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Era nato a Milano, da padre sardo, nel 1912.
All’età di quindici anni espone nella sua prima mostra futurista; con Bruno Munari firma nel 1928 il Manifesto “Dinamismo e riforma muscolare” nel quale teorizza la ricerca, in arte, di forme dinamiche nuove e antinaturalistiche.
I suoi maestri di allora erano Carrà, Boccioni, Russolo e Trampolini. Passa dal futurismo degli ultimi anni ’20 al primitivismo dei primi anni ’30 finquando nel ’34 si trasferisce a Parigi.
Nel ’35 inizia la sua attività antifascista che lo mette in contatto, tra gli altri, con Renato Guttuso. Due anni dopo viene catturato dall’OVRA a causa del suo attivismo in occasione della Guerra Civile Spagnola, viene condannato a dieci anni di carcere, l’anno seguente il Re gli concede la grazia.
Nel dopoguerra riinizia con vigore la sua attività di artista, si susseguono le mostre prima in Italia poi in tutta Europa. Le sue opere trovano collocamento nelle maggiori collezioni private ed istituzioni museali del mondo.
Non era solo pittore, scultore, incisore e ceramista: disegnò i costumi per le più grandi kermesse teatrali negli anni ’70 e ’80.
Nel 1995 era stato nominato da Scalfaro “Cavaliere della Gran Croce Italiana”.
Aligi Sassu ci ha lasciati oggi, 18 luglio, all’età di 89 anni nella sua casa di Palma di Mallorca.
Lasciamo tutti i commenti e le riflessioni ai nostri attenti lettori che hanno seguito la vicenda creativa di uno simbolo dell’arte nel ‘900.
Massimiliano Tonelli
Fondazione Sassu
[exibart]