14 dicembre 2008

L’ARTE VISTA A SUON DI MUSICA

 
Exibart ha incontrato Lee Ranaldo, leader dei Sonic Youth. E gli ha chiesto di spiegare il legame del gruppo con le arti visive. E come possa essere più efficace lo sguardo di un chitarrista e cantante sulla cultura di ieri e di oggi rispetto a quello di un curatore...

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Abbiamo incontrato Lee Ranaldo (New York, 1956) non a New York, dove i Sonic Youth sono nati all’inizio degli anni ‘80, ma in quella cittadina tra le Alpi che è Bolzano. Al Museion, infatti, una mostra racconta il loro percorso e dà una visione dell’arte da un punto di vista inedito, dal momento che le opere esposte sono nate da strette collaborazioni fra artisti e musicisti, e lo stesso allestimento è stato pensato interpellando la band.
Lee Ranaldo è chitarrista e voce della band, con la quale suona dal 1981. Parallelamente, Ranaldo porta avanti la sua passione per l’arte, in veste di collezionista e artista. In occasione di Sonic Youth etc: Sensational fix ha partecipato all’allestimento e, insieme agli altri componenti del gruppo, alla scelta delle opere. Da soggetto della mostra ne è diventato quindi anche autore e curatore…

Michael Morley - You Pose You Lose - 2008 - installazione - coll. dell’artista / Lee Ranaldo - HWY Song #1 - 1996-99 - coll. Leah Singer & Lee Ranaldo - (c) DomageLa mostra dice di voler rappresentare la cultura contemporanea in una maniera alternativa…
Non so fino a che punto si possa parlare di cultura contemporanea; piuttosto, della cultura che ci ha interessato durante questi ventisette anni insieme. Ci sono alcuni nostri lavori e molti altri di artisti che abbiamo conosciuto, da cui siamo stati influenzati o con i quali abbiamo collaborato. Quindi, è uno sguardo molto specifico alla cultura a cui i Sonic Youth sono stati interessati dal 1983. Ecco cos’avete qui. Non vuol essere in alcun modo un giudizio sulla cultura contemporanea, ma una panoramica degli aspetti che riteniamo interessanti.

Quali artisti vi hanno interessato?
Quasi tutti gli artisti in mostra ci interessavano. C’è qualcuno con cui abbiamo lavorato da vicino, come Raymond Pettibon, Mike Kelley o Richard Prince. E altri con cui non abbiamo lavorato così da vicino, ma che trovavamo geniali fuochi d’artificio.

Quindi eravate influenzati dagli artisti e viceversa…
Certo! Alcuni di noi hanno frequentato la scuola d’arte e sono arrivati a New York per fare arte e musica. Sai, in quegli anni la scena dell’arte e quella della musica erano intrecciate. Quindi, uscivi con persone che erano degli artisti che provavano a fare musica e con musicisti che facevano altre cose… Era molto naturale lavorare in ambiti diversi.
Tony Oursler - Sound digression in seven colours - photo Ivo Corrà
Adesso l’arte e la scena musicale non sembra così vicine…

Sì, sono molto separate. Nel mondo dell’arte ci sono molti soldi. Il mondo della musica in cui siamo inseriti è ancora soprattutto parte di una cultura underground. È dove ci sentiamo più a casa nostra. Non siamo pop star, non facciamo single, niente del genere. Siamo stati abbastanza fortunati ad avere questo ruolo in questi anni. Oggi i due mondi sono abbastanza separati. Anche se ci sono ancora molti artisti nella scena underground a cui siamo molto vicini, quindi loro avvicinano i due mondi.

E l’arte attuale? La conoscete?
Certo, ne siamo parte!

Ci sono alcuni giovani artisti che possono essere vicini a voi concettualmente?
Sì, sono un po’ ovunque, e molti di loro sono in mostra. C’è quello che ha ideato il poster della mostra. Ci sono molti giovani artisti con cui abbiamo relazioni dirette. Fare una mostra non significa solo inserire artisti famosi al suo interno; è più come presentare delle persone che sono sconosciute al grande pubblico, ma che noi pensiamo stiano facendo un buon lavoro. Quindi, ci sono nomi molto conosciuti e altri che non sono conosciuti affatto.

Quindi non vuole essere una mostra commerciale…
No, assolutamente.
Veduta dei poster installati a Museion, Bolzano 2008 - photo Ivo Corrà
Negli ultimi tempi, i musei cercano di organizzare grandi mostre con artisti famosi per richiamare molte persone…

Beh, questa è una cosa diversa!

Non pensi invece che in questo caso potreste essere voi il nome famoso usato come richiamo?
In un certo senso è vero. In parte è il motivo per cui la gente viene a vederla. Le persone arrivano perché sono fan dei Sonic Youth o fan di qualche artista che c’è in mostra. Ci sono molte ragioni diverse per cui la gente va a vedere una mostra di questo tipo: ci sono fan della musica, o fan dell’arte…

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La recensione della mostra

a cura di martina baroncelli


dall’undici ottobre 2008 al 4 gennaio 2009
Sonic Youth etc.: Sensational Fix
a cura di Roland Groenenboom
Museion
Via Dante, 6 – 39100 Bolzano
Orario: tutti i giorni ore 10-20; giovedì ore 10-22
Ingresso: intero € 6; ridotto € 3,5
Catalogo con due vinili da 7’’ edito da Walther König
Info: tel. +39 0471223411; fax +39 0471223412; info@museion.it; www.museion.it

[exibart]

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