20 aprile 2020

Vito Acconci, Multi-Bed #1, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci

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Acquisita in occasione della mostra di Vito Acconci al Centro Pecci del 1992, Multi-Bed #1, è l'opera che il Museo di Prato svela in esclusiva per exibart

Vito Acconci centro pecci
Vito Acconci, Multi-Bed #1, Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci Ferro e lamiera zincata, pannelli di plexiglas specchiante, pannelli riflettori in plexiglas, luci al neon, gommapiuma e nylon, 120x216x216 cm. Foto: Federica Lazza - Museo Pecci, Milano 2012

Poeta, body artist, performer e architetto, Vito Acconci si afferma tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Settanta con azioni provocatorie di matrice concettuale e con opere video incentrate sull’investigazione di sé e sull’analisi delle relazioni (fisiche, linguistiche e psicologiche) con l’altro. Dall’incontro tra corpo fisico e corpo architettonico, tra spazio privato e spazio pubblico sperimentato in queste situazioni, nascono anche gli oggetti, le installazioni, i progetti e i prototipi elaborati dal 1988, nell’ambito dello studio di architettura fondato dall’artista a New York.

Nel 1992 il Centro Pecci gli dedica un’ampia mostra personale incentrata principalmente su lavori basati “sull’idea della casa” (A. Barzel) che comprendono, oltre a video sculture, proposte per spazi pubblici e all’aperto, come Mobil Linear City (1991), accanto a oggetti d’arredamento “a metà strada tra il vestiario e l’architettura”, come Adjustable Wall Bra (1990-1991), o ispirati a forme organiche come Convertible Clam Shelter (1990). Ad essi Acconci alterna il design freddo di impronta minimalista dei mobili fluorescenti e dei letti incernierati, realizzati con materiali industriali, della serie dei Multi-Bed (1992): cinque installazioni fatte da due o più letti a una piazza collegati tra loro in vario modo, dove il tema dell’esplorazione del corpo si carica di riflessioni critiche a valenza politico-sociale che si estendono al mondo del lusso e dei consumi. “La testata e la pedana di ogni letto sono un telaio zincato; la testata è uno specchio esterno e un riflettore interno, mentre la pedana è uno specchio interno e un riflettore esterno. Il materasso di polistirene espanso è coperto con un nylon grigio pesante, del tipo convenzionalmente utilizzato per valigie o stuoie a tamburo; il materasso è sistemato su una lamiera di metallo espanso e chiodato al telaio del letto.” (Acconci).

Multi-Bed #1, il primo di questa serie, è un letto per due persone composto da due strutture di ferro e lamiera zincata incrociate e fuse insieme nel mezzo in forma di croce greca, per cui una persona che ipoteticamente occupa un letto, costringe l’altra a giacervi sopra o sotto. Modificato nella sua funzione originaria di luogo di riposo e di piacere e dislocato dalla sfera privata della casa nello spazio pubblico del museo, Multi-Bed #1 coinvolge direttamente lo spettatore in una situazione che induce a riflettere e a sperimentare diverse possibilità di interazione e di comunicazione, evocando comportamenti che oscillano tra l’agonistico e il rituale, dando luogo a situazioni plastiche ambigue ed intriganti potenzialmente cariche di tensione e di violenza.

[Desdemona Ventroni, scheda tratta dal vol. La collezione: Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato, Giunti Editore, Firenze 2009, p. 22]

Pezzo da Museo è la rubrica di exibart dedicata alle collezioni dei musei italiani: ogni settimana, schede e approfondimenti sulle opere più iconiche e suggestive oppure sui capolavori meno conosciuti e da riscoprire. Un viaggio nella storia dell’arte, dall’archeologia al contemporaneo, a portata di schermo. Per le altre puntate potete dare un’occhiata qui.

Vito Acconci, Multi-Bed #1, Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, Ferro e lamiera zincata, pannelli di plexiglas specchiante, pannelli riflettori in plexiglas, luci al neon, gommapiuma e nylon, 120x216x216 cm. Collezione del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci e della Città di Prato Acquisita in occasione della mostra di Vito Acconci al Centro Pecci, Prato 1992 Foto: Federica Lazza – Museo Pecci, Milano 2012

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