15 giugno 2021

Tra arte e tecnica: Marta Fresneda vince il Premio Scultura Gabbioneta 2021

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L'artista spagnola Marta Fresneda vince il Premio Scultura Gabbioneta 2021 che, arrivato alla sesta edizione, mette in dialogo l'arte e la meccanica

Un pezzo di grande ingegneria meccanica può essere paragonato a un’opera d’arte? La discussione sarebbe lunga e anche interessante ma, di certo, i due ambiti possono trovare un punto di incontro. Ed è su questo equilibrio tra le parti che si basa il Premio di Scultura Gabbioneta, concorso dedicato ad artisti under 40 e promosso da Trillium Pumps Italy – Gabbioneta Pumps, storica società italiana fondata nel 1897 e leader nelle produzione di pompe centrifughe, che prevede l’inserimento di elementi meccanici in originale nelle opere. Promosso in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera e l’Accademia di Belle Arti di Carrara, la sesta edizione del Premio di Scultura Gabbioneta è stata vinta dall’artista spagnola Marta Fresneda Gutiérrez, con un’opera che testimonia il nostro tempo e reinterpreta in maniera originale gli inserti meccanici proposti per il 2021.

L’artista spagnola ha saputo includere nel suo lavoro un sensore termometrico, utilizzato per proteggere le pompe estrattive da possibili surriscaldamenti, e quattro calotte, impiegate per evitate contatti accidentali su organi in rotazione. Insomma, se la tecnica ha la sua poesia, in questo caso si parla di protezione, difesa, cura, premura, cioè termini e concetti con i quali, in questi ultimi, drammatici mesi, abbiamo dovuto imparare a convivere, oltre che considerare sotto punti di vista inaspettati.

L’opera di Marta Fresneda, vincitrice del Premio di Scultura Gabbioneta 2021

«Le mie opere sono un riflesso del tempo in cui vivo, dove l’umanità, la società, la politica e i sentimenti occupano un posto importante», spiega Marta Fresneda Gutiérrez. «Non c’è solo arte, ma un impegno sociale e umanitario di approfondimento che è alla base di quei problemi che da sempre sono sempre stati imposti all’artista: equilibrio, forma, spazio, luce, colore, movimento», continua l’artista nata a Siviglia nel 1984 e, attualmente, impegnata tra la Spagna e Firenze.

A nominare l’opera vincitrice, la giuria composta da Maria Fratelli, Nada Pivetta, Roberto Rocchi, Giovanna Sereni, Giorgio Tomasi. «Focus: cultura dello scarto -sarà una installazione scultorea contemporanea, che racconta la difficile situazione vissuta nell’ultimo anno. Quattro busti di anziani in legno patinato fonte di ispirazione per la cura del presente. Il legno è un materiale vivo, organico, sempre in evoluzione e in movimento come le pompe. Le “calotte” rappresentano la protezione che oggi dobbiamo portare per essere vivi e al sicuro. Come i nostri anziani, le pompe centrifughe, devono essere protette dalle “calotte”, per evitare il contatto con il virus. Loro sono stati prigionieri in un luogo chiuso, ma a differenza delle pompe, sono diventati “scarto della società”, sono stati abbandonati a se stessi».

Laureata in Storia dell’arte presso l’Università di Siviglia, Marta Fresneda si è poi spostata in Italia, a Firenze, dove ha frequentato l’Accademia delle Belle Arti. Ha imparato le tecniche di fusione del bronzo presso l’azienda Art’ù di Fiesole e qui ha avuto l’opportunità di lavorare a stretto contatto con artisti come il tedesco Günther Stilling e Massimo Lippi.  Ha partecipato a manifestazioni e simposi internazionali di scultura in pietra, legno e neve in vari Paesi come Francia, Danimarca, Svizzera, Portogallo, Spagna e Italia, ricevendo numerosi premi e riconoscimenti. Alcune delle sue esposte sono in musei pubblici e collezioni private europei.

La menzione speciale e la mostra dei progetti

La giuria ha anche nominato una menzione speciale per il lavoro di Lucia Amitrani, «Per l’originalità della soluzione site-specific proposta nel progetto La terza porta».  «Il progetto gioca attorno al concetto di terzietà. Una terza porta del piano posizionata all’imbocco di un corridoio e quindi di un percorso, conduce in un luogo a due dimensioni, o meglio, in un non-luogo. È una porta che non si può varcare fisicamente, ma che permette di viaggiare semplicemente sostando in quel perenne luogo di mezzo», spiegano dall’organizzazione. Finalisti del premio sono anche Gabriele Belloni, Davide Iotti e Wenke Li.

L’opera vincitrice sarà presentata a settembre, nella sede dell’azienda a Nova Milanese, dove saranno visibili anche le opere vincitrici delle scorse edizioni, oltre alle mostre fotografiche di Silvia Gazzola, Alberto Messina, Bernadette Pedote, Luca Rotondo, con immagini della vecchia sede dell’azienda a Sesto San Giovanni e di quella nuova a Nova Milanese. Sempre a settembre si terrà la mostra di tutti i progetti a Milano, accompagnata da una piccola monografia edita da Nomos editore, dedicata all’opera di Marta Fresneda, con un testo della curatrice del premio Angela Madesani, una sezione di approfondimento dell’opera di Lucia Amitrani e infine le immagini dei progetti finalisti.

Questi tutti gli artisti partecipanti alla sesta edizione del Premio di Scultura Gabbioneta: Lucia Amitrani (Menzione speciale), Pierre Auxias, Gabriele Belloni (Finalista), Alessandro Boezio, Riccardo Buonafede, Theo Canu, Theo Carminati, Fabio Collari,  Marco D’Amelio,  Caterina De Donato, Erika De Nicolo, Ivan Dentoni, Rosalba Di Pierro, Caterina Dondi,  Clarissa Falco, Gianluca  Ferrari, Mattia Fontanella, Gutiérrez Marta Fresneda (Vincitrice sesta edizione), Valentina Giuntoli, Federico Iori,  Davide Iotti (Finalista), Ege Kolcu, Giuseppe Letizia, Wenke Li (Finalista), Yue Liang, Giuseppe Luongo, Luigi Mancuso, Michela Merla, Gabriele Montani, Irene Russo, Antonio Salzano, Michele Santini, Fabiana Sapia, Roberto Scalingi, Giuseppe Stornello, Claudia Zanaga, Riccardo Zanazzi, Federica Zianni.

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