19 agosto 2021

Il parco d’arte RespirArt, tra le montagne della Val di Fiemme, in Trentino

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La 13ma Manifestazione internazionale d’arte ambientale RespirArt ha portato 3 nuove opere e un’installazione sonora che sintetizza l’essenza del parco, situato a 2.200 metri d'altitudine, sulle Dolomiti. Le parole di Beatrice Calamari, co-fondatrice

© RespirArt 2021

Situato a Pampeagno, in Val di Fiemme, in provincia di Trento, il parco d’arte RespirArt è, fra i 21 musei a cielo aperto presenti in Italia, quello che sorge alla maggiore altitudine: 2.220 slm.

Il parco è stato fondato da Beatrice Calamari e Marco Nones, l’attuale Direttore artstico. «Dal 2011 gli artisti – hanno spiegato – si alternano ogni estate, per invitare l’uomo a essere natura. Sono 29 le installazioni che svettano davanti al gruppo dolomitico del Latemar lungo un giro ad anello di 3 km. Fra queste il Giardino di Danae creato da Hidetoshi Nagasawa. Dal 24 al 31 luglio scorso, la 13a Manifestazione internazionale d’arte ambientale RespirArt ha visto sorgere tre nuove opere e un’installazione sonora che sintetizza l’essenza del parco», presentata in evento con la giornalista Maria Concetta Mattei.
«Gli artisti che ospiti di questa edizione sono Jano Sicura, Ryszard Litwiniuk e Elio Vanzo. Accanto ai tre autori di opere d’arte ambientale lavoreranno Carlo Casillo e Mariano de Tassis, del collettivo artistico Miscele d’Aria Factory, per creare un’essenza sonora di arte e natura».

La seggiovia Agnello, inoltre, che permette di raggiungere il parco RespirArt «si è trasformata in una “seminovia”. A chi partecipa alle visite guidate e ai laboratori di land art viene consegnato un “cono di semi da risalita”. Sono semi estratti dal fieno della Val di Fiemme. Si lanciano mentre si raggiunge il parco in seggiovia per arricchire i prati di specie autoctone», hanno aggiunto gli organizzatori.

© RespirArt 2021

Le parole di Beatrice Calamari, co-fondatrice di RespirArt

Come è nato RespirArt e come si è evoluto dalla sua apertura, nel 2011, a oggi?

«A quell’altezza sembra di abbracciare il mondo. In principio il desiderio di Marco Nones e il mio era di creare un luogo dove gli artisti potevano incontrarsi e liberare la loro creatività al cospetto delle Dolomiti. Dopo pochi anni ci siamo accorti che RespirArt era diventato un parco d’arte e allo stesso tempo una famiglia di artisti in continua espansione».

Come e in quali mesi dell’anno è fruibile il percorso tra le sculture?

«Se si raggiunge in seggiovia si può visitare circa dalla metà di giugno alla metà di settembre. Se si raggiunge a piedi si può percorrere da primavera, appena si scioglie la neve, fino all’autunno. Molte opere si possono ammirare anche d’inverno sciando sulla pista Agnello».

© RespirArt 2021
Come avete selezionato gli artisti di questa edizione?

«A volte selezioniamo i progetti che ci presentano, altre volte siamo noi a stimolare alcuni artisti a partecipare. Jano Sicura siamo andati a trovarlo in Sicilia perché eravamo attratti dalle sue opere, dal suo senso dello spazio e dalla sua poetica. Quindi, lo abbiamo invitato a presentarci un progetto. Così è nato il suo Bozzolo. Ryszard Litwiniuk lo abbiamo incontrato nel 2019 perché era ospite di un parco d’arte gemellato con noi in Baviera. Il suo lavoro è uno straordinario gioco di equilibri che si protende all’ascolto del luogo e del momento presente. Elio Vanzo aveva già creato l’installazione Mediterraneo per RespirArt, ma quando Marco Nones ha visto il suo progetto Arcanuvola immediatamente ha capito dove era il suo posto… È stato un colpo di fulmine».

Quali sono i progetti di RespirArt per il futuro?

«Abbiamo il sogno di creare installazioni sonore in collaborazione con il collettivo artistico Miscele d’Aria Factory. Inoltre RespirArt continuerà a essere un parco diffuso. Come è accaduto la scorsa primavera quando l’evento Bolzano in Fiore ha ospitato le sue opere verticali sui palazzi del centro storico».

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