09 marzo 2022

Diego Perrone vince il Premio ACACIA: le opere al Museo del Novecento

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Originario di Asti, attualmente tra Milano e Berlino, Diego Perrone è stato nominato per il Premio ACACIA: le sue opere saranno esposte al Museo del Novecento di Milano, in occasione di miart

Diego Perrone, “Senza Titolo”, 2011, penna a sfera su carta, 33x48 cm, Courtesy: the artist

È Diego Perrone il vincitore del Premio ACACIA 2022, il riconoscimento promosso dall’Associazione Amici Arte Contemporanea Italiana, in collaborazione con il Museo del Novecento di Milano dove, dal 22 marzo al 27 settembre 2022, saranno esposte le opere dell’artista nato ad Asti nel 1970. Nell’ambito di un più ampio progetto di promozione del dialogo tra pubblico e privato attraverso l’arte, i lavori di Perrone in mostra saranno poi donati da ACACIA al Museo, entrando a far parte di una collezione specifica che già può contare opere di Mario Airò, Rosa Barba, Rossella Biscotti, Monica Bonvicini, Gianni Caravaggio, Maurizio Cattelan, Loris Cecchini, Roberto Cuoghi, Rä di Martino, Lara Favaretto, Linda Fregni Nagler, Francesco Gennari, Sabrina Mezzaqui, Marzia Migliora, Adrian Paci, Paola Pivi, Marinella Senatore, Luca Trevisani, Grazia Toderi, Tatiana Trouvé, Marcella Vanzo, Nico Vascellari, Francesco Vezzoli. La mostra, a cura di Gemma De Angelis Testa e Iolanda Ratti, sarà presentata in occasione di miart 2022 e dell’Art Week.

DIego Perrone, “Senza Titolo”, 2011, penna a sfera su carta, 33×48 cm, Courtesy: the artist

Dopo aver studiato all’Accademia di Brera con Luciano Fabro e poi a Bologna, dove ha incontrato Alberto Garutti, Perrone attualmente vive e lavora tra Milano e Berlino. Scultura, disegno, lavorazione del vetro, video e fotografia, sono alcune delle tecniche usate liberamente nella sua ricerca, incentrata su una acuta rilettura di temi e icone della tradizioni, della cultura popolare e della storia recente.

Diego Perrone, “Senza Titolo”, 2016, pasta di vetro, 73 x 90,2 x 28,6 cm, Courtesy Casey Kaplan, New York. Photo: Andrea Rossetti

Questo procedimento è il frutto di un costante processo di “alterazione”, che porta lo spettatore a un confronto con le proprie strutture culturali. Una moltitudine di motivi, che si concretizza in sculture in vetro fuso e in opere su carta, con la ripetizione di segni a biro che corrono ossessivi sulla superficie dei fogli. L’artista ha lavorato alla serie di disegni in modo costante nel corso degli anni. È il caso delle opere che confluiranno nella collezione del Museo del Novecento, nelle quali Perrone sembra raffigurare due volti umani, con particolare attenzione alla zona del canale uditivo, che ricorre in molte altre sue opere. L’orecchio infatti è il mezzo che ci permette di tramutare i suoni e gli stimoli provenienti dal mondo esterno in impulsi elettrici, pensieri, sensazioni ed emozioni.

Diego Perrone, “Senza Titolo”, 2018, cera microcristallina, metallo, pastelli ad olio, 115 x 120 x 42 cm
Courtesy Massimo De Carlo, Milan / London / Hong Kong. Photo: Andrea Rossetti

Le sue opere sono conservate in varie collezioni in tutto il mondo, tra cui MAXXI di Roma, Museion di Bolzano, Guggenheim di New York e Centre Pompidou di Parigi. Ha partecipato alla 50ma Biennale di Venezia nel 2003, alla 11ma Triennale India a New Delhi nel 2005, alla Moscow Biennale of Contemporary Art nel 2005, alla quarta Berlin Biennial for Contemporary Art nel 2006 e alla 53ma Biennale di Venezia nel 2009. Ha esposto in numerosi musei tra cui Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea di Torino, al Museo MAN di Nuoro, al Museum of Contemporary Art di Zagabria, al PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, alla GAM di Milano e al Museum of Contemporary Art di Chicago.

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