18 aprile 2012

Metti l’artista in azienda

 
Dopo la Public Art e altre sperimentazioni in cui l’arte si è confrontata con il tessuto sociale, assistiamo ora al suo ingresso nell’impresa. A contatto diretto con il personale, per realizzare prodotti nuovi ma soprattutto fuori dai canoni. Perché l’arte è quell’in più che fa la differenza. Anche nel mondo produttivo. Ecco la storia di Sissi e della sua “incubazione” nell’azienda Elica [di Stefania Fois]

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Un fenomeno nuovo degli ultimi anni nella vita delle aziende è la ricerca di collaborazione con l’arte. Pensiero e pratica con obiettivi precisi, di mercato, tentano l’incontro con un pensiero e un fare che dovrebbero essere anzitutto liberi, al di là di scopi concreti da perseguire. È una realtà ancora poco diffusa, ma merita attenzione. Forse ha a che fare con la crisi generale con cui devono fare i conti le imprese, impasse che ha ridotto qualcosa della loro identità. Meno certezze e maggiore bisogno di battere strade nuove, quindi, attingendo a un capitale simbolico esterno per ritrovare motivazioni e idee. A cominciare dalla capacità di cambiare.

Ma perché dovrebbe essere proprio l’arte a incrementare questa competenza? «Per fare della buona innovazione è fondamentale riuscire a vedere gli stessi problemi da punti di vista diversi. E chi più degli artisti, possiede questa ricchezza dello sguardo? La capacità di osservare la realtà sotto angolazioni diverse permette di intraprendere strade mai sperimentate prima», spiega Alessandro Ciabatti, Chief Commercial Officer B2C di Elica, azienda di cappe ad uso domestico con sede a Fabriano, che in questi giorni presenta a Milano il progetto Aspiranti Aspiratori, realizzato in collaborazione con Sissi e con la Fondazione Ermanno Casoli.

Elica non è nuova alle collaborazioni con l’arte. Finora le iniziative si sono concentrate soprattutto nella formazione, dando vita, insieme alla Fondazione Ermanno Casoli, a progetti come E-straordinario in cui un artista è invitato in azienda per realizzare un’opera insieme ai dipendenti, attraverso dei workshop della durata variabile. Tra i partecipanti: Ettore Favini, Chistian Frosi, Francesco Arena, Nico Vascellari e altri. Il progetto si basa sull’utilizzo della metafora artistica per risolvere problematiche di tipo organizzativo.

Con Aspiranti Aspiratori però si fa un ulteriore passo avanti, chiedendo ad un artista di riflettere su un concetto industriale, per proporre all’azienda lo spunto per creare un prodotto innovativo. «Il processo ideativo tipico di un’azienda viene affiancato, integrato e in parte sostituito, dal processo creativo tipico di un’artista, gettando le basi per un nuovo approccio alla progettazione e al lavoro», spiega Marcello Smarrelli, direttore artistico della Fondazione Ermanno Casoli.

Ma che gliene viene all’artista da una collaborazione del genere? «Inizialmente ho rifiutato perché la mia poetica è una metafora sull’organismo, lavoro su un corpo, parlo di un corpo che spesso è il mio o appartiene alla mia sfera famigliare! Ho superato questa resistenza quando ho capito che questo lavoro poteva essere un esperimento per lavorare sull’Altro. Però avevo bisogno di adattare il progetto ad una mia esigenza di accoglienza, cioè l’azienda doveva accogliermi dentro di sé e con il mio corpo accogliere anche le mie idee», racconta Sissi, artista bolognese nata nel 1977, il cui lavoro è la narrazione di un’esigenza emotiva che cerca di comunicarsi all’esterno attraverso intrecci, maglie e nodi che l’artista tesse e modella sul proprio corpo o intorno a sé, come un nido, un rifugio o una seconda pelle.

E così è avvenuto l’insediamento, o meglio “l’innesto” di Sissi all’interno dell’azienda, attraverso la costruzione, dentro il laboratorio prototipi, della Cubatrice, un cubo aperto su un lato che ha ospitato l’artista per circa un anno, funzionando da diaframma tra la sua creatività e quella dell’azienda. Lo scambio di Sissi con i dipendenti è stato continuo e si è incentrato intorno al concetto di purificazione dell’aria. L’artista ha lavorato insieme a un gruppo di operai specializzati, manager e prototipisti, svolgendo una ricerca sui materiali; studiando funzioni aggiuntive da associare a quella della purificazione; immaginando nuove modalità di comunicazione non solo all’esterno, ma anche tra i vari reparti dell’azienda. Partendo da funzioni, esigenze, finalità pratiche e tecniche, Sissi ha attuato un processo di astrazione, elevando su un piano concettuale le proposte emerse dal confronto con l’azienda e le ha interiorizzate, modellandole secondo le forme e il linguaggio più vicini alla propria poetica.

Da questo processo Sissi ha selezionato dieci idee di purificatori d’aria, gli Aspiranti Aspiratori. Ciascuno di loro rappresenta la personificazione di un concetto funzionale, deducibile dal nome che l’artista gli ha assegnato e che viene svelato in un video d’animazione intitolato Casting, perché raccoglie i provini degli Aspiranti Aspiratori, che ambiscono a diventare, un giorno un prodotto Elica. Tutto questo processo è documentato sul sito (www.aspirantiaspiratori.it) e su un libro d’artista edito da Corraini presentato a Milano ieri, 17 aprile, con l’inaugurazione della mostra Aspiranti Aspiratori, curata da Marcello Smarrelli, direttore artistico della Fondazione Ermanno Casoli.

Ma se il risultato finale dell’interazione tra arte e industria è che l’artista fa una mostra e l’azienda realizzerà un nuovo prodotto, cosa c’è di diverso e di nuovo rispetto alla prassi tradizionale? «Che l’artista ha “abitato” Elica, ne ha vissuto la realtà più vera e concreta, potendo accedere al know-how e agli strumenti aziendali, cultura compresa. Mentre Sissi ha trasferito alle persone di Elica il suo punto di vista e le sue competenze di artista». Aggiunge Alessandro Ciabatti. Roberto Giampieretti, dipendente del laboratorio prototipi di Elica, dice di avere imparato a fare la maglia, strumento tipico del lavoro di Sissi. Ma non solo: «Sissi mi ha mostrato un approccio al lavoro completamente nuovo, fantasioso, dove prevale l’immaginazione, non la preoccupazione per gli aspetti tecnici e funzionali. Un artista dà importanza ad altre cose, e magari è proprio da lì che viene la soluzione che serviva. Sissi poi ha una manualità sorprendente!», Per Sissi, invece, è stato importante «essere riuscita ad uscire da me, a lavorare sull’Altro restando me stessa».

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