30 agosto 2012

Pesaro up date

 
Non solo Rossini e non solo il festival a lui intitolato, il territorio che si estende tra le province di Pesaro e Urbino è costellato di iniziative. Per lo più concentrate alla Pescheria, diventata come altri musei italiani fondazione, ma che si allargano tra conventi e palazzi storici, boschi e piazze. Con il clou nelle mostre di Mattiacci e Pascali. Perché anche le Marche hanno voglia di contemporaneo [di Antonella Micaletti]

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L’estate e la sua appendice settembrina è la stagione più ricca di eventi nella bella provincia di Pesaro e Urbino, che nel resto dell’anno vede meno eventi, tutti concentrati in alcuni spazi riconosciuti, come la Pescheria o la galleria Franca Mancini di Pesaro. Gli appuntamenti con l’arte contemporanea, invece, ora aumentano e si diversificano, ricercando soprattutto occasioni di forte legame con il territorio, anche con il supporto delle amministrazioni comunali e provinciali.

È il caso di “Borderline”, rassegna curata da Alessandro Pitrè e Roberto Vecchiarelli e allestita in tre luoghi: al Conventino di Monteciccardo, nel palazzo storico (Gradari Mamiani) e nel bosco di Villa Perticari. Nella prima sede alcuni giovani artisti reinterpretano lo spazio affascinante dell’ex convento, la seconda tappa è dedicata all’ex ospedale psichiatrico San Benedetto e il terzo appuntamento è un soundwalk, un’esperienza che riprende l’idea di parco letterario appartenuta al luogo nel Settecento. “Borderline” si è delineata come un network che ha messo in relazione storia e contemporaneità, leggendo le possibilità espressive di queste linee di confine.  

Anche le Residenze d’artista, realizzate per volontà dell’amministrazione provinciale, spingono per una forte interazione con il territorio, ad opera di giovani talenti invitati a lavorare nei luoghi dell’entroterra pesarese e urbinate. E così pure “Scolpire in piazza” a Sant’Ippolito, non tanto una mostra, ma una residenza per scultori che realizzano opere in pietra arenaria, ideate espressamente per progetti di riqualificazione urbana ed ambientale nei piccoli Comuni e nelle aree naturalistiche della Regione Marche.

E c’è dell’altro. Si tratta sempre di scultura, ma di un artista ormai storicizzato, presente al Conventino di Monteciccardo nell’ambito della rassegna annuale dal titolo “Memoriale dal convento”, organizzata dal Comune e curata da Ludovico Pratesi. Fino al 30 settembre 2012, il convento dei Servi di Maria, edificio seicentesco immerso nel verde delle colline marchigiane, ospita la mostra di Eliseo Mattiacci Sette corpi di energia dal bosco, che rimanda a Sette corpi di energia, opera presentata dall’artista nel 1973. Una mostra incentrata sul nucleo forte della sua poetica: il senso magico della natura, il valore simbolico dei segni che attraverso l’arte traducono la possibilità di rinnovare il rapporto che lega l’uomo alla realtà. L’energia primordiale propria degli elementi della natura è simboleggiata da Xochipilli, dio dei fiori e della fertilità nella civiltà azteca, posizionato sulla sommità di sette anime di querce private della corteccia, delle quali è stato fatto il calco e la fusione  in alluminio e che sono state posizionate al centro della stanza più grande del Conventino.

La mostra mette in contatto l’esterno e l’interno, l’architettura con la natura e i colori dei materiali rimandano reciprocamente alla natura ma anche al processo di artificio, la mano dell’uomo, temi cari a Mattiacci e alla sua generazione. Sette corpi di energia dal bosco è un omaggio all’artista marchigiano che da sempre investe la riflessione sulla natura e la sperimentazione di materiali poveri dei contesti naturali della sua terra, intervenendo su luoghi che segnano la geografia emozionale del territorio, come la scultura Ordine cosmico installata in modo permanente al porto di Pesaro, che segna a tutti  i pescatori e a chi sosta sulla banchina del porto due punti di vista diversi dell’attimo che segna il tramonto del sole sul mare, attraverso i tagli nettissimi aperti sul metallo eroso dal tempo.

Un’affiliazione culturale ma anche di amicizia è quella tra Mattiacci e l’artista ospitato alla Fondazione Pescheria: Pino Pascali, proposto nella mostra “L’altro Pascali” (fino al 9 settembre, a cura di Daniela Ferraria e Ludovico Pratesi) che presenta parte della produzione che l’artista pugliese ha realizzato negli anni Settanta per il cinema e la tv: disegni, scatti fotografici, story board, pupazzi creati con materiali poveri e video delle pubblicità più note (come quella di Carosello e Salvator el matador per il cornetto Algida) ma anche quelle rimaste sconosciute al pubblico (come i Killers per la Algida), oltre che scenografie televisive e cinematografiche e tante sigle. I video permettono di rivedere i lavori in sequenza continua e su tre schermi contemporaneamente, dando il ritmo dello spirito creativo di quegli anni, delle collaborazioni con altri studi ed altri creativi. Un insieme di linguaggi e tanti materiali sperimentati presentano un ritratto meno conosciuto di Pascali, che pure racconta tanto delle ricerche più specificatamente scultoree dello stesso.

La mostra rappresenta il cuore della programmazione annuale della Pescheria, ora diventata Fondazione di partecipazione, in cui Comune e privati collaborano nella gestione dello spazio e nella promozione dell’arte contemporanea. Insieme alle proposte di giovani artisti e di una mostra site specific all’anno, l’iniziativa estiva è l’occasione per fare un focus su un artista o un movimento più storicizzati, accogliendo un pubblico più ampio anche da fuori provincia che transita per Pesaro in occasione del Rossini Opera Festival.

Specificatamente a questi si rivolge la programmazione estiva della galleria Franca Mancini, che da decenni organizza i Recontres Rossiniennes: un artista è chiamato a lavorare sui temi o sul linguaggio del compositore pesarese realizzando appositamente un’opera ad esso ispirata: Grazia Toderi, Michelangelo Pistoletto, Castellani, Kosuth, sono solo alcuni degli artisti invitati. La collezione di opere raccolte in tanti anni rende unica la produzione voluta dalla gallerista, e rappresenta una notevole ricchezza per la città alla quale la galleria si è aperta con eventi prestigiosi. Il protagonista quest’anno è Tullio Pericoli che con la sua mostra “Quelques riens pour Rossini” (fino al 31 ottobre) presenta una serie di ritratti del musicista appositamente realizzati e o disegni delle scene e dei costumi per un Turco in Italia realizzato nel 2002 a Zurigo.

Molta della proposta culturale pesarese gira, insomma, intorno al Rossini Opera Festival, che costituisce un grande collante culturale di forze internazionali e locali. Da qualche anno anche gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Urbino lavorano al suo interno. Ma da quest’anno all’ “invasione” di Pesaro, oltre ai giovani scenografi, hanno contribuito i giovani artisti ospitati all’interno della mostra “Open Spaces”, dislocata tra luglio e agosto in varie sedi dello spazio urbano.

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