14 settembre 2021

Salgado e Turrell vincono il Praemium Imperiale giapponese e c’è anche un po’ di Italia

di

Tra i vincitori del Praemium Imperiale, considerato il Nobel per le arti, ci sono il fotografo Sebastiao Salgado e l’artista James Turrell, mentre alla Scuola dell’Istituto per il Restauro una borsa di studio

Sono stati annunciati questa mattina i vincitori del Praemium Imperiale 2021, il prestigioso premio alle arti assegnato annualmente dalla Japan Art Association – istituzione presieduta dal Principe Hitachi – e considerato una sorta di Nobel di settore. Attribuito fin dal 1988 ad artisti che si sono distinti per il contributo dato alla comunità mondiale grazie alle loro opere, il riconoscimento viene assegnato in cinque categorie e prevede un grant di 15 milioni di Yen, pari a circa 115mila euro: a Sebastiao Salgado il premio per la Pittura, a James Turrell per la scultura, a Glenn Murcutt per l’architettura, a Yo-Yo Ma per la Musica. La categoria Teatro/film non è stata assegnata: a causa della pandemia di coronavirus non si è infatti raggiunto il numero necessario di candidati.

La proposta delle candidature per i riconoscimenti annuali spetta ai Consiglieri internazionali della Japan Art Association, che presiedono, ciascuno nel proprio paese, i Comitati per le nomine. La scelta finale dei vincitori viene invece compiuta da cinque Comitati di selezione della Japan Art Association, uno per ogni categoria del premio: pittura, scultura, architettura, musica, teatro/cinema. Tra i Consiglieri internazionali figurano esponenti di spicco del mondo istituzionale, politico e culturale, tra i quali Lamberto Dini, Jean-Pierre Raffarin e Caroline Kennedy. Tra i consiglieri onorari, invece, spiccano i nomi di Jacques Chirac, David Rockefeller Jr e François Pinault.

La borsa di studio all’ICR, per continuare la buona tradizione italiana

La borsa di studio per giovani artisti è stata annunciata nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella Sala Spadolini del Collegio Romano, alla presenza del Consigliere Internazionale dell’istituzione nipponica, Lamberto Dini, e a beneficiarne sarà La Scuola di Alta Formazione dell’ICR – Istituto Centrale per il Restauro in Italia.

«È un impegno a continuare a investire nell’eccellenza italiana del restauro e della tutela, riconosciuta ancora una volta a livello internazionale con il conferimento di questo premio», ha commentato il Ministro della Cultura, Dario Franceschini. «Il prestigio e le ragioni del Praemium Imperiale – ha dichiarato il Ministro Franceschini – si legano profondamente al messaggio che l’Italia, come presidente di turno del G20, ha voluto dare con l’indizione di un G20 Cultura. In un vertice di natura prevalentemente economica come il G20, è stato veramente importante celebrare un G20 Cultura che ha portato all’approvazione della Dichiarazione di Roma: un documento vincolante, molto importante, che mette al centro dell’attenzione della comunità internazionale non solo il tema della conservazione del patrimonio culturale ma anche il sostegno alla creatività contemporanea, nella consapevolezza di quanto la cultura possa essere un terreno che unisce ed avvicina, contribuendo a mantenere aperti degli spazi di dialogo. Ciò passa attraverso un investimento nelle giovani generazioni al quale contribuisce il Praemium Imperiale».

«Questo premio importante – ha detto la direttrice dell’ISCR Alessandra Marino – si aggiunge oggi ai successi conseguiti dall’Italia in quest’anno difficile, grazie all’impegno, alla costanza e alla gioiosa passione con cui sono stati perseguiti. Questo premio è dedicato ai giovani studenti della nostra scuola: i 110 frequentanti di questo anno, così come quelli passati e futuri. È un motivo in più per essere orgogliosi di appartenere a questa istituzione».

Peraltro sono molte le personalità italiane che, negli anni, si sono distinte in questo premio, tra gli altri, Claudio Abbado, Gae Aulenti, Luciano Berio, Enrico Castellani, Federico Fellini, Sophia Loren, Umberto Mastroianni, Mario Merz, Riccardo Muti, Giuseppe Penone, Renzo Piano.

Praemium Imperiale 2021: tutti i vincitori delle categorie

«Fotografo di fama internazionale, le potenti opere in bianco e nero di Sebastião Salgado sono immediatamente riconoscibili, opere che mettono in luce i diseredati e gli sfruttati, la bellezza della natura e la fragilità del mondo e dei suoi abitanti», si legge nelle motivazioni. Nato ad Aimorés, in Brasile, nel 1944, inizialmente formatosi come economista, ha iniziato a dedicarsi a tempo pieno alla fotografia nel 1973. Salgado lavora in modo tematico, utilizzando solo la luce naturale, le sue fotografie pongono domande su argomenti critici quali gli squilibrio della ricchezza e l’impatto di guerre e disastri ambientali. Il suo ultimo progetto, “Amazônia”, racchiude un’esplorazione di sette anni dell’ecosistema amazzonico e del modo di vivere delle sue popolazioni indigene. Nel maggio 2021 ne è stato pubblicato un volume e una mostra è attualmente in tournée in tutto il mondo.

San people (bushmen), Botswana, 2008

«Affascinato dalla luce fin dall’infanzia, la calma, l’apparente semplicità delle opere dell’artista James Turrell hanno costantemente esplorato il rapporto tra luce e percezione. Riflettendo la silenziosa meditazione della sua educazione in una famiglia quacchera, le opere di Turrell rivelano che “anche in un sogno con gli occhi chiusi, vediamo la luce”», scrive la giuria. Nato a Los Angeles nel 1943, Turrell ha studiato Psicologia Percettiva approfondendo le basi teoriche per i suoi successivi lavori con la luce. Appassionato di filosofia e scienza, nella sua ricerca Turrell esplora le possibilità percettive e gioca con la nostra comprensione degli spazi. Famosissimo per le sue opere di Land Art nei luoghi più suggestivi al mondo, così come per le sue installazioni nei musei più importanti, la summa delle sue opere è Roden Crater, un’installazione in un vulcano spento nel nord dell’Arizona, iniziata nel 1979 e la cui conclusione è prevista per il 2026.

Nato nel 1936 a Londra da genitori australiani, dopo aver trascorso la sua infanzia in Papua Nuova Guinea, Glenn Murcutt ha studiato architettura all’università in Australia, aprendo uno studio privato a Sydney nel 1969. «Un architetto in anticipo sui tempi, un architetto che ha trascorso la sua carriera creando edifici semplici e rispettosi dell’ambiente, radicati nel clima e nella tradizione della sua nativa Australia», spiegano i giurati. «Ogni grande edificio è già lì, ma da scoprire. Non è creato», così Murcutt spiega il suo metodo, descrivendosi non come un creatore ma come uno scopritore. La Marie Short House (1974) è tra i suoi più progetti più celebri. Lavori più recenti includono progetti pubblici come l’Arthur and Yvonne Boyd Education Center (1999) e l’Australian Islamic Center (2016).

Arthur and Yvonne Boyd Education Center

«Considerato uno dei più grandi musicisti del nostro tempo, il violoncellista Yo-Yo Ma è anche riconosciuto a livello mondiale come un appassionato sostenitore della cultura e del suo potere di generare fiducia e comprensione», spiegano nelle motivazioni. Ma è nato a Parigi, nel 1955, da genitori cinesi e ha iniziato a studiare violoncello con suo padre all’età di quattro anni. Tre anni dopo si è trasferito con la famiglia a New York. Bambino prodigio, ha suonato per i presidenti Kennedy ed Eisenhower nel 1962 e si è esibito per sette successivi presidenti degli Stati Uniti. Vincitore di 18 Grammy Awards, nel 1998 ha fondato il Silkroad Project, piattaforma di lavoro interculturale dedicata ai diversi linguaggi musicali.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui