06 agosto 2025

Arcolaio Prize 2025, l’arte di Muna Mussie in dialogo con il Gran Sasso

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Le curatrici Serena Schioppa e Giulia Floris ci parlano di Arcolaio Art Prize, l’iniziativa che promuove la cooperazione tra arte e azienda: la vincitrice di quest’anno è Muna Mussie

Arcolaio Art Prize, Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, 2024. Foto: Paolo Ceritano

Arcolaio è un’azienda tessile fondata nel 1953 in provincia di Teramo, in Abruzzo. Dalla fine del 2023 porta avanti un progetto dal titolo Arcolaio Art Prize, giunto alla seconda edizione, in cui si offre la possibilità a un artista visivo di ideare un’opera d’arte impiegando le risorse e le competenze tecniche messe a disposizione da Arcolaio. L’artista selezionata quest’anno è Muna Mussie, un’instancabile sperimentatrice che utilizza linguaggi differenti, dalla performance all’installazione. Abbiamo intervistato le curatrici del progetto Serena Schioppa e Giulia Floris per cogliere l’anima di questa iniziativa.

Arcolaio Art Prize: intervista alle curatrici

Come può un artista partecipare al progetto Arcolaio Art Prize? C’è un bando oppure è lazienda che si interfaccia con lartista direttamente?

«Per le prime due edizioni abbiamo scelto di coinvolgere direttamente gli artisti tramite invito. In questa fase iniziale del Premio, ci è sembrato importante delineare una traiettoria curatoriale chiara, in grado di dialogare efficacemente con le esigenze tecniche ed estetiche dell’azienda. In futuro, ci piacerebbe aprire una call pubblica rivolta a tutti gli artisti e le artiste interessate. Durante questi due anni di lavoro, infatti, abbiamo ricevuto numerose candidature spontanee, e riteniamo che l’attivazione di un bando possa essere una risposta concreta a questo crescente interesse».

Arcolaio Art Prize, Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, 2024. Foto: Antonio Iacobone

Come si svolge il connubio e la cooperazione tra lazienda e lartista?

«Fin dall’inizio, l’artista invitato/a entra in contatto diretto con l’azienda. Dopo un primo momento introduttivo, in cui noi curatrici presentiamo il Premio attraverso una chiamata conoscitiva, viene immediatamente attivato il dialogo con l’azienda. Questo scambio a tre — artista, curatrici e azienda — è il cuore pulsante del Premio. L’azienda, infatti, prende parte attivamente a tutte le fasi del processo, dalla ricerca alla produzione, offrendo il proprio know-how tecnico e creativo. Ne nasce da subito una relazione intima e familiare, due elementi che consideriamo fondamentali per la natura di questo progetto».

Quali valori vuole trasmette Arcolaio?

«Arcolaio Art Prize è nato per volontà di Olga Perticara, CEO dell’azienda, che ha riconosciuto nella tessitura un linguaggio capace di attraversare la storia dell’uomo: da strumento legato ai bisogni primari a medium artistico oggi oggetto di una nuova attenzione e valorizzazione.

Alla domanda su cosa abbia spinto l’Arcolaio a istituire un premio d’arte, l’azienda risponde spesso richiamando il profondo legame con il territorio. L’Abruzzo, infatti, vanta un’importante tradizione tessile, dalle arazzerie di Penne e Sulmona alla tessitura Jacquard che ha rappresentato un volano economico per l’intera regione nel secolo scorso.

Dopo settant’anni di attività, per Arcolaio è nata l’esigenza di restituire alla tessitura una dignità anche artistica. L’azienda ha visto nella collaborazione con gli/le artisti/e il modo più coerente per farlo, offrendo loro strumenti concreti: competenze, filati e telai, lasciando spazio alla libertà creativa. Il forte senso di appartenenza al territorio, inoltre, ha portato l’Arcolaio a costruire il Premio attorno a tre elementi fondanti: l’Abruzzo, la tessitura e l’arte. Da qui nasce anche la proposta rivolta agli artisti invitati, quella di immergersi nel paesaggio del Gran Sasso, raccoglierne suggestioni e restituirle in un’opera che sappia farsi racconto».

Arcolaio Art Prize, seconda edizione, Muna Mussie, sopralluogo di ricerca, 2025.

Cosa vi ha spinto a scegliere Muna Mussie?

«A colpirci è stata la ricchezza della sua pratica, che si muove con naturalezza tra linguaggi diversi — dal teatro alla performance, fino all’installazione — e che spesso include elementi tessili, in particolare il ricamo. Per questa seconda edizione, desideravamo coinvolgere un artista che fosse capace di esplorare la varietà di possibilità che la tessitura può offrire, sia sul piano tecnico che su quello estetico. In questo senso, infatti, il Premio lascia ampio spazio alla libertà interpretativa dell’artista invitato/a. Un altro elemento che ci ha guidato nella scelta è stato il modo in cui Muna si confronta con le storie — personali, collettive, intime o politiche — che rielabora con grande rigore formale e sensibilità poetica. Siamo certe che saprà restituire la sua “storia d’Abruzzo” con sincerità, profondità e uno sguardo inaspettato».

Muna Mussie, ritratto, 2025. Foto: Matilde Piazzi.

Quali opere vi hanno colpito maggiormente del suo lavoro?

«Non è stata un’opera in particolare ad attirare la nostra attenzione, quanto piuttosto l’approccio metodologico di Muna Mussie e la sua capacità di dare forma, attraverso la pratica artistica, a narrazioni complesse. Ci interessava il modo in cui Muna lavora con la memoria, intrecciando dimensioni personali e collettive con grande delicatezza e rigore.

Pensiamo, ad esempio, a opere come Fòro Fóro (2022), Oblio/Pianto del Muro (2022) o Oblio/Gold (2023), in cui l’artista utilizza il filo e l’alfabeto Braille per evocare l’oblio — individuale e/o collettivo — che attraversa determinate comunità. In questi lavori, Mussie decostruisce le narrazioni storiche dominanti, portando alla luce ciò che spesso viene dimenticato o silenziato. Inoltre, ci ha colpito il suo modo di lavorare con la memoria storica e privata, la ritualità e l’uso del tessuto come strumento per rendere visibile ciò che è nascosto, tralasciato o censurato».

Le opere prodotte in residenza rimarranno di proprietà dell’azienda?

«L’opera finale resta di proprietà dell’artista, mentre l’azienda conserva esclusivamente una prova tecnica, utile al controllo della resa e del disegno. Questo aspetto riflette l’obiettivo principale del Premio: sostenere concretamente l’artista invitato/a, senza trattenere la proprietà del lavoro prodotto. L’artista è, quindi, libero/a di presentare e commercializzare l’opera. Oltre alla produzione, il Premio offre un periodo di ricerca all’interno dei territori del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. L’artista ha così l’opportunità di esplorare sentieri, borghi e paesaggi caratteristici, entrando in contatto diretto con la natura e la cultura locale, elementi fondamentali nella costruzione del progetto artistico.

A conclusione del percorso, l’Arcolaio Art Prize garantisce una presentazione pubblica dell’opera in un’esposizione dedicata. Questo momento rappresenta un’occasione significativa per valorizzare il lavoro dell’artista e per raccontare la collaborazione tra arte contemporanea e sapere artigianale.

Anche per questa seconda edizione, la fase espositiva si realizza grazie alla collaborazione con la Fondazione Malvina Menegaz per le Arti e le Culture, da anni attiva nella promozione culturale in Abruzzo».

Arcolaio Art Prize, seconda edizione, Muna Mussie, sopralluogo di ricerca, 2025.

Chi è Muna Mussie

Muna Mussie (Eritrea, 1978) inizia il suo percorso artistico nel 1998 con Teatrino Clandestino. Dal 2002 collabora con Cesare Ronconi e Teatro Valdoca come attrice fino al 2012. È cofondatrice del collettivo Open, con cui nel 2005 avvia una riflessione personale sulla presenza scenica. Il suo lavoro, tra gesto, visione e parola, esplora i linguaggi della performance, della scena e delle arti visive, dando forma alla tensione tra diverse modalità espressive.

Tra le sue prime opere: MadrePatria (2006), Più che piccola, media (2007), Con Permesso (2008), Ti ho sognato, ma non eri il protagonista (2009). Con Flavio Favelli realizza la collezione FFMM (2007–2009). A livello internazionale presenta Monkey See, Monkey Do (2011–2012). Seguono installazioni e performance come Milite Ignoto (2015), Oasi (2018), Curva (2019), Curva Cieca (2021), PF DJ (2021), Bientôt l’été (2021), PERSONA (2022) e The Perfect Human from Sunrise to Sunshine (2023). I progetti più recenti, Oblio (2021) e Oblio/Pianto del Muro (2022), segnano l’inizio di una ricerca sull’arte pubblica. Ha pubblicato il disco Curva Cieca Oblio con Massimo Carozzi (Xong/Xing 2024). Il progetto Bologna St. 173 – Un viaggio a ritroso, vincitore dell’Italian Council 11 (2022), comprende le opere UROBORO, Bologna St. 173e NAKFA-NAKBA (2024), acquisite dal MAMbo Bologna.

Il suo lavoro è stato presentato, tra gli altri, a Live Arts Week Bologna, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, MAMbo Bologna, Kaaitheater Bruxelles, Santarcangelo Festival, Museion Bolzano, SAVVY Contemporary Berlino, HangarBicocca Milano, Sesc São Paulo, MAXXI L’Aquila, OGR Torino, La Virreina Barcellona, Biennale Donna Ferrara, AR/GE Kunst e Triennale di Milano.

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