13 giugno 2014

That’s Valley. Mettere in rete l’arte ad alta quota

 
La Val Camonica, oltre ad accogliere placidi turisti tedeschi di mezza età appassionati di camminate, deve la sua presenza nei libri di storia dell'arte alle incisioni rupestri. Un domani, forse, ci sarà di più. Grazie alle istituzioni, alla tecnologia mobile e alla fantasia di qualche appassionato pioniere nasce una rete di galleristi, artisti e curatori che si fanno chiamare "That's Valley"

di

Mercato dei Sapori (dettaglio), ph. Monica Carrera Progetto: Sapori Design
Bienno è un comune della Val Camonica, in provincia di Brescia. Ad un primo approccio il placido paese, premiato come uno dei borghi più belli d’Italia, non pare la località ideale per candidarsi a diventare uno degli hub internazionali d’arte contemporanea
Quando arrivo, alle otto di sera, tutti i bar del paese eccetto uno sono chiusi, mentre un grosso cartellone elettronico all’ingresso del centro abitato offre gli ultimi posti per un viaggio organizzato in pullman a Medjugorie, il prossimo settembre.
Ecco un altro esempio di come le apparenze, a volte, ingannano. Grazie all’azione combinata di That’s Contemporary – associazione no profit con base a Milano che opera a cavallo fra le arti curatoriali e la comunicazione – e del Distretto Culturale della Val Camonica nasce That’s Valley.
That’s Valley è una mobile app gratuita per smartphone che si offre come strumento per la promozione e la comunicazione dei progetti legati al mondo dell’arte e del design che si sono sviluppati nella Val Camonica negli ultimi anni. L’intento è duplice: educare i residenti all’arte contemporanea ed attirare i turisti fuori dai percorsi canonici.
Ne abbiamo parlato con Sergio Cotti Piccinelli, responsabile cultura e turismo della comunità montana che, sebbene si definisca “un umile e grigio burocrate”, è al contrario il propotipo del  funzionario che vorremmo in ogni distretto d’Italia.
That’s Valley, obice app per iOS e Android

Sergio, quando penso a Val Camonica, mi vengono in mente le incisioni rupestri. Sono un ignorante senza speranza?
«Non sei l’unico. Gli abitanti di questa Valle sono molto legati alle loro tradizioni, alle incisioni camune, ed è raro che apprezzino le novità. Recentemente è venuto a mancare Battistino Bonali, grande esploratore originario di queste zone. Il sindaco di Bienno, desideroso di ricordare un così nobile concittadino, ha commissionato un’opera commemorativa in suo onore. Tutti, qua in paese, si aspettavano un busto o qualcosa di simile, di figurativo. L’artista ha però creato uno splendido memoriale, una scultura formata da grosse sfere bianche ed una lavagna, il tutto illuminato da una luce particolare. Inizialmente la reazione è stata di diffidenza: “bella ma non la capisco”, e via dicendo. Avevamo anche paura di reazioni violente, ed invece, a distanza di poco tempo, gli abitanti di Bienno si sono affezionati alla scultura, ed hanno imparato ad apprezzarla. Attraverso That’s Valley, che è uno strumento molto agile, stiamo cercando di rinnovare i nostri linguaggi, attraverso un racconto forte, tenendo presente i nostri tre capisaldi: la territorialità, la contaminazione di saperi e le tecnologie, attraverso cui portare all’esterno le realtà della valle. Vogliamo far conoscere le nostre iniziative sia agli abitanti della Val Camonica, sia ai turisti».
Stefano Boccalini, PubblicaPrivata (2013), ferro molto ricco di carbonio, acciaio inossidabile, ph. Giorgio Azzoni Progetto aperto_art on the border

Potresti parlarmi delle realtà che hanno aderito a That’s Valley?
«Al momento, stiamo collaborando con cinque progetti: aperto_art on the border è un programma di residenze che invita artisti under 35, scelti con un bando, a dislocare opere in luoghi insoliti, all’interno della Val Camonica. Per esempio Simona di Meo ha posizionato una capsula, dal contenuto sconosciuto, all’interno dei ghiacciai, che si scioglieranno in estate liberando l’opera. Case Sparse _ fra l’etere e la terra ospita ogni estate a Malonno cinque artisti ed un curatore, invitandoli a produrre lavori site specific. Il processo creativo di Case Sparse è condiviso sul web dagli artisti, che ogni giorno, attraverso una finestra Skype, si collegano con una galleria, ed è documentato con un e-book. Al finissage, ad ottobre, non è raro vedere anziani del luogo e giovani artisti giapponesi condividere un bicchiere di vino ed una fetta di salame. L’associazione Bienno borgo degli artisti, ogni anno per sei mesi, invita artisti ed artigiani a vivere e produrre sul territorio, valorizzandolo attraverso le loro opere. Sapori e design mette in contatto designer con produttori di cibo a km 0, ed infine Segno Artigiano aggrega le eccellenze del settore sul territorio sotto un’egida di qualità. Come vedi, c’è molto movimento sottotraccia. Mancava però un racconto complessivo. Per questo abbiamo ideato That’s Valley».
Come è nata la collaborazione con That’s Contemporary?
«Ci siamo sentiti una prima volta, qualche mese fa, per telefono. In seguito loro sono venuti a trovarci qua in valle, ne abbiamo parlato, e abbiamo deciso di avviare questa iniziativa. Abbiamo iniziato la promozione allo scorso Mi Art, e abbiamo riscontrato un certo interesse fra il pubblico. Siamo curiosi di vedere cosa accadrà ora».
Daniele Fabiani, Possibilità - 15x20, libro Progetto: Borgo degli Artisti di Bienno

Chi l’avrebbe mai detto? Qua a Bienno, sotto una coltre di discrezione montanara, pulsa un cuore creativo. I progetti sono molto interessanti ed hanno quell’alone di pionierismo e quella ventata d’entusiasmo che è raro trovare nelle principali città italiane ed europee, dove il “tutto è già stato visto/fatto” è, troppo spesso, il modus operandi degli operatori del settore.
Si dice spesso che uno dei problemi dell’Italia sia l’incapacità delle sue eccellenze di fare sistema, per competere nel mondo globalizzato. L’arte contemporanea non è esclusa da questo ragionamento. Quanti turisti, ogni anno, non tornano in Italia a causa dello stato in cui versano molte delle nostre eccellenze artistiche? Quanti verrebbero più volentieri se un qualche coordinamento dall’alto, e non la coraggiosa iniziativa di pochi, predisponesse un servizio di mappatura e divulgazione nazionale dei vari eventi regionali? 
Abituati come siamo alle promesse non mantenute, dal ponte sullo Stretto di Messina in su, noi italiani abbiamo sviluppato una disillusione nei confronti dei proclami, e ormai non crediamo che le iniziative lodevoli che ci vengono annunciate andranno mai in porto, come per esempio la costruzione (fantascienza?) di un collegamento diretto via treno fra Napoli e Pompei, o anche solo più prosaicamente la traduzione in inglese dei cartellini esplicativi delle opere alla Pinacoteca di Brera. Assistere alla nascita di progetti come That’s Valley è un balsamo che cura il disincanto ed invita, nonostante tutto, all’ottimismo.

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