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Fondazione Carla Fendi compie 15 anni: la sua Presidente ne racconta la storia, tra arte e scienza
Progetti e iniziative
In occasione della 66a edizione, Festival dei Due Mondi di Spoleto e la Fondazione Carla Fendi festeggiano 15 anni di sodalizio. Quest’anno, la Fondazione rinnova il suo interesse per la scienza presentando “Tutto è numero”. Un progetto interdisciplinare che esplora il legame tra musica e matematica sino all’arte computazionale generativa attraverso i processi di Machine Learning, mettendo in discussione la capacità creativa dell’uomo e i suoi sviluppi futuri. In “Tutto è numero” la riflessione sull’interazione tra arte e scienza trova spazio nell’espressione artistica di Gabriele Gianni (ospite anche nella scorsa edizione), con un’installazione all’interno dell’ex Battistero della Manna d’oro di Spoleto. Al Teatro Caio Melisso – Spazio Carla Fendi, una serie di incontri coordinati da Quirino Conti nella giornata di domenica 9 luglio, l’ultima di questa edizione del Festival di Spoleto.
Il matematico Paolo Zellini e la presidente dell’associazione mondiale sulla ricerca in AI Francesca Rossi interverranno sulla matematica come fonte di creatività e sull’etica dell’Intelligenza Artificiale. In questo viaggio tra numeri e algoritmi, lo storico della musica Sandro Cappelletto ne introdurrà la derivazione musicale affidandola alla performance di un valente pianista.
«”Tutto è numero” esplorerà il ruolo dell’algoritmo nel profondo legame tra pensiero creativo, musica e matematica. L’Intelligenza Artificiale ci proietta in un momento esaltante e inquietante insieme, una quarta rivoluzione industriale di cui non conosciamo ancora l’evoluzione». Così spiega Maria Teresa Venturini Fendi, alla guida della Fondazione Carla Fendi, che abbiamo raggiunto per un’intervista.
Nel progetto “Tutto è numero” troviamo il lavoro dell’artista Gabriele Gianni che nasce da un processo creativo di arte computazionale. L’opera si trova all’interno dell’ex Battistero della Manna d’oro nella piazza del Duomo di Spoleto ed è stata realizzata tramite con l’intelligenza artificiale, ce la vuole raccontare?
La Fondazione Carla Fendi presenta “Tutto è numero” che vuole essere un’esplorazione del legame profondo tra musica, matematica e creatività. Nello specifico, per il lavoro di Gabriele Gianni si tratta di arte computazionale generativa, di cui si sta parlando molto; di robotica e tecnologia la Fondazione si occupa da diverso tempo. In questa installazione l’intelligenza artificiale ha creato immagini, voci e soprattutto contenuti, a partire dalle domande dell’artista. Quelle dell’IA sono risposte matematiche ma se vogliamo anche filosofiche, in qualche modo sta esprimendo un suo parere: da qui il link tra la creatività, la musica e la matematica e poi l’evoluzione dell’algoritmo, quindi della stessa intelligenza artificiale. L’opera di Gabriele Gianni parla di arte computazionale generativa oltre che produrla e la vediamo nelle quattro nicchie della chiesa sconsacrata nella piazza del Duomo, che un tempo contenevano delle statue. Su input dell’artista, l’intelligenza artificiale si è divertita a ipotizzare, disegnare e produrre le immagini che vanno a sostituire quello che c’era e che oggi non vediamo più. In questo modo, lo spazio si riattiva in un’atmosfera suggestiva animata anche dal suono. In una successione di figure, vediamo la statua in essere, nel suo processo di nascita: dal marmo grezzo al marmo lavorato e rifinito.
Attualmente si dibatte molto sull’autorialità dell’artista, io penso, prevedo nel mio piccolo che l’artista sicuramente troverà dei modi per interagire con l’intelligenza artificiale e lavorarci. Allo stesso tempo ci saranno quelli che continueranno a prediligere il lavoro manuale, è il libero arbitrio.
Dal 2017 ricopre la carica di Presidente della Fondazione Carla Fendi. Proprio da allora la Fondazione si è aperta alla scienza, intesa come intuizione, ricerca e nuova forma d’arte rendendo la sua attività ancora più trasversale. Da dove nasce questa spinta verso l’ambito scientifico?
Esatto, la Fondazione opera nella cultura e nel sociale e mi è sembrato naturale veramente fare un focus sulla scienza. La scienza ha sempre dato luogo a profondi cambiamenti sociali e in questa epoca, in cui interagisce anche con il nostro corpo – pensiamo alla ricerca sui microchip – ci presenta un mondo totalmente nuovo.
Un’attenzione, quella nei confronti della scienza, che si rivela ancor più interessante alla luce delle ultime innovazioni in materia di intelligenza artificiale. Stiamo scoprendo che la tecnologia può essere una grande alleata dell’opera umana ma allo stesso tempo anche rivale. Lei che idea si è fatta sull’interazione tra uomo e macchina e come spera che questa interazione evolva?
Secondo me è un periodo molto affascinante quello che stiamo vivendo, perché ci fa capire quello che sarà il mondo. L’intelligenza artificiale è sempre stata creata dall’umano e, come tutte le cose, sarebbe bene che non gli sfuggisse di mano, potenzialmente potrebbe essere causa di molti danni. Penso che siano necessarie delle regolamentazioni molto ben delineate, alle quali tutti i governi dovrebbero provvedere al più presto. Ci sono già da tempo dei think tank all’interno di varie istituzioni, come quelle americane o asiatiche, che prevedono delle tavole rotonde tra filosofi, scienziati e tecnici per discutere di ciò, naturalmente è importante anche la figura del politico. Parleremo proprio di questo con la professoressa Francesca Rossi.
La Fondazione Carla Fendi compie 15 anni di sodalizio con il Festival Dei Due Mondi di Spoleto. Quindici anni ricchi di progetti su cinema, teatro, musica, arti performative e visive, scienza. Sul palcoscenico del concerto finale dello Spoleto Festival dei Due Mondi, alla sua presenza e quella della direttrice artistica del Festival Dei Due Mondi Monique Veaute, il Maestro Antonio Pappano consegnerà il Premio Carla Fendi S.T.E.M. 2023. Una cerimonia in qualche modo emblematica del vostro lavoro che alla cui base c’è una ricchissima ricerca trasversale. Un bilancio su questo primo trascorso e un desiderio per il futuro?
Sì, dopo numerosi premi assegnati alle donne quest’anno il premio sarà per un giovane astronauta selezionato tra più di 22.000 aspiranti di tutto il mondo come riserva dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Il trascorso della Fondazione è un trascorso molto intenso che ha avuto il suo inizio proprio con la Fondatrice Carla Fendi, dalla sua passione per Spoleto e dalla sua amicizia con il maestro Giancarlo Menotti che è stato il fondatore del Festival di Spoleto. È lei che ha iniziato e io mi sono sempre ispirata al suo dinamismo, così mi sono aperta alla scienza e anche perché mi interessa esplorare mondi nuovi e siamo legati alla letteratura, all’arte. Un esempio sono i Mahler & LeWitt Studios di Spoleto, delle residenze disseminate nel centro della città. Collaboriamo con loro ormai in maniera permanente, il direttore artistico è Guy Robertson e questa realtà è stata fondata da Marina Mahler, figlia di Anna Mahler e nipote dell’illustre musicista, e da Carol LeWitt, moglie di Sol LeWitt, che a Spoleto ha vissuto infatti qui si trova anche il suo studio. Sabato 8 luglio ci saranno gli open studio degli artisti in residenza presso i Mahler & LeWitt Studios che provengono da tutte le parti del mondo. Tra di loro anche alcuni artisti-scienziati che applicano scienza e tecnologia nella loro ricerca e non parlo solo di produzioni audiovisive. Poi, ci siamo aperti anche alla moda sostenibile, che va a mettersi al fianco di musica, scrittura e per la maggior parte arti visive. Credo che la trasversalità sia frutto dei nostri tempi, sia specchio dei nostri tempi. Quindi, in un Festival importante come quello di Spoleto, noi cerchiamo di portare dei progetti che, oltre a suscitare il nostro interesse, riflettano il mondo nuovo.
Il desiderio. Io ho un desiderio, in realtà si sta già realizzando e ne parlerò più in là! Si tratta di un bellissimo progetto di livello internazionale, che mi sta molto a cuore.