04 agosto 2025

Summer Jamboree: è a Senigallia la Hottest rockin’ holiday on Earth

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Summer Jamboree, il festival più grande al mondo di musica e cultura dell’America anni ‘40 e ’50 compie 25 anni e li celebra a Senigallia, fino al 10 agosto, con un’edizione speciale e sorprendente

Summer Jamboree, Senigallia. Ph. Guido Calamosca

157 artisti, 25.000 mq di area urbana dedicata, oltre 30.000 presenze giornaliere stimate: Senigallia è di nuovo teatro del Summer Jamboree, la Hottest rockin’ holiday on Earth, come è stata ribattezzata dal pubblico internazionale, entrato ormai nell’immaginario collettivo di centinaia di migliaia di persone nel mondo, innamorate di questo genere musicale senza tempo, dei balli swing e dell’atmosfera che si respira in questi giorni.

Fin dalla sua nascita, ben 25 anni fa, il Summer Jamboree ha saputo parlare a pubblici diversi, trasformandosi in un grande ritrovo intergenerazionale e fortemente inclusivo, qualcosa che è molto più di un festival musicale: è un’esperienza che unisce e coinvolge persone di tutte le età e provenienti da tutto il mondo, legate da una grande passione, quella per il Rock’n’Roll. Tra una lezione di Boogie Woogie, un live concert e un cocktail al tramonto all’Hawaiian Beach sulla spiaggia di velluto, tutti si sentono a casa in un mondo fatto di energia positiva e condivisione.

Summer Jamboree, Senigallia. Ph. Chiara Micci

Nel ricchissimo programma di iniziative, c’è anche il Summer Jamboree Hera Dance Contest, aperto a tutti gli stili di ballo swing, che mette in palio per i vincitori due fotografie originali di Mario Giacomelli, celebrando il ballo come forma d’arte e inaugurando con Hera un percorso di premiazioni artistiche radicato nell’anima culturale di Senigallia, che onora proprio quest’anno il centenario della nascita di uno dei maestri assoluti della fotografia mondiale, punto di riferimento internazionale e fonte inesauribile di ispirazione. Nella ben nota serie Io non ho mani che mi accarezzino il volto con Giacomelli raffigura i pretini del seminario di Senigallia, c’è un’immagine tra quelle più iconiche e gioiose, in cui i giovani seminaristi sono ritratti mentre, mano nella mano, formano un cerchio danzante: un gesto spontaneo e vitale che ricorda lo swing out, uno dei passi fondamentali dei balli swing, dove il movimento circolare e l’armonia tra leader e follower diventano pura espressione di gioia.

Mario Giacomelli, Io non ho mani che mi accarezzino il volto

Prendendo lo spunto di Giacomelli, abbiamo provato ad approfondire quali altri artisti potevamo proporvi per avvicinarvi a questo immaginario. Martin Parr, per esempio, attento alla cultura di massa, al tempo libero e alle tradizioni popolari, con un uso distintivo del colore saturo, si potrebbe sovrapporre alle scene del Summer Jamboree: le sue foto catturano l’energia delle celebrazioni di massa, un po’ come un osservatore esterno che si immerge in un mondo colorato e a tratti surreale. Bruce Gilden, anche: il suo stile street, concentrato sul ritratto, potrebbe ben catturare l’identità unica dei partecipanti al festival, mettendo in risalto i dettagli dei loro look e le loro espressioni, mostrando un lato più intimo dell’appuntamento. Non possiamo non menzionare Vivian Maier, le sue fotografie, il suo stile, la sua poetica offrono un ponte diretto verso l’estetica del passato che il Summer Jamboree rievoca. I suoi scatti sono una testimonianza autentica di quell’epoca. 

David Hockney, The Dancers V, 27 August – 4 September, 2014. Credits David Hockney Foundation

Oltre la fotografia, dalla pittura ci viene l’esempio di David Hockney: le sue opere che ritraggono scene di vita quotidiana e ritratti con un’estetica dai colori vivaci, possono per associazione richiamare la spensieratezza estiva di Senigallia. Ma anche di Peter Blake, uno dei padri della pop art britannica, che sa mescolare il culto della celebrità e l’immaginario popolare. Come il collage per la copertina di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles, molte sue opere possono avere un legame forte con l’anima del Summer Jamboree. E perché non citare in questa breve selezione Flavio Favelli? Favelli lavora con oggetti del passato e “memorie collettive” per creare installazioni che esplorano la storia e la nostalgia, e con insegne al neon, juke-box o altri oggetti tipici degli anni ’50 potrebbe ben creare un’opera che evoca l’atmosfera del festival, ma con una riflessione più profonda sul concetto di tempo e di memoria.

Peter Blake, copertina Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles
Summer Jamboree, Senigallia. Ph. Chiara Micci

Del resto Summer Jamboree non è solo un festival. È un’esperienza. È un’alchimia. È il luogo dove musicisti, cantanti, insegnanti di ballo, ballerini professionisti, performer e DJ provengono da ben 15 paesi del mondo contribuendo a trasformare il festival in una festa senza età capace di far ballare proprio tutti sotto il cielo stellato della riviera adriatica, creando ricordi ed emozioni indimenticabili, al ritmo di Rock’n’Roll, Swing, Country, Rockabilly, Rhythm’n’Blues, Hillbilly, Doo-wop, Western swing. È, ancora, dove succede la magia, dove ogni aspetto si armonizza all’altro e crea nel cuore di chi la vive un’emozione che rimane per sempre. 

Martin Parr, GB. England. Weymouth. From ‘Think of England.’ 2000. Credits Martin Parr/Magnum Photos
Vivian Maier

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