26 maggio 2006

Messaggi in codice

 
Dal Louvre alla Scozia. Dal Sacro Graal (anzi, Sang Real) ad Ermete Trismegisto. Maria di Magdala e San Giovanni Battista. Viaggio riassuntivo tra i misteri del Codice Da Vinci, mentre il film tratto dal best seller più discusso, condannato (e persino bruciato) degli ultimi anni, spopola nelle sale…

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Il romanzo campione d’incassi ha avuto come effetto un boom editoriale senza precedenti sulla vita e le opere del grande genio rinascimentale. In libreria si trova di tutto, dal Leonardo tascabile all’edizione trasportabile solo con apposito portapacchi da auto. Centinaia di titoli pro e contro e almeno qualche parodia (codice Perdinci e codice Stravinci). Il film, poi, ha invaso le sale di tutto il mondo e dopo pochi giorni si è già ripagato delle spese.
Ma a cosa si deve questo improvviso interesse per lo spirituale medioevale e le simbologie astruse? Dan Brown, dal canto suo, afferma di non essersi inventato niente, gli spunti storici sono veri, nulla di nuovo e sconcertante. La storia si basa su fonti ampiamente pubblicate ben prima del suo libro, il suo merito semmai è quello di averli ricostruiti all’interno di un thriller avvincente che tiene con il fiato sospeso fino alla fine. Il libro è la rilettura della storia del Cristianesimo come un giallo al cui centro vi è il mistero del Sacro Graal, il simbolo mistico religioso più importante del medioevo. La figura chiave del mistero è Maria Maddalena che, secondo i fatti ricostruiti sulle tracce di un messaggio cifrato, risulta essere non una prostituta redenta, come ha tramandato la Chiesa per secoli, ma la discepola prediletta di Cristo, la depositaria del suo verbo, sua sposa e capostipite di una dinastia di discendenza divina. Le prove di questa affermazione per Dan Brown sono da ricercarsi proprio in un quadro di Leonardo: Il Cenacolo affrescato nel Refettorio della chiesa di S. Maria delle Grazie a Milano. Per l’autore è significativo il fatto che Leonardo abbia omesso di dipingere il calice che Cristo avrebbe usato durante l’ Ultima Cena, per dare la comunione agli apostoli. Infatti – afferma – il calice è lì sotto forma di una persona fisica – il ritratto del personaggio alla destra di Cristo non sarebbe il suo discepolo più giovane, identificato da sempre dagli studiosi come Giovanni, bensì una donna: Maria di Magdala, la sua sposa.
La sua ipotesi è accreditata da un solo, anche se illustre, studioso: Carlo Pedretti è l’unico a dare ragione a Brown. Studiando le opere degli allievi di Leonardo che hanno fatto delle copie del dipinto quando l’affresco non era ancora rovinato, il critico ha scoperto che gli artisti hanno riprodotto un personaggio che è senza ombra di dubbio una donna. Ma se alla destra di Cristo c’è la Maddalena allora dove è finito Giovanni? Gli Il Codice Da Vinci, il bestseller di Dan Brown apostoli non possono essere undici; secondo quanto riportato da tutti i Vangeli, durante l’Ultima Cena, Cristo è al centro e intorno ci sono i dodici apostoli ed è così che la scena è stata rappresentata sempre nel corso dei secoli. Leonardo si è veramente discostato da questa visione ufficiale? Nel dipinto è colto il momento in cui Cristo annuncia che verrà tradito. I discepoli si alzano spaventati additandosi uno con l’altro. È un colpo di scena teatrale che il pittore ha fermato nelle espressioni dei volti e nell’atteggiamento dei corpi. In realtà è abbastanza noto che Leonardo fosse interessato particolarmente allo studio della luce e della resa prospettica: la luminosità è più invadente nel primo piano dove si fonde nel biancore della tavola per essere poi ripresa nel fondo, dove illumina il paesaggio che si apre al di là delle finestre.
Dan Brown riconosce nello spazio che si crea tra Cristo e il personaggio alla sua destra il profilo di una grande “V”, da sempre simbolo del femminino sacro e questa sarebbe la prova del codice di segni adoperato dall’artista per tramandare il suo segreto. Eppure i critici d’arte, tra cui Flavio Caroli, affermano che è piuttosto un espediente per dare maggiore profondità prospettica e condurre l’occhio dello spettatore alla luce del paesaggio che si apre in fondo alla sala. Secondo i “Dossier Secrets” rinvenuti nella Biblioteca Nazionale di Parigi e non ancora riabilitati dall’accusa di essere dei clamorosi falsi, Leonardo sarebbe stato uno dei gran maestri del Priorato di Sion. Questa setta occulta nacque allo scopo di proteggere e tramandare il segreto della discendenza di Cristo all’epoca dei Templari, durante la seconda crociata: “il Sang Real” tradotto poi erroneamente in “Sacro Graal”. Sang Real e Sacro Graal dunque coincidono, sarebbe questo il misterioso segreto per il quale i Templari furono perseguitati e sterminati? Eppure sembra riduttivo leggere la personalità di un genio come Leonardo come quella di un traduttore in segni e codici di un segreto occulto, anche se così importante. Architetto, inventore, matematico, eccellente pittore, fu il prototipo esemplare di uomo integrale che ancora non conosceva la specializzazione scientifica e accresceva le sue capacità in ogni direzione. Questo ideale di umanità totale vedeva nel corpo umano la sede di valori macrocosmici. La centralità metafisica dell’uomo-microcosmo è testimoniata nel Rinascimento dalla larga diffusione di un nuovo simbolo “L’homo ad circulum” da cui deriva il celebre “uomo vitruviano” del disegno di Leonardo. Figura che gioca un ruolo cruciale nell’immagine di apertura del romanzo, che inizia con un delitto. La strana posizione dell’anziano curatore del Louvre che viene rinvenuto nudo con le gambe e le braccia allargate si riconduce al simbolo disegnato sul petto: un pentacolo, cioè una stella a cinque punte.
Il Cenacolo di Leonardo Da Vinci
Questo disegno di antichissima origine rappresenta il pianeta Venere e ha sempre indicato la sacra femminilità. Un famosa studiosa di storia del Rinascimento, Frances Yates ha riconosciuto nel Da Vinci la figura dell’alchimista. In questo periodo, quando la scienza non aveva ancora basi razionali, l’incorporazione dei trattati ermetici, cioè attribuiti alla figura mitica di Ermes Trismegisto, fu una delle cause del grande prestigio accordato alla magia, all’occultismo e all’ermetismo. Un mito filosofico tipico dell’ermetismo fu l’esistenza di una chiave universale, ossia di uno strumento (Un metodo) atto alla soluzione di tutti i problemi e allo sviluppo della creatività. Molte opere di quel periodo sono state scritte seguendo uno o più codici, tra questi uno dei più idecifrabili: L’Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna, il cui scopo e significato è avvolto nel più fitto mistero. E così anche molti dipinti, sulla cui interpretazione si stanno ancora interrogando i critici e gli storici: dalla Tempesta di Giorgione, alla Flagellazione di Cristo di Piero Della Francesca che si aggiungono alla Gioconda e alla Vergine delle Rocce leonardesche.
La convinzione di avere così svelato il segreto di questa trama occulta si riflette anche nello stile, fra il tenebroso, l’inquietante e il magico, che trova la sua catarsi in uno degli edifici più bizzarri che esistono al mondo, seguendo traiettorie vertiginose di antichi meridiani alla fine del libro, e del film, si approda alla Cappella di Rosslyn, in Scozia, a dieci chilometri da Edinburgo. Rosslyn in antica lingua gaelica significa “L’antica tradizione che deve essere tramandata” o “celata”. Costruita da uno degli ultimi discendenti di quei templari il cui ordine venne soppresso da Filippo di Francia, nell’eccentrica decorazione del tempio, che ricalca fedelmente la pianta del Tempio di Erode a Gerusalemme, sono scolpite immagini che rappresentano i cavalieri dell’ordine monastico ma anche i simboli della massoneria e dei suoi riti. Il motivo per il quale è stata edificata questa strana chiesa non è stato ancora scoperto, tutto sembra indicare che ci sia un grande segreto. Le cose tacciono oscuramente e il silenzio del mondo racchiude un universo di simboli. Ne Il Pendolo di Foucault, Umberto Eco, molto semanticamente, aveva indicato nella ricerca forzata del significato dei segni un circolo vizioso: alla fine si può costringere qualsiasi cosa a significarne un’altra. Per quanto si cerchino scorciatoie ci si ritrova di fronte all’enigma. Un mistero inaccessibile ha la stessa realtà e suscita lo stesso interesse di un tesoro introvabile: non importa che esista.

maya pacifico

[exibart]

15 Commenti

  1. Simboli astrusi? Allora Dr. Jung era anche lui un astruso…mai sentita cosa simile! Con i simboli ci si vive tutti i santi giorni, sono parte della nostra memoria, sono i segni tramandati dai nostri avi ancestrali. Anche noi saremo simboli in un futuro a venire, sotto le stratificazioni terrestri.

    (*)Il calice é assente o non rappresentato sul tavolo dell’ultima cena di Leonardo. Ebbene si darebbe il caso che uno spazio negativo abbia preso una forma davvero strana nella composizione leonardesca…un mistero che intriga la mente in effetti: qualcosa manca sul tavolo e perché mai? Una soluzione estetica da parte del grande maestro per dare alla composizione una sequenza di spazi tra le figure rappresentate con una aritmìa inconsueta? O un lapsus freudiano?

  2. The inly interesting aspect of this movie – probably the worst I’ve ever seen in my entire life – is the anti-cinematographic intent of it. When the main characters don’t do anything, expect talking talking talking, for two hours and a half, we are in the precence of a new kind of cinema, clearly opposed to the traditional one. And -maybe- this is something really interesting.
    Good Night, and Good Luck.

    L.S.

  3. col grande segreto rimasto nascosto per secoli, c’hanno fatto un libro, un film, un cd musicale e sentite l’ultima, anche un videogioco 🙂 ahahahahahah 🙂

    roba alla Vanna Marchi 🙂

  4. il tuo articolo è simpatico nell’introduzione, poi hai fatto un riassuntino del libro e alla fine hai inserito un riferimento a Fouqualt che direi era meglio evitare, perchè l’arte è sempre stata tutta una ricerca simbolica e sempre lo sarà…la ricerca di significati non sarà mai un circolo vizioso, e non porterà a conclusioni sbagliate.
    Il bello è proprio il cercare…l’avere a che fare con la varietà di interpretazioni..
    Non si cerca la verità, si cercano modi di interpretare.
    Il bello è parlarne e scriverne.
    Ecco il successo del libro e del film: l’aver riportato il discorso su problemi che erano stati momentaneamente accantonati, ma di cui si era già parlato.

  5. che c’è di più cristiano che sposare una prostituta?
    semmai di noioso c’è tutta la solfa della “dinastia” e della purezza della discendenza che, ma tu guarda, è la cosa che più affascina il poppolo

  6. Dear Miss Giusy,
    please don’t talk about Eco and FOUCAULT if you don’t even know how to write the name.
    Good Night, and Good Luck.

    L.S.

  7. Dear Lord Sandwich ^____^
    In the future + 250 MA circa… Leonardo da Vinci sarà un mero ricordo purtroppo…per non parlare dell’Italia… stratificata per sempre tra Africa e Eurasia…e lei si sta a preoccupare di nomi? Poi perché parla inglese in questo forum italiano? Vuole dominarci forse?
    Buona Domenica e soggiorno italiano…

  8. Dear Lord Sandwich…
    non è mia abitudine sbagliare i nomi, mi capita soltanto quando sono molto presa nella foga appassionata di rispondere…
    quando l’argomento è interessante non mi fermo a curare la C al posto della Q anche perchè a “buon intenditor poche parole”…e mi scusi se non rispondo in inglese ma devo ancora perfezionarlo….
    🙂

  9. Cara Giusy, intanto, fossi in te, io perfezionerei l’italiano ed il francese… per l’inglese c’è tempo e rimedio…

  10. non vi sembra un po’ strano che nel periodo piu’ difficile della chiesa (non glie ne frega piu’ niente a nessuno, tranne agli ultra settantenni) esca un libro nemmeno tanto originale, perche chiunque si sia interessato un po a questi argomenti, sapeva dei merovingi, dei monasteri francesi sconsacrati e quant’altro. contro la chiesa, che sta in piedi per vero miracolo, e per aver accumulato tali ricchezze da poter vivere di prepotenza.

  11. Vi è chiesta un’opinione , non di fare le maestrine ,che brutto vizio.
    Esprimete le vostre opinioni per favore.
    Io penso che ciò che preoccupa le gerarchie ecclesiastiche è la dimensione del fenomeno, che forse per la prima volta raggiunge più strati sociali.
    Finche certe conoscenze rimangono in ambiti ristretti tutto va bene.
    Ricordate la messa in Latino di una volta?Chi poteva seguirla?Chi conosceva il latino?

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