26 febbraio 2013

L’intervista/Matthieu Foss Incredibile India!

 
Il co-fondatore di Paris Photo, Matthieu Foss, lancia a Mumbai FOCUS, primo festival indiano di fotografia contemporanea. Che ha per tema la città, quella "Maxìmun city" che, nel bene e nel male, è la tentacolare metropoli indiana. Occasione per tante gallerie della città di mettersi in mostra accanto alle istituzioni pubbliche. Chi ci mette i soldi? Centri culturali internazionali e un'azione di crowd funding che parte da 500 rupie

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A conferma della crescita, non solo economica anche artistica dell’India, continuano a proliferare le iniziative nel campo dell’arte contemporanea. Dopo il lancio della prima biennale indiana inaugurata a Kochi in Kerala il 12-12-2012 (è noto il fascino delle date per gli indiani), ora è la prima volta della fotografia che avrà il suo festival nuovo di zecca – FOCUS – a Mumbai dal 13 al 27 marzo prossimi.

L’iniziativa parte da un team composto dalla fondatrice di Asia Art Projects (agenzia per l’arte centrata prevalentemente sul territorio indiano), Elise Foster Vander Elst, dall’architetto Nicola Antaki e da Matthieu Foss che, oltre ad essere proprietario dell’unica galleria di Mumbai specializzata in fotografia, ha arricchito l’iniziativa con la sua preziosa esperienza maturata come co-fondatore di Paris Photo, la più prestigiosa fiera d’arte d’Europa dedicata alla fotografia storica e contemporanea, alla quale FOCUS si ispira nella formula.

Ed è proprio a Matthieu Foss che chiediamo di raccontarci come nasce e con quali propositi questo festival.

Mr. Foss perché un festival di fotografia a Mumbai, come nasce questa idea?

«Un festival è il modo ideale per creare un ponte tra le comunità su un tema particolare o su una specifica forma d’arte ed è anche un modo per creare nel tempo una crescente consapevolezza presso un pubblico sempre più vasto. FOCUS Festival Mumbai vuole essere la celebrazione dell’arte della fotografia e sarà il primo festival non commerciale di Mumbai, dedicato principalmente al lavoro di giovani fotografi indiani e stranieri che risiedono nella città. La fotografia in particolare è utilizzata in tante forme diverse da artisti, professionisti e amatori, appartenenti a diverse generazioni e ambienti sociali. Con la creazione di FOCUS Festival (che avrà una cadenza biennale), vogliamo collocare la città di Mumbai sulla mappa degli appuntamenti fissi d’arte internazionali».

Perché la scelta del tema della città al centro di questa prima edizione?

«Come sfondo della vita della maggioranza della popolazione mondiale, la città è una straordinaria fonte di ispirazione per i fotografi. Scegliendo questo tema, vogliamo presentare sia progetti fotografici molto connotati con il territorio specifico di Mumbai, sia progetti che guardano al contesto globale molto più ampio da un punto di vista foto-giornalistico ed anche attraverso interpretazioni più artistiche».

Quanti fotografi e quali iniziative connoteranno FOCUS?

«Tra le mostre personali e le collettive, dovremmo aspettarci di vedere le opere di circa 70 fotografi, all’incirca il 60 per cento di questi sono indiani ed il 40 per cento provengono dal resto del mondo. Data la presenza di rinomate gallerie di Mumbai che partecipano regolarmente a fiere d’arte internazionali, ci si può aspettare di vedere elevati standard di mostre. Anche diverse istituzioni internazionali saranno coinvolte sia nell’organizzazione di mostre di artisti dai loro Paesi, sia nell’ospitare incontri, proiezioni di documentari e altre iniziative legate al festival. Per quanto riguarda le iniziative, FOCUS sarà caratterizzato da due mostre principali: “A Legacy Fantastic”, una raccolta delle prime fotografie su Mumbay dal 1850 al 1890, a cura della studiosa e accademica Susan Hapgood. La mostra si terrà in collaborazione con il Goethe Institute alla Galleria Max Mueller Bhavan. La seconda grande mostra avrà il titolo di “The City Seen by Women Photographers”: a cura di una fotografa indiana di fama mondiale quale Sunil Gupta, assistita da Veerangana Solanki. La mostra avrà luogo presso la Galleria Terrace, nel complesso Jehangir Art e conterrà una selezione di opere di prestigiose fotografe internazionali. Altro pilastro del programma del festival saranno i contenuti educativi (tutti gratuiti): incontri con specialisti del settore della Columbia University, workshop e letture di portfolio presso il National Centre for Performing Arts; una biblioteca con libri di fotografia e riviste; guide disponibili in ogni sede e un vasto catalogo del festival».

Quale è il livello di interesse nei confronti della fotografia a Mumbai?

«Nel corso degli ultimi anni i Mumbaikars (gli abitanti di Mumbai n.d.r.) sono stati esposti sempre più spesso a progetti che ruotano intorno la fotografia, ma il “medium” ancora non riceve l’attenzione che merita. La sfida di FOCUS è di cambiare la situazione, proponendo una vasta scelta di mostre per creare sinergie tra la comunità artistica ed il pubblico. Proprio per questo FOCUS coinvolgerà diversi luoghi della città: non solo le maggiori gallerie di Mumbai (come Maskara, Sakshi, Project 88, Lakereen, Guild, Chemould, Tao, PhotoInk con Chatterjee & Lal e The Clark House), ma anche centri culturali stranieri, boutique, ristornati, bar, cinema e pubbliche istituzioni perché la fotografia sia accessibile a tutto l’immenso pubblico di questa megalopoli che conta circa 20 milioni di abitanti. Uno degli obiettivi principali del festival, infatti, è proprio quello di creare un dialogo visivo con un pubblico molto eterogeneo, composto non solo da appassionati della fotografia, ma anche da persone interessate a scoprire aspetti insoliti, punti di vista nuovi per analizzare una città che, come poche nel mondo, sta vivendo continui, rapidi e sconvolgenti cambiamenti anche urbanistici».

Quanto sono coinvolte le istituzioni pubbliche in questa iniziativa?

«Per il momento, FOCUS ha ricevuto il sostegno di diverse istituzioni culturali internazionali. Stiamo anche lavorando a stretto contatto con istituzioni private. Ci auguriamo che, nel tempo, anche gli enti pubblici ci diano il loro sostegno.

Perfino il finanziamento del festival è stato uno sforzo collettivo. Il Wishberry crowd funding è stato creato per coinvolgere la comunità e le spese saranno coperte mediante contributi volontari a partire da  500 rupie (pari a circa 8 euro) mediante il sito www.wishberry.in sul quale chiunque può versare un contributo all’iniziativa».

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