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Caloma Festival: arte contemporanea per tessere la storia di un borgo pugliese
Progetti e iniziative
Penelope tesseva la sua tela ma per lei era più importante disfarla, per guadagnare tempo e per mantenere accesa la speranza. E Scuciture è appunto il titolo della sezione del Festival Caloma che invita gli artisti in residenza a rivedere i rituali, le storie, le creature reali e immaginarie del territorio.
Giunto alla sua seconda edizione, il Festival Caloma è uno degli appuntamenti centrali del progetto Casamassella – Borgo delle Tessitrici, finanziato dal Ministero della Cultura, che alimenta una rete di comunità, conoscenze e scoperta di patrimoni sommersi e inaccessibili per farli diventare un racconto collettivo. Il nome del Festival, concepito quasi come “un filo che lega l’entroterra al mare”, evoca un’antica tecnica usata per la pesca. La direzione artistica è a cura di Maria Francesca Guida e Katia Manca.
Scuciture – a cura di ECCOM – pone in dialogo patrimoni, storie, persone e paesaggi in una tessitura continua, attraverso l’atto creativo di vari artisti, ognuno dei quali è invitato a farsi corpo ricettivo, a intrecciare nuove alleanze con il luogo e le sue memorie, a costruire piccoli riti di presenza, cura ed ascolto. Elementi come cortili, vicoli, strade, finestre diventano spazi emotivi e relazionali, dove si costruisce il senso dell’abitare i luoghi.

Giorni Felici è il titolo dell’installazione di Giuseppe De Mattia, pensata per l’Ecomuseo di Casamassella. Prende il nome da un ricamo su un asciugamano tessuto al telaio. Proprio gli asciugamani, insieme a tovagliette, federe e altri elementi tessili provenienti da vari corredi, compongono il corpus dell’opera. Sono stati acquistati da De Mattia tra il 2024 e il 2025. Grazie alla maestria delle tessitrici e sarte de Le Costantine, il bottino raccolto dall’artista è stato unito in un’unica grande tovaglia. Oltre a valorizzare la tradizione tessitoria, l’opera riunisce piccole storie familiari in un’unica narrazione, ora comica ora tragica, ma sempre autentica ed onesta.
Dieci sculture in terracotta, raffiguranti ideali figure femminili, costituiscono l’installazione Numine di Raffaele Fiorella. Collocate nel bosco della Fondazione Le Costantine, sembrano presenze silenziose in ascolto del paesaggio, figure che contemplano il luogo, integrandosi armoniosamente con l’ambiente e suggerendo un legame profondo tra il corpo umano e gli elementi naturali.

Cantico dell’assenza di Alice Padovani è un progetto site specific che si sviluppa come una geografia sensibile della fragilità: tracce lasciate da ciò che vive o ha vissuto. È un dialogo tra l’effimero e il persistente, tra ciò che muta e ciò che resta a testimoniare la mutazione. Al centro vi è l’esuvia della cicala — reliquia naturale e simbolo archetipico della metamorfosi — che ritorna come elemento guida in tutte le opere. In Exuvie Project, una teca raccoglie esuvie impreziosite da frammenti vegetali, ali di farfalla, piccole inclusioni tessili e gioielli minimi: oggetti intimi e delicati che abitano il confine tra biologico e simbolico, tra vita passata e memoria incarnata.

Tutti i punti che siamo è la prima tappa di un lavoro che Claudia Losi sta sviluppando sul territorio: prende forma attraverso una performance immersiva e la presentazione di alcuni disegni e tessiture presso lo spazio dell’Associazione CON Red Lab. Alessia Rollo propone invece immagini fotografiche che ripercorrono l’universo visivo di Grazia, lo scompongono e lo ricompongono in mondi verosimili: una nuova geografia del possibile che celebra le grandezze del quotidiano.

Degni di nota sono anche Limmu biografico di Juan Sandoval, un manufatto ceramico che raccoglie dati, nomi e memorie legate alle pratiche rituali della comunità locale, così come Nel dubbio della sera, una riflessione di Claudia Pajewski sul senso dell’esserci e dell’assenza, in cui il mezzo fotografico codifica una ricerca di spazi di intimità e di raccoglimento.

Si aggiunge l’installazione site specific di Sead Kazanxhiu a cura di Cijaru, ispirata alle stratificazioni storiche del Salento che si materializzano attraverso la presenza di dolmen, menhir e chiese barocche: Uncovered Layers di Kazanxhiu è un mosaico verticale scolpito in pietra leccese dove elementi sacri e profani si mescolano a rappresentare il melting pot di culture che storicamente ha abitato il territorio.
Inoltre, la sezione Selvatica, visioni di paesaggio, che confluisce nel Festival con Enrica Ciurli e Marta Valiani e a cura di Oikos, prevede una mostra dedicata al lavoro di Grazia Cariddi, una straordinaria novantenne che ha realizzato centinaia di disegni per raccontare frammenti di vita, scene quotidiane del borgo, creature fantastiche, santi, personaggi veri e di fantasia. In pratica, una custode del tempo e di tanti mondi possibili.
Non è un caso che sia una donna: tutto il progetto Casamassella – Borgo delle Tessitrici parte dalla storia delle donne del luogo, tessitrici, per dare vita a un racconto corale, in cui l’arte indaga riti quotidiani, gesti radicati e la sapienza del fare nella vita rurale e nella densità poetica del bosco.














