13 dicembre 2010

resoconti Festival of Festivals

 
Italia patria dei festival? A guardare i numeri, si direbbe di sì, visto che sono quasi mille all’anno. Ma come si profila l’orizzonte, in un momento di tagli generalizzati alla cultura? Un parere giuridico...

di

Si è svolta a Bologna, dal 3 al 7 novembre, la
terza edizione di Festival of Festivals,
il congresso che riunisce annualmente gli operatori del settore per fare il
punto della situazione sul fenomeno festival culturali. Il tema di quest’anno è
stato il festival come motore di sviluppo economico e sociale alle prese con le
difficoltà derivanti dall’attuale situazione economica del Paese.

In Italia ci sono 945 festival in cinque aree tematiche
(cinema, musica, cultura, teatro, scienze): ciò dimostra come la forma festival
sia una formula di successo per la circuitazione di contenuti creativi. Fino a
dieci anni fa i contributi pubblici per l’organizzazione di un festival
potevano arrivare fino all’80%; si è poi passati al 50%, per giungere all’attuale
e temuto azzeramento dei finanziamenti pubblici alla cultura.

In questo scenario di tagli alla cultura è vitale
riuscire ad attirare gli investimenti dei privati, delle società e delle fondazioni
bancarie che devono considerare il festival come un nuovo strumento di comunicazione
e di marketing aziendale. Non solo, quindi, investimenti in campagne
pubblicitarie veicolate attraverso i tradizionali canali di comunicazione (stampa,
radio-televisione), ma anche investimenti in cultura ed eventi per arrivare al
consumatore nel miglior modo possibile. Anche per gli enti pubblici
territoriali il festival deve essere inteso non come un costo improduttivo, ma
come uno strumento di marketing territoriale che crea indotto.

Cédric Delsaux - The Falcon's hiding place - courtesy FotoGrafia-Festival Internazionale di Roma
Per attirare i nuovi investitori privati, gli
organizzatori dei festival devono “professionalizzarsi” e risultare soggetti
affidabili capaci di ispirare fiducia. In questo senso è importante presentarsi
all’investitore con un progetto ben articolato che evidenzi, per esempio, i
punti di contatto tra l’evento culturale e la filosofia dell’azienda per
invogliarla a investire in cultura piuttosto che in altre forme di pubblicità.

C’è però un elemento che dall’esterno rallenta
questa rilettura del festival in chiave di strumento di comunicazione: è il
fatto che gli investimenti in cultura non siano fiscalmente deducibili.

Su questo versante si muove l’altra iniziativa nata
in seno al Festival of Festivals: è
la campagna Emergenza festival,
lanciata in collaborazione con il magazine Fanatic
About Festivals
, alla quale hanno già aderito numerosi festival e che si
propone di sensibilizzare l’opinione pubblica e politica sul tema delle
agevolazioni per le aziende e i privati che investono in cultura. Tra gli
obiettivi dei promotori vi è anche quello di formulare e presentare nelle sedi
competenti una proposta di legge.

Inaugurazione del Festival della Mente 2009 - photo Grazia Lissi
È da segnalare infine la nascita dell’OIFEC – Osservatorio
Italiano dei Festival e degli Eventi Culturali, che si propone di affiancare la
rete dei festival italiani in questo percorso di crescita in networking,
svolgendo attività di studio e di ricerca nelle materie di interesse dei
festival. L’Osservatorio – tornando al binomio festival-comunicazione – potrebbe
elaborare quei dati e quelle ricerche che guidano le imprese che investono in
cultura al fine di individuare gli eventi più interessanti anche sul piano
pubblicitario.

[Si ringrazia per i chiarimenti Andrea Romeo,
general manager di Festival of Festivals]

raffaella
pellegrino

avvocato esperta in proprietà intellettuale – studio
legale d’ammassa & associati


dal 9 al
13 novembre 2010

Festival
of Festivals

I
Portici Hotel / Palazzo d’Accursio – 40100 Bologna

Info: www.festivaloffestivals.org

[exibart]

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