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Brera compie 250 anni e li celebra con mostre e progetti sulla formazione artistica
Progetti e iniziative
Il 22 gennaio 1776, ormai 250 anni fa, Brera avviava ufficialmente i primi corsi di Pittura, Scultura, Ornato e Architettura dell’Accademia di Belle Arti. Una ricorrenza che segna la continuità di un’istituzione divenuta, nel tempo, uno dei poli formativi più significativi del Paese. L’apertura dell’Anno Accademico coincide con il conferimento del Diploma Honoris Causa a Giulio Paolini. Accanto alle celebrazioni ufficiali, l’Accademia presenta anche un nuovo logo, sintesi tra l’immaginario storico della Minerva di Giuseppe Bossi e un impianto grafico aggiornato alle esigenze della comunicazione visiva attuale.
Oggi Brera riunisce oltre 4500 studenti e il suo raggio d’azione abbraccia laboratori, archivi, biblioteche, musei, sedi periferiche e nuovi cantieri – come il futuro Campus delle Arti all’ex Scalo Farini – disegnando un organismo che si estende ben oltre i confini del Palazzo di Brera. Il 2026 diventerà così un’occasione per mettere in relazione questa rete con il pubblico milanese, trasformando gli spazi storici e le nuove sedi in una piattaforma aperta.

L’estate in Accademia
Il programma prenderà avvio già a fine giugno, con una mostra di scultura curata da Gianni Caravaggio negli spazi della Sala Napoleonica, volta a indagare il ruolo dell’esperienza estetica in un contesto dominato dalla fruizione rapida e spettacolare.
Pochi giorni dopo, negli spazi dell’ex chiesa di San Carpoforo, apre un percorso dedicato a venticinque anni di rapporto tra pratiche artistiche e tecnologie digitali, a cura di Domenico Quaranta. Una lettura trasversale che ripercorre l’evoluzione della Scuola di Nuove Tecnologie dell’Arte e il suo impatto sulla produzione contemporanea.
L’estate prosegue con Accademia Aperta, iniziativa che per due mesi trasforma le aule in gallerie visitabili: laboratori attivi, dialogo diretto con gli studenti, dimostrazioni e progetti in corso rendono accessibile il cuore della formazione.

Tradizione e rilettura storica: i progetti per il 2026
Il 2026 segna anche la pubblicazione del primo volume della grande storia della Scuola di Pittura, un progetto editoriale in tre tomi che ripercorre due secoli e mezzo di vicende artistiche braidensi.
Parallelamente, tra settembre e ottobre, le Sale Napoleoniche della Pinacoteca di Brera ospitano una mostra dedicata a Francesco Hayez, che per la prima volta riunisce opere provenienti sia dalla collezione della Pinacoteca sia dal patrimonio dell’Accademia. Un’occasione che permette di leggere il percorso del celebre pittore all’interno della storia didattica dell’istituzione.

La riflessione su Brera come spazio di formazione e sperimentazione attraversa anche la grande mostra autunnale Brera Modern and Contemporary, allestita a Palazzo Citterio. Il progetto, curato da Giovanni Iovane, ricostruisce il contributo dell’Accademia allo sviluppo dell’arte italiana dagli anni Venti del Novecento a oggi, con docenti che hanno influenzato generazioni di artisti: da Wildt e Carràfino a Fontana, Fabro, Garutti, Varisco.
Come sottolinea Flaminio Gualdoni: «Brera è stata ed è così, si può dire, sin dai suoi inizi. Incarnare il senso dell’identità e della grande continuità storica dell’arte, tanto nel magistero disciplinare quanto nell’elaborazione delle idee, ma con lo sguardo rivolto più al presente e a un futuro possibile che al passato».
L’autunno vede inoltre iniziative fuori sede: la Chiesa sconsacrata di San Vittore e i Quaranta Martiri in Corvetto ospita una mostra delle Scuole di Grafica e Decorazione, mentre San Carpoforo diventa lo spazio della collettiva Magnolia, dedicata ai talenti più recenti diplomati in Accademia.
Le celebrazioni si chiudono con un progetto di lunga durata: Brera Svelata, un allestimento permanente che racconta – attraverso materiali d’archivio, immagini storiche e fotografie – i luoghi più noti e quelli meno accessibili del Palazzo di Brera. Un viaggio che include orto botanico, osservatorio, biblioteche, atelier storici e aule, componendo la mappa di un organismo complesso che ha attraversato la storia culturale di Milano.

Il sigillo di Brera, tra storia e restyling contemporaneo
Al centro delle celebrazioni c’è anche il rinnovamento del sigillo dell’Accademia, una delle sue eredità iconografiche più riconoscibili. L’immagine della Minerva che sostiene le Grazie – elaborata da Giuseppe Bossi nei primi anni dell’Ottocento – nasceva come simbolo comune alle accademie italiane, prima di diventare emblema specifico di Brera. Il restyling affidato a The Branding Letters interviene su questa matrice storica senza alterarla nei contenuti, ma ricalibrandone leggibilità e funzione: le linee vengono razionalizzate e l’impianto figurativo diventa un’icona più adatta ai media digitali e alle applicazioni contemporanee, mantenendo però una coerente continuità con la tradizione.















