maar, colei che documenterà la gestazione di Guernica. Il 1937 fu un anno fondamentale per il nuovo stile picassiano, e anche per la sua vita».
La mostra si apre con l’ armonia dell’idillio mediterraneo, ma sembra celare una seconda parte, più inquieta e tragica. 
«La seconda parte apre con le incisioni per la repubblica spagnola; già parlano di morte, di donne piangenti, di cavalli feriti, della Spagna violata. La bagnante sulla spiaggia non si cura di ciò che accade nel mondo. Una cultura sorda, con gli occhi abbassati e presa nella sua lettura. Nella mostra ci sono anche incisioni dove le bagnanti diventano mostruose Erinni, spiriti malvagi che mangiano le interiora di un altro essere. Sono i mostri dell’uomo, i mostri della violenza. Il Mediterraneo é anche il luogo della tragedia e Picasso questo lo sapeva bene. Durante l’allestimento della mostra, ad agosto, non ho potuto non pensare a questa tensione del mondo sulla spiaggia mentre accadevano dei fatti durissimi come quelli dell’attentato di Barcellona».
I vantaggi di una mostra-dossier su un quadro preciso?
«Viviamo in un mondo di immagini straordinario, che scorre. Fermare questo flusso significa decidere di soffermarsi su un singolo dettaglio. Sebbene ami moltissimo questo flusso di immagini che ci regala la contemporaneità, mi piace anche fermarmi sul particolare. Cosi facendo non viene presentato solo un quadro ma ne viene svelata la storia intorno».
Alice Sartori

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