25 novembre 2025

Milano Drawing Week 2025, il dialogo con il disegno è al di là del tempo

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La Collezione Ramo presenta la quinta edizione di Milano Drawing Week, per un dialogo tra artisti storicizzati, attuali ed emergenti, a confronto sul campo senza tempo del disegno

Vedovamazzei, The Last Supper Fashion Show/ I sandali indossati dagli Apostoli nell'Ultima Cena, 2018, Acquerello su carta cotone, 30.8 x 23 cm, Courtesy Vedovamazzei

Dire che il disegno abbia di fatto una vita a se stante significa osare. Il disegno è disegno, tratto, sintesi, a volte contorno, altre schizzo o poco più. Una prova, uno studio…“un’opera” a grandi o piccole linee. Oltre le definizioni, vi è, tuttavia, una stima nell’arte dei secoli recenti come in quella più antica. Il disegno ha accompagnato, spesso e non sempre, l’opera dei maestri. È stato ed è un punto indissolubile non solo di paragone del lavoro artistico con se stesso, ma esercizio di confronto, o meglio ancora, di spunto. È dunque con questo spirito che la quinta edizione della Milano Drawing Week, dal 22 al 30 novembre 2025, in collaborazione e con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, si presenta sulla scena. Lasciando che gli artisti invitati si ponessero in rapporto con i disegni dei maestri del passato appartenenti alla Collezione Ramo. Perché gli uni e gli altri, gli attuali e gli storici, vengano “rivisti”, ossia osservati, alla luce delle istanze e dei bisogni del nostro tempo.

Due istituzioni (Casa degli Artisti e Cittadella degli Archivi), otto gallerie milanesi e non (Artnoble Gallery, Bonvini 1909, Monica De Cardenas, UNA Galleria, Vistamare, APALAZZOGALLERY da Brescia, Triangolo da Cremona e Szydlowski Gallery da Varsavia) unite in un gioco di andirivieni tra passato e presente. Con l’opportunità per i contemporanei di poter scegliere e attingere dalla Collezione l’opera e il maestro con cui rapportarsi. Ed è qui che si crea il nodo, nel lasso di tempo che, ad esempio, vede accostato il lavoro di Thomas Berra (esposto da UNA Galleria) a una carta di Osvaldo Licini (Senza titolo (Amalassunta)).

Osvaldo Licini, Senza titolo (Amalassunta), Matita grafite su carta, 17.3 x 23.6 cm, Courtesy Collezione Ramo, Milano

La via perseguita non è la medesima, ognuno fa il suo percorso, racconta e si racconta senza la presunzione di una dovuta ripresa di ciò che è più anziano. Quel valore dell’essenziale permane, nonostante tutto, ed è motivo di incontro. Licini è «Allo stesso tempo la felicità e la drammaticità», dice Berra. Forse alla ricerca di una leggerezza ora ritrovata nei pochi segni delle carte del maestro per mezzo di una risonanza involontaria, ma di certo costante, che unisce l’oggetto, o scena, nell’opera del più giovane.

Il disegno è un «Luogo – afferma l’artista Marta Pierobon in esposizione da APALAZZOGALLERY – Dove tutto è possibile, realizzabile, reale». La Promenade, realizzata nel 1947 da Alberto Savinio, è per lei un punto fermo. Un richiamo a cui guardare per narrazione e «Gioco delle possibilità», sostiene ancora. Tanto da trovare negli sguardi ammiccanti di Savinio l’apertura ideale per forme disegnate che nascono e si riprendono l’un l’altra; o per i suoi personaggi in ceramica, colorati e lucenti, che paiono sorgere da un’unica linea.

Lorenzo Scotto di Luzio, Senza titolo, 2025, Carboncino su carta, 60x 80 cm, Courtesy l’artista e Vistamare

Il disegno apre, pertanto, permette di uscire da se stesso. Ossia dalla regola che lo lega al suo dogma e diviene metodo. In una tale occasione la galleria Vistamare propone Amtate sponde, mostra personale di Lorenzo Scotto di Luzio. Padrona è la varietà. Il lusso del divertimento, del suo dramma che coglie in maniera parodica i più noti personaggi televisivi, volti di pagliacci o rappresentazioni religiose. Fino ad arrivare all’approccio del disegnatore da strada, quando l’artista decide di ritrarre cani e volti di cani, ora riquadrati con cornici di poco valore. Un espediente? Un trucco? No, è un altro modo di raccontare la realtà.

Carlo Carrà, Brocca, 1916, Carboncino su carta, 24.8 x 19 cm, Courtesy Collezione Ramo, Milano

Come nella Brocca realizzata da Carlo Carrà nel 1916, realizzata nel periodo in cui il noto pittore «Si allontanava dal movimento futurista per avvicinarsi alla pittura metafisica». Così spiega la sua scelta Scotto di Luzio. «Una porzione di cilindro che si interseca con una porzione di sfera e il manico come unico elemento di frivolezza». Chiarezza, semplicità, metodo, possibilità evocativa. Immagine e narrazione. Accostamento nel presente di pratiche che lasciano intuire un’origine. Radicate, insomma, da qualche parte, nel punto più imprescindibile del Novecento.

I Timbri-sbuffi per le ore di UFFicio (1971) di Mirella Bentivoglio trovano in Francesco De Bernardi (Galleria Triangolo) il loro interlocutore. Opera, quella della Bentivoglio, che raggiunge il suo apice nella sintesi tra gesto immediato e sospiro, per una condizione necessaria e forse non voluta. De Bernardi risponde proponendo una serie di disegni a matita colorata di scene e narrazioni, atmosfere e circostanze rappresentate. Un disegno che è «Gesto istintivo», «Rifugio», per dirla con le parole dell’artista.

Francesco De Bernardi, A resemblance, 2025, Matita grafite e matita colorata su carta, 27 x 48 cm. Foto di Carlotta Tornaghi, Courtesy l’artista e Triangolo

Eppure…ancora ci sarebbe da dire e scrivere in quanto al disegno! Il disegno come stratificazioni di linee regolari ad acquarello che raggiungono maggiore intensità di colore per sovrapposizione nel lavoro di Salwomir Elsner. Artista proposto da Monica De Cardenas in dialogo con una tempera blu su carta di Piero Dorazio (Senza titolo, 1962). La carta grezza da cui Katarzyna Wiesiolek (Szydlowski Gallery) elimina il primo strato è ancora altro. Un modo per cui le sue polveri e i pigmenti stesi con tamponi e dita aderiscano e prendano la ruvidezza del supporto; o l’orizzontalità compositiva di Irma Blank, ora interlocutrice privilegiata.

Katazyna Wiesiolek, Radical lightings, 2025, Pigment on paper, 84 x 70 cm, Courtesy the artist and Szydlowski Gallery

Se vi è una cosa evidente nel disegno, è che non ha limiti. Ha le sue regole, ma non ruota attorno a un punto fisso. Sempre quello, sempre uguale, di seconda mano. Diverse, infatti, sono le intuizioni dei 55 artisti selezionati da Irina Zucca Alessandrelli (Curatrice della Collezione Ramo) in collaborazione con More Project per la mostra collettiva TOOMANYRECORDSS, (Casa Degli Artisti) a cui è stato affidato un disco sul quale intervenire liberamente.

Senza dimenticare quel lascito ironico e precisissimo dei Vedovamazzei alla Cittadella degli Archivi (TIMELINE 1991-2025). In poco spazio, un’itera storia fatta di grandi carte a matita e acquarello. Quadri composti da carta di sigaretta, capigliature (serie Ritratte da dietro, 2005) e taccuini con perfino I sandali indossati dagli Apostoli nell’Ultima Cena (2018). Opere che ci fanno tornare all’inizio. Tentativi, prove, racconti, appunti visivi, metodi tentati e prove matita…con un sano vezzo sarcastico!

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