26 gennaio 2000

Archeo-boom è a Roma il più grande polo archeologico del mondo

 
a tre anni dalla decisione, dell’allora ministro per i Beni Culturali Veltroni, di finanziare i restauri con i fondi del lotto analiziamo la situazione nella Capitale. Tra alcune difficolta e molti succesi Roma può affermare, oggi, di avere un polo archeologico degno della sua storia.

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Viene voglia di trovare qualcuno da ringraziare. Dopo tante delusioni, tanta incuria, tanto e troppo abbandono si ha davvero il desiderio di individuare un capro espiatorio al contrario, un idolo a cui dire “grazie!”.
Tanto per zittire eventuali malignità sulla nostra partigianeria annuncio che chi scrive è spesso in disaccordo con le idee politiche del partito dei ds, credo tuttavia che da destra e da sinistra si debba levare un “grazie” – di cui sopra – a personalità come Walter Veltroni e come Giovanna Melandri.
Il primo ha riesumato la vecchia tradizione della Roma papalina di utilizzare i fondi del lotto per i restauri, la seconda ha utilizzato i fondi stessi (900 miliardi in tre anni) per realizzare un nuovo Rinascimento (si, certo, con la “erre” maiuscola). In queste poche righe spenderemo altri elogi per la realizzazione, di nuovo a Roma, di un insieme di opere che nel giro di tre anni (una volta ce ne volevano trenta) hanno fatto in modo che la capitale ospitasse il più grande polo archeologico urbano del mondo.
I primi interventi partivano, in collaborazione con l’Enel ai Fori nel lontano 1997: una serie di mega gruppi elettrogeni illuminava le vestigia della Roma imperiale. Il massimo risultato con la minima spesa visto che la gente riinizia per magia ad affollare l’area archeologia nelle ore del dopocena. Poi si passa a far ripartire l’arenato progetto della realizzazione del Museo Nazionale Romano. Aprono due importantissime sedi: il Palazzo Altemps (a due passi da Piazza Navona) e il Palazzo Massimo alle Terme (di fronte alla Stazione Termini). Crypta BalbiCollezioni ricollocate, magazzini svuotati, percorsi espositivi più chiari e studiati, bookshop, sale convegni. Tutto questo nel corso del ’98 ed all’inizio del ’99. Con l’aiuto dei fondi del Grande Giubileo, sempre nel ’99, partono i lavori di scavo nei Fori che porteranno la superficie visitabile a raddoppiare e che apriranno percorsi archeologici laddove qualcuno aveva pensato di posizionare giardinetti all’inglese; i lavori, pur con qualche ritardo, stanno per concludersi: i Fori Imperiali sono l’area archeologia urbana all’aperto più grande del mondo. All’inizio del 2000 si aggiunge un altro tassello al Museo Nazionale Romano: la Crypta Balbi (di cui potete leggere la nostra recensione) va ad analizzare il periodo della Roma medievale fino ad oggi considerato come momento buio di decadenza e di scarso interesse. Mentre la Melandri inaugura la Crypta a Via delle Botteghe Oscure (i ds l’avranno fatto apposta??), sul Colle Oppio i romani ed i turisti fanno la fila – nonostante la prenotazione telefonica – per visitare le meraviglie restaurate della Domus Aurea, splendido frutto della megalomania e delle manie di grandezza dell’incendiario Nerone.
Fori ImperialiTutto questo fino ad oggi. Vi sembra ancora poco? Pensate che la città simbolo della storia d’Italia e d’Europa meriti di più? Se siete degli assidui giocatori del lotto potrete allora dirvi un po’ padri dei nuovi gioielli che andranno ad aggiungersi alla collezione in questi giorni d’inizio estate.
Le terme di Diocleziano, le più grandi della romanità, sintesi di maestosità imperiale, dolcezza michelangiolesca (all’interno del calidarium il Buonarroti realizzò la basilica di S. Maria degli Angeli) e razionalità ottocentesca (nella grande esedra delle terme oggi è Piazza della Repubblica, realizzata dall’architetto Kock, simbolo di Roma Capitale) ospiteranno due musei. Il Museo di Protostoria dell’antico Lazio ed il Nuovo Museo Epigrafico, il più grande al mondo con fondamentali indizi sullo sviluppo della lingua latina; all’interno dei colossali spazi espositivi due mostre di grande valore simbolico su Romolo e Remo e sugli Argonauti.
Sull’Appia Antica sono stati portati a termine i lavori di restauro, riportata alla luce l’antica pavimentazione in basalto, restrutturate le vestigia e i monumenti funebri che l’affiancano, addirittura interrata un’autostrada (il Raccordo Anulare) che la tagliava in due. Sulla Regina Viarum ha l’ingresso un’alta perla del polo archeologico capitolino: la Villa dei Quintili era fino allo scorso anno praticamente sotto terra, si tratta della più grande villa suburbana di cui si abbia notizia, non proviamo a descriverla, va vista!
A Ostia Antica, museo a cielo aperto meno famoso ma non meno importante di Pompei sono stati creati nuovi percorsi di visita che consentono un approccio di maggiore significato didattico e di più semplice fruibilità. All’interno delle regiones dell’antico porto di Roma verranno allestiti per l’occasione spettacoli di danza, musica e teatro.
Ci risulta difficile commentare tanta e tale abbondanza, sappiamo di avere lettori numerosi, attenti e puntuali, proveteci voi.

Massimiliano Tonelli

[exibart]

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