30 settembre 2025

Mohamed Bourouissa ha vinto il Mario Merz Prize 2025 per l’arte

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Il riconoscimento, giunto alla sua quinta edizione, premia Mohamed Bourouissa e la compositrice Natalia Domínguez Rangel. Alla Fondazione Merz di Torino, nel 2027, la personale dell’artista algerino

Fondazione Merz, foto Paolo Pellion

La Fondazione Merz di Torino ha annunciato i vincitori della quinta edizione del Mario Merz Prize, l’unico premio internazionale dedicato congiuntamente all’arte e alla musica. Per la sezione arte, il riconoscimento è stato assegnato a Mohamed Bourouissa. Per la sezione musica, la giuria ha scelto la compositrice e sound artist Natalia Domínguez Rangel.

Istituito nel 2013 dalla Fondazione Merz, il premio biennale intitolato a Mario Merz nasce con l’intento di sostenere artisti e compositori di media carriera che affrontano con linguaggi innovativi i nodi della contemporaneità. È l’unico riconoscimento internazionale che unisce arte visiva e musica, e prevede per i vincitori una mostra personale o una commissione musicale di nuova produzione. Nelle precedenti edizioni sono stati premiati Wael Shawky e Cyrill Schürch, Petrit Halilaj e Geoffrey Gordon, Bertille Bak e Jay Schwartz, Yto Barrada e Füsun Köksal.

Mohamed Bourouissa, Mehdi Anede, 2023. Fusione d’alluminio / Aluminium cast. Courtesy the artist and Mennour, Paris Photo: Archives Mennour

Il Premio Marzio Merz a Mohamed Bourouissa: le motivazioni

La giuria composta da Manuel Borja-Villel, Caroline Bourgeois, Massimiliano Gioni e Beatrice Merz ha motivato la scelta sottolineando come Bourouissa riesca a rendere l’arte catalizzatore di trasformazioni sociali, portando alla luce microfenomeni di violenza e aggressività spesso invisibili, radicati nella quotidianità.

«Per Mohamed Bourouissa, l’arte è e ha una carica energetica…ed è proprio per questo che attraverso il suo lavoro si fa catalizzatore di trasformazioni», si legge nelle motivazioni. «Quando riflette e crea, resta solo e questa solitudine è indispensabile per lasciare che le cose accadano e gli si avvicinino: è il mondo che collabora con lui. L’arte ha un ruolo sociale, appartiene alla società, e i progetti dell’artista mirano a raggiungere una profondità di significato proponendoci percorsi di ascolto e di osservazione. L’artista apre il nostro sguardo sull’aggressività che si nasconde nella società standardizzata di comportamenti e rappresentazioni. Negli oggetti di uso quotidiano, nei gesti e nei movimenti, fa emergere il turbamento della violenza accumulata. Rileva non solo i grandi sconvolgimenti della società e della politica, ma anche i microfenomeni di brutalità che generalmente passano inosservati. Ogni progetto gli offre l’opportunità di navigare tra libertà e controllo».

La sua opera Généalogie de la Violence (2024), presentata alla Fondazione Merz insieme ai lavori degli altri finalisti – Elena Bellantoni, Anna Franceschini, Voluspa Jarpa e Agnes Questionmark – è un video accompagnato da sculture bronzee che riflette sulla brutalità urbana, ambientato in Francia, dove l’artista vive. L’opera, con un linguaggio elegante e allusivo, invita a interrogarsi sulla violenza sistemica e sulle sue forme latenti. Bourouissa sarà protagonista di una mostra personale alla Fondazione Merz nel 2027, consolidando così il legame con l’istituzione torinese.

Mohamed Bourouissa, Généalogie de la Violence, Film, 2024. (c) Mohamed Bourouissa. Courtesy de l’artiste et de Mennour, Paris / Production: Division

Biografia di Mohamed Bourouissa

Nato ad Algeri nel 1978, Bourouissa racconta la società contemporanea attraverso immagini e narrazioni che abitano la soglia tra integrazione ed esclusione. Le sue fotografie, video e installazioni nascono da lunghi periodi di ascolto e immersione nel contesto, con l’obiettivo di creare spazi di parola e di rappresentazione per comunità e soggetti marginalizzati.

Ha esposto in istituzioni di rilievo internazionale, tra cui Palais de Tokyo, Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris e Centre Pompidou di Parigi, Stedelijk Museum di Amsterdam, Philadelphia Museum of Art, Kunsthal Charlottenborg di Copenaghen, Schinkel Pavillon di Berlino, Goldsmiths CCA di Londra, Fondazione MAST di Bologna e Les Rencontres de la Photographie di Arles. Le sue opere fanno parte di collezioni prestigiose come il MoMA di New York, il Pompidou, la Fondation Louis Vuitton e il Los Angeles County Museum of Art.

Mohamed Bourouissa

Natalia Domínguez Rangel, vincitrice per la musica

Per la sezione musicale, la giuria formata da Helena Winkelman, Philip Samartzis, Thomas Demenga e Willy Merz ha scelto Natalia Domínguez Rangel, apprezzandone l’originalità nella ricerca sui confini tra corpo e ambiente, la qualità della costruzione spaziale e immersiva e la capacità di elaborare un linguaggio sonoro permeabile e in trasformazione. Alla compositrice sarà commissionato un brano per orchestra d’archi o un progetto di sonorizzazione per uno spazio architettonico.

Natalia Dominguez Rangel, photo Simon Veres

Colombiana-olandese, Domínguez Rangel vive tra Vienna e Amsterdam. Ha studiato al Conservatorio di Amsterdam e insegna Sound in Sculpture presso l’Universität für Musik und Darstellende Kunst di Vienna, oltre a insegnare al dipartimento di Design Art Technology dell’ArtEZ di Arnhem. Le sue composizioni sono state presentate in contesti di rilievo internazionale come Radialsystem (Berlino), Muziekgebouw aan ’t IJ (Amsterdam), Biennale di Vienna, Festival Archipel (Ginevra), ImPulsTanz (Vienna), Huddersfield Contemporary Music Festival (Regno Unito) e Gaudeamus Muziekweek (Amsterdam).

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