03 dicembre 2025

Una mostra di Depero aprirà la stagione 2026 del Museo Bagatti Valsecchi

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Il Museo Bagatti Valsecchi di Milano aprirà la stagione espositiva 2026 con una mostra dedicata a Fortunato Depero (con immancabile aperitivo): tutti gli appuntamenti in programma

Fortunato Depero (Fondo, TN, 1892 - Rovereto, TN, 1960) Abiti da uomo, (1945) olio su tavola, 55,5 x 82 cm; Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto Fondo Deper

Nel 2026, al Museo Bagatti Valsecchi il tempo si misurerà in mezz’ore: «Lasciatemi almeno mezz’ora giornaliera per vedere, guardare…», scriveva Fortunato Depero negli anni Quaranta. Da quella richiesta tanto minima quanto radicale e provocatoria, prende forma il calendario di mostre e attività della casa museo di Milano per il 2026, che partirà con una grande esposizione dedicata all’artista futurista come fulcro di una programmazione che, dal Novecento alle post-avanguardie, invita a ripensare il rapporto tra sguardo e tempo.

Depero Space to Space: la mostra al Museo Bagatti Valsecchi

Depero Space to Space. La creazione della memoria sarà in programma dal 13 febbraio al 2 agosto 2026, curata da Nicoletta Boschiero e Antonio D’Amico e realizzata in collaborazione con il Mart – Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto. Proposta nell’ambito dell’Olimpiade Culturale Milano Cortina 2026, la mostra sancisce il ritorno a Milano di Depero a 35 anni dall’ultima retrospettiva, costruendo un dialogo serrato fra la casa-museo dei baroni Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi e la Casa d’Arte Futurista di Rovereto.

Fortunato Depero (Fondo, TN, 1892 – Rovereto, TN, 1960) Cavalli sulla corda, 1948 olio su tavola, 95 x 82 cm Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto Fondo Depero

L’idea di partenza è un parallelismo: due luoghi nati in epoche diverse ma accomunati dal desiderio di abitare spazi sospesi tra antico e contemporaneo. Da un lato, la dimora neorinascimentale allestita alla fine dell’Ottocento dai fratelli Bagatti Valsecchi, dove l’adesione allo stile promosso dalla monarchia sabauda come “arte nazionale” convive con le comodità moderne, il riscaldamento, l’acqua corrente, la luce elettrica. Dall’altro, l’allestimento di Depero negli anni Cinquanta, che inserisce opere futuriste in un edificio storico, trasformandolo in museo moderno senza cancellarne la stratificazione arcaica. In entrambi i casi, l’architettura si fa dispositivo narrativo e lo spazio diventa esso stesso opera.

Fortunato Depero (Fondo, TN, 1892 – Rovereto, TN, 1960) Simultaneità metropolitane, 1946 olio su tavola, 95,5 x 110 cm; Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto Fondo Depero

Oltre 40 lavori, dagli anni Trenta ai Cinquanta, provenienti dalla Casa d’Arte Futurista Depero e dal Mart, entrano così nelle sale di via Gesù come “ospiti” di un interno già fortemente caratterizzato. L’allestimento, firmato dallo studio A-Fact di Milano, enfatizza la natura abitata del Museo Bagatti Valsecchi: le opere di Depero attivano le tensioni degli ambienti, costruendo un passaggio “da spazio a spazio”, fisico, temporale e mentale. Alcuni ambienti sono sonorizzati da Gaetano Cappa dell’Istituto Barlumen, amplificando il senso di meraviglia e restituendo il carattere teatrale, quasi scenografico, della visione deperiana. Il percorso espositivo rende omaggio alla versatilità di Depero, artista, progettista, arredatore, scenografo, sperimentatore di allestimenti già dalle esposizioni di arti applicate a Monza negli anni Venti e dall’Exposition International des Arts Décoratifs et Industriels Modernes di Parigi del 1925.

Fortunato Depero (Fondo, TN, 1892 – Rovereto, TN, 1960) Costumi italici (ENIT nel mondo), (1939-1940) tempera su cartoncino applicato su cartoncino, 60 x 53 cm; Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto Fondo Depero

Una mostra su Depero, in questo contesto, è anche un capitolo di storia milanese. La città è per lui una sorta di seconda patria, qui, nel 1946, presenta una personale alla Galleria Il Camino, sostenuto dal collezionista Gianni Mattioli. Sempre a Milano arriva la rivalutazione critica postuma del 1962, con la mostra curata da Guido Ballo, seguita dall’esposizione alla Villa Reale del 1989. Con Depero Space to Space. La creazione della memoria, il Museo Bagatti Valsecchi riannoda quel filo, facendosi “casa delle collezioni”: una casa d’epoca che accoglie una casa d’arte futurista, in un face to face ideale.

Fortunato Depero (Fondo, TN, 1892 – Rovereto, TN, 1960) Scacchiera, 1938-1940 tempera su cartoncino applicato su cartoncino, 60 x 54,5 cm Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto Fondo Deper

La memoria di Depero continua idealmente nel ViBiBar Depero, l’aperitivo futurista che il museo rievoca per cinque serate, da febbraio a luglio. Il leggendario Vino-Birra Bar disegnato dall’artista nel 1937 per le Cantine Cavazzani di Bolzano rivive nelle sale di Palazzo Bagatti Valsecchi: luci soffuse, musica jazz dal vivo, atmosfera d’altri tempi, con visite guidate condotte dal direttore Antonio D’Amico che si intrecciano a un aperitivo dedicato, omaggio alla convivialità futurista tanto quanto alla dimensione “totale” dell’arte deperiana.

Fortunato Depero (Fondo, TN, 1892 – Rovereto, TN, 1960) Allegoria della birra e del vino, 1938 ca. tarsia in panno, 73,5 x 111 cm; Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto Deposito a lungo termine

A completare il progetto, un catalogo edito da Silvana Editoriale, con saggi di Boschiero, D’Amico, Sara Fontana, Aurora Ghezzi, Francesca Velardita e Federico Zanoner.

Ceramiche iperrealiste e arte tessile in mostra

Attorno a questo asse futurista, il Public Program 2026 costruisce un anno intero di attraversamenti tra Novecento e contemporaneo. Da settembre, il museo accoglierà Bertozzi & Casoni. Eterne e fragili presenze, a cura di Alberto Mattia Martini: le ceramiche iperrealiste del duo emiliano entrano nel tessuto neorinascimentale della casa come presenze al tempo stesso preziose e disturbanti, rilanciando il tema della permanenza e della sua crisi. Oggetti che sembrano eterni eppure alludono al degrado, alla vulnerabilità della materia, in dialogo con l’idea di collezione come tentativo, sempre parziale, di trattenere il tempo.

Bertozzi e Casoni, Autunno, 2018, collezione privata

A fine anno, dal 27 novembre 2026 al 16 maggio 2027, sarà la volta di Trama e ordito: tra Pistoletto, Buren e Boetti. Capolavori d’arte contemporanea dalla collezione Canclini, sempre a cura di D’Amico. Qui è il tessile a farsi linguaggio d’arte, materia che “tiene insieme” immaginari e storie, attraverso opere di Daniel Buren, Michelangelo Pistoletto, Alighiero Boetti, Jannis Kounellis, Andy Warhol e altri protagonisti delle post-avanguardie.

Alighiero Boetti, Si dice chi finge d’ignorare una situazione che invece dovrebbe affrontare, 1988, Collezione Canclini

Gli altri appuntamenti al Museo Bagatti Valsecchi

Il filo conduttore che lega le tre esposizioni è un invito a rallentare. La quinta edizione di Stasera al Museo adotta come titolo proprio la frase di Depero: Lasciami mezz’ora per vedere. È questo, sottolinea D’Amico, l’orizzonte etico e percettivo del programma: «Esortare i visitatori a guardare oltre l’immediato, pianificando con cura l’orizzonte delle scelte», in sintonia con il motto inciso nel Salone d’Onore, Respice finem, “considera la fine”. La presidente Camilla Bagatti Valsecchi ricorda come la storia della famiglia sia stata spesso letta alla luce di una “lentezza attenta”, alternativa all’immediatezza come unica misura possibile. Una lentezza che oggi si traduce in una stagione dedicata alla contemplazione e alla riflessione.

Accanto alle mostre, il 2026 sarà scandito da una fitta serie di appuntamenti: due nuove produzioni teatrali – Persempremai, con la regia di Michele Di Mauro e Nika Perrone, e La casa in collina da Pavese, con la regia di Mario Scandale e l’adattamento di Giulia Bartolini – seguite dal ritorno di Come Fuoco, ispirato a Narciso e Boccadoro di Herman Hesse, sempre con la regia di Scandale. Nei cortili si apre una nuova stagione di Parole e musica, in collaborazione con Carosello Records, che porta nello spazio della casa museo voci capaci di attraversare generi e linguaggi.

Tea Talks, Museo Bagatti Valsecchi

I Tea Talks 2026, terza edizione delle conversazioni d’arte a Casa Bagatti Valsecchi, nascono dall’universo futurista di Depero Space to Space per allargare lo sguardo ai fermenti culturali della metà del Novecento: dieci incontri, da febbraio, con storici dell’arte, curatori e professionisti come Francesca Velardita e Federico Zanoner, ancora una volta a testimoniare il ruolo del museo come luogo di riflessione e non solo di esposizione.

Con Museo oltre i confini, il dialogo si estende alle biblioteche di quartiere, da Harar a Dergano Bovisa, da Lorenteggio a Crescenzago, Tibaldi e Oglio, grazie al sostegno della Fondazione di Comunità Milano, una geografia diffusa che sposta l’esperienza museale fuori dalle mura di via Gesù, in una città intesa come spazio condiviso di formazione dello sguardo.

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