14 maggio 2021

SaLAD, ovvero l’arte come strumento di rivalutazione di San Lorenzo

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Presentato ufficialmente SaLAD – San Lorenzo Art District, il progetto che fa dell’arte il mezzo di promozione, rivalutazione e valorizzazione del nevralgico quartiere di Roma

Vista di San Lorenzo. Foto di Alessandra Oodrah

«Potremmo definire San Lorenzo un’insalata mista dell’arte: dove persone, luoghi e attività (anche molto diverse tra loro) si intrecciano, si mescolano o, semplicemente, convivono, dando vita ad una dimensione dall’incredibile valore artistico, culturale e sociale. A volte, però, c’è bisogno di dare un nome alle cose affinché tutti le possano conoscere». Queste sono le parole dello storico dell’arte e curatore Tommaso Zijno e dell’artista Alessandro Calizza (li avevamo intervistati qui) che, in collaborazione con la promotrice culturale Francesca De Dominicis e con l’Università La Sapienza di Roma, tramite il MLAC – Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, hanno dato nome e conferito forma a questo concetto preesistente e non circoscritto, fondando il progetto SaLAD, acronimo di San Lorenzo Art District.

Le stratificazioni di San Lorenzo

Collocato in posizione strategica, tra la Stazione Termini e Tiburtina, San Lorenzo è oggi uno dei quartieri nevralgici della capitale. Intriso di una storicità identitaria, è nato intorno alla metà dell’Ottocento a seguito dell’unificazione del Regno d’Italia per ospitare, in un periodo di grande sviluppo urbanistico, operai, artigiani e ferrovieri. Il quartiere è oggi delimitato topograficamente da tre landmark quali il Cimitero Monumentale del Verano, la Città Universitaria e le Mura Aureliane.

Una parte del territorio che lo compone ne racconta la decadenza e l’abbandono, facendosi spesso rappresentazione di drammi di cronaca; l’altra, invece, si mostra in tutta la sua bellezza di distretto d’arte. «San Lorenzo è un quartiere che resiste a tante cose, prima fra queste la speculazione edilizia e il cambiamento del quartiere stesso, nel tentativo di salvaguardarne la storia», afferma Alice Pasquini, artista di fama internazionale, tra le protagoniste della scena artistica di San Lorenzo, dove aveva lo studio e i cui muri ancora narrano il suo passaggio.

Opera d’arte urbana realizzata nel 2021 da Leonardo Crudi, San Lorenzo, Roma

Tra la metà degli Anni Settanta e l’inizio degli Anni Ottanta, San Lorenzo fu il luogo prescelto da molti artisti quali Bruno Ceccobelli, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Nunzio Di Stefano, Piero Pizzi Cannella e Marco Tirelli che, presso l’ex Pastificio Cerere, hanno dato vita alla Scuola di San Lorenzo, uno tra i poli più vitali dell’arte contemporanea.

Oggi, a seguito di anni controversi e, di conseguenza, poco fecondi artisticamente, pittori, scultori e collettivi di vario genere affondano le proprie radici nel quartiere. Quest’area lottizzata corrisponde ad un itinerario percorribile in pochi minuti a piedi, come in un ipotetico gioco dell’oca in cui trovare costellati laboratori, residenze d’artista e gallerie in continua relazione tra loro, tutti dedicati alla promozione dell’arte e della cultura.

«Mi ricordo che, fin da quando studiavo Storia dell’Arte alla Sapienza, il quartiere di San Lorenzo era conosciuto più come luogo di svago serale che come Art District. Mentre molti vivevano quelle strade di notte, io le abitavo di giorno, muovendo i primi passi da curatore. SaLAD nasce con il preciso intento di mettere in luce questo grande tesoro ‘nascosto’, per renderlo visibile e accessibile a tutti», documenta Tommaso Zijno, spiegando l’obiettivo del progetto e raccontandosi.

Giulio Vesprini e Nulo, “Cerchio G38” (2018), San Lorenzo, Roma. Foto di Alessandra Oodrah

SaLAD: un progetto multiforme, tra il portale online e le residenze

SaLAD è un portale che si origina dal web e che si dirama concretamente secondo i vari eventi e iniziative ospitati all’interno degli studi e degli spazi espositivi di San Lorenzo. Tra questi vi è la vecchia azienda locale che inizialmente produceva ombrelloni e che oggi si fa Artist Run Space OMBRELLONI in via dei Lucani 18, emblema dello spirito del progetto e attuale studio di Calizza insieme agli artisti Cristallo Odescalchi, Luca Mamone, Scarful, Delfina Scarpa, Arianna De Nicola e Krizia Galfo.

Tale luogo ospiterà, venerdì 14 maggio 2021 alle ore 18, il lancio del progetto SaLAD. Qui avverrà la sua presentazione alla stampa, al pubblico e l’inserimento on-line del sito a esso dedicato. Realizzato dal web designer Matteo Catania, il portale internet prevede un cronoprogramma definito che vedrà nei prossimi mesi il susseguirsi di incontri, presentazioni, studio visit, mostre, eventi, fino a un photo-book festival, fornendo al pubblico nazionale e internazionale la configurazione delle attività artistiche di San Lorenzo.

Opere di Alessandro Calizza presso lo studio Artist Run Space OMBRELLONI, San Lorenzo, Roma

In tale senso sono già attive partnership con diverse importanti realtà del panorama artistico sia italiano che estero. A giugno, grazie ad una collaborazione con BAR – Beirut Arti Residency, OTTN Projects e Matèria Gallery, tre artisti libanesi saranno ospitati negli spazi di OMBRELLONI. A luglio, invece, SaLAD sarà partner del festival CHARTA – A Photo Book Festival, organizzato da Yogurt Magazine e The Paper Room. A settembre poi, in collaborazione con il critico d’arte e curatore Davide Silvioli, prenderanno il via i talk, come quello organizzato dal MLAC il febbraio scorso, riguardo a una messa a fuoco del punto di contatto che lega gli artisti al quartiere. Tra settembre e ottobre la collaborazione con l’Osservatorio Futura di Torino, centro di ricerca e spazio espositivo fluido a favore di progettualità artistiche emergenti, si concretizzerà in una residenza d’artista che riguarderà due autori sanlorenzini ospiti negli spazi della realtà torinese e viceversa.

Il portale web di SaLAD comprende tre aree principali: la prima caratterizzata da una mappa interattiva che, con più di settanta punti, indica tutti gli ambienti artistici di riferimento di San Lorenzo. «Tra pittori e scultori, fotografi, gallerie e fondazioni artistiche, in questa zona ci saranno tra i 60 e i 70 studi. L’obiettivo è quello di renderli evidenti al pubblico attraverso un sito», spiega Calizza.

La seconda sezione è dedicata ai contenuti multimediali che, con videointerviste agli artisti, testimoniano l’odierna scena artistica di San Lorenzo e i protagonisti che la popolano. Ognuno di questi possiede una pagina di informazioni e foto, attraverso la quale è possibile accedere ai siti e ai canali social corrispettivi. La terza e ultima sezione del sito riguarda, infine, le news, con lo scopo di informare il fruitore sulle novità e gli eventi che riguardano SaLAD, comunicandone le iniziative.

Uno degli spazi espositivi della Fondazione Pastificio Cerere

Rispetto alle mostre vi è quella a “cielo aperto” tra le strade di San Lorenzo nelle quali, citando le parole di Zijno, «ogni giorno nascono nuove opere di street art», venendo così «tappezzata di bellezza». Molti degli ambienti però, non essendo ben visibili dalla strada, si nascondono dentro cortili o palazzi e vengono riconosciuti come tappe rappresentative della storia della zona: la Fondazione Cerere, sede dei primi studi di San Lorenzo, Artist Run Space OMBRELLONI che, in meno di due anni, ha già ospitato dodici artisti; la Galleria Gilda Lavia, Numero Cromatico, Galleria 291 Est e Matèria. Per gli amanti della fotografia vi è, invece, l’Istituto Superiore di Fotografia – ISFCI, la sede di Yogurt Magazine e il Laboratorio Fotografico Corsetti.

Il progetto SaLAD di Tommaso Zijno, Alessandro Calizza e Francesca De Dominicis, attraverso l’arte, intende mettere in risalto la ricchezza qualitativa e quantitativa di San Lorenzo con lo stesso principio attraverso il quale diverse metropoli hanno rivalutato i propri quartieri, come nel caso di Tribeca, Brooklyn e Soho a New York, promuovendone e valorizzandone la vivacità culturale, formulando il linguaggio più idoneo per comunicarla.

«Per me fare arte è fare politica, quella politica che non ha rinunciato alla bellezza e SaLAD è un atto politico, nel senso più bello e ampio del termine: è il nostro modo di provare a prenderci cura di un luogo e di una realtà in cui crediamo moltissimo», conclude infine Calizza, conferendo un senso non solo artistico ma anche sociale a questo progetto multiforme.

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