14 marzo 2013

L’intervista/Massimiliano Gioni Nulla è più dolce di sapere

 
Desiderio assoluto di capire, districandosi nello strapotere delle immagini che ci sovrasta. Per comprendere da dove tutto è cominciato. La Biennale di Gioni può essere rivoluzionaria o fallire, semplicemente perché radicalmente utopica. A cominciare dalle scelte di artisti marginali e autodidatti, senza puntare sui giovani e appiattirsi sull’attualità. Ma con un respiro largo, che ingloba anche ciò che non appare arte. Perché forse l’arte, da sola, non ha più senso

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Eccoci, dunque. Dopo le positive, a volte entusiaste (anche nostre) reazioni registrate alla nomina di Massimiliano Gioni alla direzione della 55esima Biennale Arti Visive (per l’elenco completo degli artisti, budget e new entry dei padiglioni si rimanda a fondo pagina) siamo finalmente al racconto di come sarà il suo Palazzo Enciclopedico che si appresta a tirare su in laguna. Già diverse cose le dice il logo: una testa con un cervello geometrico in espansione da cui partono e su cui convergono molti vettori. Tensioni di cui Gioni in conferenza stampa prende il ritmo (è un curatore italiano, il primo dopo dieci anni e il più giovane di tutti, quindi niente pause e rallentamenti da cambi di lingua) parlando e snocciolando gli oltre 150 artisti che ha invitato (si fa per dire, essendo 44 di questi sono morti). Accelerazione che costringe a prendere appunti altrettanto a raffica. 
Bene, il Palazzo firmato Gioni è il tempio del desiderio di comprendere, capire tutto: «Nulla è più dolce di sapere»», dice il curatore, citando Platone. E che, specularmente, celebra la figura dell’autodidatta, nel quale – afferma Gioni – «mi identifico per il desiderio di sapere tutto, senza però riuscire a dare ordine all’iper potere delle immagini che ci sovrasta». Poi ha un’architettura antropologica, pure antroposofica, visto che dentro ci sta anche Rudolf Steiner. E poggia le sue fondamenta nella psicologia analitica: a introdurre il tutto è il Libro Rosso di Jung, testo cui lo psichiatra svizzero cominciò a mettere mano nel 1913, dopo la separazione da Freud e su cui continuò a lavorare per il resto dei suoi giorni. Ma dentro c’è spazio per chi ha studiato i tarocchi, per chi si è dato anima e corpo a cosmologie private, trafficando tutta la vita con immagini religiose, per chi ha dipinto acquarelli per curarsi il cancro, per chi ha fatto bamboline con relativi vestitini nascondendole sotto il letto, per lo sciamano delle Isole Salomone e per tanti altri sognatori, irregolari, ousider rimasti ai margini dell’arte e che Gioni intende riportare dentro il Palazzo.

Primo fra tutti Marino Auriti, sconosciuto, irregolarissimo artista autodidatta e pensatore, che dallo sperduto paese molisano di Guardiagrele, approdò alla Grande Mela dove, il 16 novembre 1955, depositò presso l’ufficio brevetti statunitense il progetto per il suo Palazzo Enciclopedico: smisurato museo immaginario – 136 piani, 34 più dell’Empire State building – che avrebbe dovuto ospitare tutto il sapere creato dall’ingegno umano, con dentro le sue più grandi scoperte, dalla ruota al satellite. Auriti – c’è bisogno di dirlo? – un tale mostro di grattacielo gnoseologico non riuscì mai a realizzarlo. Ma Massimiliano Gioni, 40 anni precisi, riparte da qui. Aprendo la sua mostra all’Arsenale con il modello del Palazzo Enciclopedico di Marino Auriti, prestato dall’American Folk Art Museum che sta a Lincoln Square. E chiudendolo, dopo tanta densità di sogni, con l’alfiere del Minimalismo ascetico, Walter De Maria.
Dunque, riparte da un fallimento, Massimiliano Gioni. Seducendo, forse proprio per questo (e con lui molti altri) Paolo Baratta, presidente della Fondazione Biennale di Venezia, che non esita a definire la sua Biennale “una mostra-ricerca”, collocandola in continuità con le “ossessioni” di Harald Szeemann e la più generale sfida ai limiti del reale che gli artisti osano con le loro idee. E che i curatori dovrebbero interpretare e mettere in scena. 
Ma lo scavo nella autenticità delle utopie che vogliono «dare immagine a cose inimmaginabili, che cercano di vedere come sarà il futuro», che tentano di scardinare il sistema dell’arte, dato probabilmente per superato, dimostrando che «siamo tutti ousider», perché forse solo assumendo questa consapevolezza, si possono rimettere in gioco le cose, sottolinea ancora Gioni, è operazione non solo molto ambiziosa, anche molto rischiosa. Che potrebbe essere anche facilmente impallinata. Come pretenziosa, poco artistica, che non guarda alla società, ma parla d’altro. Troppo ripiegata sull’intimità, sulle ineffabili sfere private. Folkloristica (occhio alla provenienza del “Palazzo” di Auriti e di diverse altre opere). Che alla fine chiacchiera molto, ma dice poco. Di questi rischi ne parliamo a caldo un po’ con lui. 

Dì la verità, hai paura del fuoco amico?
«Che intendi?».
I tuoi colleghi, critici, curatori.
«Magari averne di amici».
Va bene, veniamo alla tua idea di Palazzo Enciclopedico, parecchio illuminista, ma smentita dai fatti. Non mi pare ci sia tutta questa voglia di sapere in giro. Basta guardare i musei, i templi del sapere che, almeno in Italia, falliscono e che forse hanno proprio esaurito la loro ragion d’essere.
«Più che illuminista, il mio enciclopedismo si rifà al Medio Evo, al Barocco, epoche che invece mi sembra abbiano molto a che fare con la nostra attuale, come stratificazione di saperi e di linguaggi non ordinati».  
Hai affermato che si tratterà di una Biennale che guarda relativamente all’arte, interessata com’è ad altri mondi. Da dove nasce questa idea?
«Il modello Biennale, come vetrina di artisti, del “nuovo”, appartiene agli anni Novanta. È un modello che è diventato sempre più complice del mercato e che mi ha stancato. Non solo me, penso, ma anche gli artisti. E penso sia il momento di proporre qualcosa di diverso, di più complesso». 
Per esempio invitando molti artisti anziani e con la partecipazione di un discreto numero di  scomparsi. Basta con i giovani, insomma?
«In parte sì».
E da qui si lega il tentativo di uscire dal sistema e dal mondo dell’arte?
«Sì, come minimo perché non esiste più un mondo, ma tanti mondi dell’arte e tanti sistemi, se vogliamo, che hanno regole ed elementi interni diversi. Cominciare con Marino Auriti significa proprio voler dire che non esiste un unico mondo dell’arte».
Spiegati meglio
«Se avessi voluto fare una biennale “normale”, avrei trovato più facilmente le risorse. È più facile sostenere i giovani artisti – ci sono le gallerie pronte a dare una mano – che sostenere gli autodidatti. Ma ritengo che occorra provare l’inusuale. È un percorso che sto seguendo da tempo, di cui forse non si sa molto in Italia, ma che si rifà al lavoro che svolgo al New Museum e a quello che ho fatto con la Biennale Gwangiu. Lì avevo cercato di mettere a fuoco la sovrabbondanza delle immagini nel nostro mondo e l’ossessione che ne deriva, ora, a Venezia, cerco di andare oltre, provando a vedere quello che non c’è». 
Ma sei veramente convinto che l’arte, al di là di quello che pensi tu o di quello di cui ti sei stancato, vada in questa direzione? Se fosse vero, sarebbe una bella notizia.
«Penso che ci sarà sempre un mercato dell’arte e la professionalizzazione di chi vi lavora all’interno, come di chi opera nel sistema. Io stesso non sono estraneo a questo mondo e non mi voglio erigere a paladino dell’anti sistema. Tra gli artisti che ho invitato vi sono anche solidi artisti del mercato, cerco tuttavia di scavalcare il rapporto qualità-prezzo, che ha stancato anche l’artista. Il quale, se genuino, e anche tra i cosiddetti protagonisti del sistema ve ne sono, non sta a guardare i soldi». 
E la possibile critica che si tratti di una Biennale indifferente alla società e poco radicata nel presente?
«Forse la più grande risorsa economica del nostro tempo sta nelle immagini, che hanno assunto un tale potere da avvicinarsi alla sacralità. Quello che voglio fare con questa Biennale è scavare nelle origini del potere delle immagini e in questo, penso, sia la sua aderenza al nostro tempo. Ma intendo farlo attraverso il sogno e l’immaginazione, senza appiattirmi sull’attualità, perché il rischio è diventare didascalici». 
E se ti dicessero che non è una Biennale, ma una mostra, sia pure “di ricerca”, come dice Baratta?
«Non mi preoccuperei. Dici che i musei falliscono, beh questo vuole essere un museo temporaneo. Anzi, lo penso come una mostra per gli artisti, naturalmente quelli che conosco e che mi interessano. Chissà quanti ne esistono che non conosco.
Immagino sei consapevole del rischio della tua Biennale?
«Certo, il fallimento è nelle regole del gioco».
Biennale in cifre e nomi
Budget complessivo per i 6 mesi di esposizione: 13 milioni di euro
88 partecipazioni nazionali, di cui 10 presenti la prima volta: Angola, Bahmas, Barhain, Costa d’Avorio, Kosovo, Kuwait, Maldives, Paraguay, Tuvalu e Santa Sede
Artisti invitati al Palazzo Enciclopedico: 
 
Hilma af Klint 
Nata nel 1862 a Solna, Svezia
Morta nel 1944 a Djursholm, Svezia. 
Victor Alimpiev 
Nato nel 1973 a Mosca, Russia
Ellen Altfest
Nata nel 1970 a New York, USA
Pawel Althamer 
Nato nel 1967 a Varsavia, Polonia
Levi Fisher Ames 
Nato nel 1843 a Sullivan, USA
Morto nel 1923 a Monroe, USA
Yuri Ancarani 
Nato nel 1972 a Ravenna, Italia
Carl Andre
Nato nel 1935 a Quincy, USA
Uri Aran
Nato nel 1977 a Gerusalemme, Israele
Yüksel Arslan 
Nato nel 1933 a Istanbul, Turchia
Ed Atkins 
Nato nel 1982 a Oxford, UK
Marino Auriti
Nato nel 1891 a Guardiagrele, Italia
Morto nel 1980 a Kennett Square, USA
Enrico Baj 
Nato nel 1924 a Milano, Italia
Morto nel 2003 a Vergiate, Italia
Miroslaw Balka 
Nato nel 1958 a Varsavia, Polonia
Phyllida Barlow 
Nata nel 1944 a Newcastle upon Tyne, UK
Morton Bartlett 
Nato nel 1909 a Chicago, USA
Morto nel 1992 a Boston, USA
Gianfranco Baruchello 
Nato nel 1924 a Livorno, Italia
Hans Bellmer 
Nato nel 1902 a Katowice, Polonia
Morto nel 1975 a Parigi, Francia
Neïl Beloufa 
Nato nel 1985 a Parigi, Francia
Graphic Works of Southeast Asia and Melanesia, Hugo A. Bernatzik Collection 1932–1937
Stefan Bertalan
Nato nel 1930 a Racastie, Romania
Rossella Biscotti 
Nata nel 1978 a Molfetta, Italia
Arthur Bispo do Rosário 
Nato circa nel 1910 a Japaratuba, Brasile
John Bock 
Nato nel 1965 a Gribbohm, Germania
Frédéric Bruly Bouabré
Nato nel 1923 a Zéprégüé, Costa d’Avorio
Geta Bratescu 
Nata nel 1926 a Ploiesti, Romania
KP Brehmer 
Nato nel 1938 a Berlino, Germania
Morto nel 1997 ad Amburgo, Germania
James Lee Byars 
Nato nel 1932 a Detroit, USA
Morto nel 1997 al Cairo, Egitto
Roger Caillois 
Nato nel 1913 a Reims, Francia
Morto nel 1978 a Kremlin-Bicêtre, Francia
Varda Caivano 
Nata nel 1971 a Buenos Aires, Argentina
Vlassis Caniaris 
Nato nel 1928 a Atene, Grecia
Morto nel 2011 a Atene, Grecia
James Castle 
Nato nel 1899 a Garden Valley, USA
Morto nel 1977 a Boise, USA
Alice Channer 
Nata nel 1977 a Oxford, UK
George Condo 
Nato nel 1957 a Concord, USA
Aleister Crowley e Frieda Harris 
Nato nel 1875 a Royal Leamington Spa, UK Morto nel 1947 a Hastings, UK
Nata nel 1877 a Londra, UK
Morta nel 1962 a Srinagar, India
Robert Crumb 
Nato nel 1943 a Philadelphia, USA
Roberto Cuoghi 
Nato nel 1973 a Modena, Italia
Enrico David 
Nato nel 1966 ad Ancona, Italia
Tacita Dean 
Nata nel 1965 a Canterbury, UK
John De Andrea 
Nato nel 1941 a Denver, USA
Thierry De Cordier 
Nato nel 1954 a Ronse, Belgio
Jos De Gruyter e Harald Thys
Nato nel 1965 a Geel, Belgio
Walter De Maria
Nato nel 1935 a Albany, USA
Simon Denny 
Nato nel 1982 a Auckland, Nuova Zelanda
Trisha Donnelly
Nata nel 1974 a Los Angeles, USA
Jimmie Durham 
Nato nel 1940 a Washington, USA
Harun Farocki 
Nato nel 1944 a Nový Jicín, Repubblica Ceca
Peter Fischli & David Weiss 
Nato nel 1952 a Zurigo, Svizzera
Nato nel 1946 a Zurigo, Svizzera
Morto nel 2012 a Zurigo, Svizzera
Linda Fregni Nagler 
Nata nel 1976 a Stoccolma, Svezia
Peter Fritz 
Morto nel 1992 a Vienna, Austria
Aurélien Froment 
Nato nel 1976 a Angers, Francia
Phyllis Galembo 
Nato nel 1952 a New York, USA
Norbert Ghisoland 
Nato nel 1878 a La Bouverie, Belgio
Morto nel 1939 a Frameries, Belgio
Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi 
Nato nel 1942 a Merano, Italia
Nata nel 1942 a Lugo di Romagna, Italia
Domenico Gnoli 
Nato nel 1933 a Roma, Italia
Morto nel 1970 a New York, USA
Robert Gober 
Nato nel 1954 a Wallingford, USA
Tamar Guimarães e Kasper Akhøj 
Nata nel 1967 a Belo Horizonte, Brasile
Nato nel 1976 a Copenhagen, Danimarca
Guo Fengyi 
Nata nel 1942 a Xi’an, Cina
Morta nel 2010 a Xi’an, Cina
João Maria Gusmão e Pedro Paiva 
Nato nel 1979 a Lisbona, Portogallo
Nato nel 1977 a Lisbona, Portogallo
Wade Guyton 
Nato nel 1972 a Hammond, USA
Haitian Vodou Flags
Duane Hanson 
Nato nel 1925 a Alexandria, USA
Morto nel 1996 a Boca Raton, USA
Sharon Hayes
Nata nel 1970 a Baltimora, USA
Camille Henrot 
Nata nel 1978 a Parigi, Francia
Daniel Hesidence 
Nato nel 1975 a Akron, USA
Roger Hiorns 
Nato nel 1975 a Birmingham, UK
Channa Horwitz 
Nata nel 1932 a Los Angeles, USA
Jessica Jackson Hutchins 
Nata nel 1971 a Chicago, USA
René Iché 
Nato nel 1897 a Sallèles-d’Aude, Francia
Morto nel 1954 a Parigi, Francia
Hans Josephsohn
Nato nel 1920 a Kaliningrad, Russia
Morto nel 2012 a Zurigo, Svizzera
Kan Xuan 
Nato nel 1972 a Xuancheng, Cina
Bouchra Khalili 
Nata nel 1975 a Casablanca, Marocco
Ragnar Kjartansson 
Nato nel 1976 a Reykjavík, Islanda
Eva Kotátková 
Nata nel 1982 a Praga, Repubblica Ceca
Evgenij Kozlov 
Nato nel 1955 a San Pietroburgo, Russia
Emma Kunz 
Nata nel 1892 a Brittnau, Svizzera
Morta nel 1963 a Waldstatt, Svizzera
Maria Lassnig 
Nata nel 1919 a Kappel am Krappfeld, Austria
Mark Leckey 
Nato nel 1964 a Birkenhead, UK
Augustin Lesage 
Nato nel 1876 a Saint-Pierre-les-Auchel, Francia Morto nel 1954 a Burbure, Francia
Lin Xue 
Nato nel 1968 a Fujian, Cina
Herbert List 
Nato nel 1903 a Amburgo, Germania
Morto nel 1975 a Monaco, Germania
José Antonio Suárez Londoño 
Nato nel 1955 a Medellín, Colombia
Sarah Lucas 
Nata nel 1962 a Londra, UK
Helen Marten 
Nata nel 1985 a Macclesfield, UK
Paul McCarthy 
Nato nel 1945 a Salt Lake City, USA
Steve McQueen 
Nato nel 1969 a Londra, UK
Prabhavathi Meppayil
Nata nel 1965 a Bangalore, India
Marisa Merz 
Nata nel 1931 a Torino, Italia
Pierre Molinier 
Nato nel 1900 a Agen, Francia
Morto nel 1976 a Bordeaux, Francia
Matthew Monahan 
Nato nel 1972 a Eureka, USA
Laurent Montaron 
Nato nel 1972 a Verneuil-sur-Avre, Francia
Melvin Moti 
Nato nel 1977 a Rotterdam, Olanda
Matt Mullican 
Nato nel 1951 a Santa Monica, USA
Ron Nagle 
Nato nel 1939 a San Francisco, USA
Bruce Nauman
Nato nel 1941 a Fort Wayne, USA
Albert Oehlen 
Nato nel 1954 a Krefeld, Germania
Shinro Ohtake 
Nato nel 1955 a Tokyo, Giappone
J.D. ‘Okhai Ojeikere 
Nato nel 1930 a Ojomu Emai, Nigeria
Henrik Olesen 
Nato nel 1967 a Esbjerg, Danimarca
John Outterbridge
Nato nel 1933 a Greenville, USA
Paño Drawings
Marco Paolini 
Nato nel 1956 a Belluno, Italia
Diego Perrone 
Nato nel 1970 a Asti, Italia
Walter Pichler 
Nato nel 1936 a Deutschnofen, Italia
Morto nel 2012 a Burgenland, Austria
Otto Piene 
Nato nel 1928 a Bad Laasphe, G
Eliot Porter 
Nato nel 1901 a Winnetka, USA
Morto nel 1990 a Santa Fe, USA
Imran Qureshi
Nato nel 1972 a Hyderabad, Pakistan
Carol Rama 
Nata nel 1918 a Torino, Italia
Charles Ray 
Nato nel 1953 a Chicago, USA
James Richards 
Nato nel 1983 a Cardiff, UK
Achilles G. Rizzoli 
Nato nel 1896 a Marin County, USA
Morto nel 1981 a San Francisco, USA
Pamela Rosenkranz 
Nata nel 1979 a Sils-Maria, Svizzera
Dieter Roth
Nato nel 1930 a Hanover, Germania
Morto nel 1998 a Basilea, Svizzera
Viviane Sassen 
Nata nel 1972 a Amsterdam, Olanda
Shinichi Sawada 
Nato nel 1987 a Otsu City, Giappone
Hans Schärer 
Nato nel 1927 a Berna, Svizz
Morto nel 1997 a St. Niklausen, Svizzera
Karl Schenker 
Nato in Germania
Morto nel 1951/52, UK
Michael Schmidt 
Nato nel 1945 a Berlino, Germania
Jean-Frédéric Schnyder 
Nato nel 1945 a Basilea, Svizzera
Friedrich Schröder-Sonnenstern 
Nato nel 1892 a Jasnoje, Russia
Morto nel 1982 a Berlino, Germania
Tino Sehgal 
Nato nel 1976 a Londra, UK
Richard Serra 
Nato nel 1939 a San Francisco, USA
Shaker Gift Drawings
Jim Shaw 
Nato nel 1952 a Midland, USA
Cindy Sherman 
Nata nel 1954 a Glen Ridge, USA
Laurie Simmons e Allan McCollum 
Nata nel 1949 a Long Island, USA
Nato nel 1944 a Los Angeles, USA
Drossos P. Skyllas 
Nato nel 1912 a Kalymnos, Grecia
Morto nel 1973 a Chicago, USA
Harry Smith 
Nato nel 1923 a Portland, USA
Morto nel 1991 a New York, USA
Xul Solar 
Nato nel 1887 a Buenos Aires, Argentina
Morto nel 1963 a Buenos Aires, Argentina
Christiana Soulou 
Nata nel 1961 ad Atene, Grecia
Eduard Spelterini 
Nato nel 1852 a Bazenheid, Svizzera
Morto nel 1931 a Zipf, Austria
Rudolf Steiner 
Nato nel 1861 a Donji Kraljevec, Croazia
Morto nel 1925 a Dornach, Svizzera
Hito Steyerl 
Nato nel 1966 a Monaco, Germania
Papa Ibra Tall 
Nato nel 1935 a Tivaouane, Senegal
Dorothea Tanning 
Nata nel 1910 a Galesburg, USA
Morta nel 2012 a New York, USA
Anonymous Tantric Paintings 
Ryan Trecartin
Nato nel 1981 a Webster, USA
Rosemarie Trockel
Nata nel 1952 a Schwerte, Germania
Andra Ursuta 
Nata nel 1979 a Salonta, Romania
Patrick Van Caeckenbergh 
Nato nel 1960 a Aalst, Belgio
Stan VanDerBeek 
Nato nel 1927 a New York, USA
Morto nel 1984 a Baltimora, USA
Erik van Lieshout 
Nato nel 1968 a Deurne, Olanda
Danh Vo
Nato nel 1975 a Bà R?a–Vung Tàu Province, Vietnam
Eugene Von Bruenchenhein 
Nato nel 1910 a Marinette, USA
Morto nel 1983 a Milwaukee, USA
Günter Weseler 
Nato nel 1930 a Olsztyn, Polonia
Jack Whitten 
Nato nel 1939 a Bessemer, USA
Cathy Wilkes 
Nata nel 1966 a Belfast, UK
Christopher Williams 
Nato nel 1956 a Los Angeles, USA
Lynette Yiadom-Boakye 
Nata nel 1977 a Londra, UK
Kohei YoshiyUki 
Nato nel 1946 a Hiroshima Prefecture, Giappone
Sergey Zarva 
Nato nel 1973 a Kryvyi Rih, Ucraina
Anna Zemánková 
Nata nel 1908 a Olomouc, Repubblica Ceca
Morta nel 1986 a Praga, Repubblica Ceca
Jakub Julian Ziólkowski 
Nato nel 1980 a Zamosc, Polonia
Artur Zmijewski
Nato nel 1966 a Varsavia, Polonia

3 Commenti

  1. Leggendo un po’ il testo dell’intervento di presentazione di Gioni per “Il Palazzo Enciclopedico”, sembra di capire che questa mostra voglia rappresentare l’impossibilità di concentrare oggi, in un’esposizione biennale, la complessità dell’arte contemporanea. Scrive Gioni:
    “Il Palazzo Enciclopedico emerge come una costruzione complessa ma fragile, un’architettura del pensiero tanto fantastica quanto delirante. Dopo tutto, il modello stesso delle esposizioni biennali nasce dal desiderio impossibile di concentrare in un unico luogo gli infiniti mondi dell’arte contemporanea: un compito che oggi appare assurdo e inebriante quanto il sogno di Auriti”.
    Poter realizzare una selezione realmente rappresentativa della produzione artistica nell’era digitale è impresa troppo pretenziosa: almeno quanto quella di riuscire a condensare in un palazzo l’intera conoscenza umana. Credo si debba partire da questo assunto per poter valutare le scelte di Gioni, che con le premesse teoriche giustifica l’arbitrarietà di una selezione operata per mezzo di criteri di gusto che rinunciano all’oggettività.
    Detto questo, almeno la metà degli artisti italiani non mi entusiasmano, o meglio, non mi sembrano i più adatti a simboleggiare lo sforzo umano di “costruire un’immagine del mondo quando il mondo stesso si è fatto immagine”. Preferisco alcuni degli italiani di Pietromarchi, ma nel complesso la lista di artisti di Gioni è di tutto rispetto. In ogni caso, bisogna vedere, prima di giudicare.

  2. Il progetto è una corretta azione in tempi di incertezza, la strategia sull’ autodidatta può essere vista come un’azione di riattivare percorsi più ricercati allontanando la moda di certi pressapochismi…

  3. A proposito … “Marino Auriti, sconosciuto, irregolarissimo artista autodidatta e pensatore, che dallo sperduto paese molisano di Guardiagrele”.
    GUARDIAGRELE è IN PROVINCIA DI CHIETI: ABRUZZO!!!!

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